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Tappa

19

Venerdì 30
Maggio 2025

166 km
Dislivello 4950 m

Partenza tra

G ::

Biella -

Champoluc

altimetria

planimetria

info tecniche

Tappone alpino. Scalata la Serra dopo Biella e percorso un breve tratto della valle della Dora Baltea si scalano in successione tre salite da 16 km ciascuna con pendenze anche notevoli. Col Tzecore (fino 15%), Col Saint-Pantaléon e Col de Joux. Discesa su Brusson e ultima salita che termina a 5 km dall’arrivo di Champoluc (Ayas).

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info turistiche

Città di:

partenza
arrivo

Biella



Informazioni Turistiche

Biella, in Piemonte, è una città famosa per la sua tradizione tessile e la sua storia industriale. Il centro storico è caratterizzato da eleganti piazze e chiese, tra cui il Duomo di Biella. È anche un importante centro di moda, grazie alla sua tradizione nel settore tessile. La città è circondata da paesaggi montani che offrono numerose opportunità per attività all’aperto, come trekking e sci, rendendola una meta ideale per gli amanti della natura.

Gastronomia

La cucina locale è di chiara impronta piemontese, sostenuta da aziende note a livello nazionale ed internazionale e dai tanti piccoli produttori che mantengono viva la tradizione del territorio. L’enogastronomia biellese è annoverata a pieno titolo tra le eccellenze del Piemonte.

Tra i formaggi più noti troviamo la Toma, a pasta dura, di latte vaccino, di antica tradizione alpina. Viene prodotta sia con latte intero (tipo Maccagno), sia con latte parzialmente scremato. Le tome delle valli biellesi hanno il riconoscimento del marchio D.O.C. della Regione Piemonte. Questi formaggi sono anche gli ingredienti principali per due grandi piatti tipici: la “pulenta cunscia”, morbida crema di mais cotta a lungo nel paiolo, nella quale viene sciolto abbondante formaggio locale e gustoso burro di cascina e il ‘ris an cagnùn”, con toma e burro soffritto.

Tra gli insaccati, i più diffusi sul territorio sono i “salam ‘d l’ula”, ossia conservati sotto grasso, preparati con carne suina, sale, pepe e, a volte, vino rosso. Caratteristici sono pure i “salam ‘d vaca”, cioè di carne bovina, i “salam d’asu” con carne di asino e quelli a base di carne di capra.

Più localizzata la produzione dei “salam ‘d patata”, in cui all’impasto vengono aggiunte patate lessate e poco sangue, o dalla “paletta di Coggiola”, un prosciutto di spalla insaporito con sale e pepe, insaccato nella vescica e fatto asciugare all’aria.

A Biella non mancano i dolci: i torcetti che sono biscotti lievitati, friabili, a forma di ciambella ovale. Le “paste ‘d melia” biscotti a base di farina di mais. I canestrelli, fragranti cialde con cioccolato e nocciole.

La grande varietà di fioriture consente di selezionare una vasta gamma di tipologie di miele: acacia, castagno, tiglio, rododendro, tarassaco e millefiori, solo per citare i più diffusi.

Bevande

Le acque del Biellese sono famose per l’eccezionale leggerezza: una fra tutte la Lauretana con i suoi 14 mg/l di residuo fisso che determinano la sua leggerezza da primato europeo.

Biella vanta inoltre una birra di grande qualità: Menabrea è il birrificio attivo più antico d’Italia, e nel tempo ha vinto diversi premi internazionali, è stata anche giudicata la migliore del mondo nel

tipo Lager. Molti premi di settore anche per i numerosi micro birrifici ubicati sul territorio che offrono una vasta selezione di birre artigianali, particolari nei gusti e negli ingredienti sapientemente selezionati e miscelati.

Tra i vini del territorio, una D.O.C.G.: l’Erbaluce di Caluso vino giallo paglierino, dal sentore fine che ricorda i fiori di campo e un sapore secco, fresco e caratteristico. Anche il vino rosso è rappresentato con 4 D.O.C.: Bramaterra, Lessona, Canavese e Coste della Sesia, vini rosso rubino, dal profumo caratteristico e intenso, ed un sapore asciutto e armonico.

Un cenno di riguardo merita il Ratafià di Andorno, ricavato dalla macerazione alcolica di ciliegie selvatiche, secondo una ricetta vecchia di 500 anni.

Punti di interesse

Nel centro storico è possibile visitare il Museo del Territorio Biellese è il museo della Città di Biella che raccoglie testimonianze dell’intero territorio, da Viverone al Lago della Vecchia, dalla Bessa al Monte Rubello. La visita al museo, collocato all’interno del Chiostro della Basilica di San Sebastiano, permette di compiere un viaggio nel tempo che parte dalla preistoria per arrivare al Novecento. Dopo la visione della mappa del territorio biellese, che compare nella grande galleria d’ingresso del Museo, il museo si sviluppa su due percorsi che si intersecano: uno dedicato alla sezione archeologica (dalla paleontologia al Medioevo), l’altro dedicato alla sezione storico-artistica (dal Rinascimento al collezionismo del Novecento). Da visitare inoltre la Cattedrale dedicata al patrono di Biella, Santo Stefano, edificata nel nucleo di più antica formazione della città e che ospita un raro esempio di iconografia popolare ormai scomparsa dopo il Concilio di Trento: il Cristo della Domenica. Accanto al Duomo sorge uno degli esempi più significativi di arte romanica in Piemonte: Il Battistero, edificato su un sepolcreto romano.

A pochi chilometri dal centro abitato, a 1180 metri s.l.m, si trova il Santuario della Madonna Nera di Oropa, il più celebre luogo di pellegrinaggio del Piemonte, uno dei più importanti d’Italia e forse il più antico santuario mariano dell’occidente. Il complesso è patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco e l’intero territorio è divenuto “Riserva Naturale Speciale Sacro Monte di Oropa”.

Un punto di riferimento per il turismo nella montagna biellese è Oropa: raggiungibile in poco tempo da Vercelli, Novara, Milano, Torino e dalle altre città del nord-ovest. In estate, nella Conca di Oropa, è possibile percorrere vie ferrate, fare trekking, arrampicata, downhill o semplicemente godere delle viste spettacolari sulla pianura padana e pernottare in uno dei rifugi.

In inverno sono protagoniste le discese in freeride dalla cima del Monte Camino a circa 2400m fino a 1200m sul livello del mare senza togliere gli sci, si possono fare passeggiate con le ciaspole e praticare sci-alpinismo.

La Città di Biella e il comune di Pollone ospitano il Parco della Burcina, che si estende sulle pendici di una collina a 826 metri s.l.m. Creato verso la metà del 1800 dall’imprenditore tessile Felice Piacenza, si estende per 57 ettari conservando numerosi esemplari di rododendri, azalee e pregiate conifere e latifoglie esotiche perfettamente integrate con la vegetazione presente. Nel 1980 è divenuto Riserva Naturale Speciale.

Altri parchi naturali nelle immediate vicinanze: l’area protetta “Oasi Zegna” a Trivero, 100 chilometri quadrati di area naturalistica ad accesso libero nelle alpi biellesi.

La “Riserva speciale della Bessa” una delle più grandi miniere d’oro a cielo aperto tra il II e il I secolo a.c., 10 chilometri quadrati posizionati nei comuni tra Biella e Ivrea.

Candelo è anche sede del Ricetto una delle strutture fortificate del medioevo meglio conservate del Piemonte.

Il Lago di Viverone dista poco più di 20 km. Un lago di origine glaciale alimentato in prevalenza da acque sotterranee al confine tra Biella e Torino. È in parte occupato dai centri abitati come Viverone, località turistica meta di vacanze ed escursioni, destinazione ideale per il birdwatching e sport acquatici.

Champoluc



Panoramica

Champoluc, in Valle d’Aosta, è una delle principali località sciistiche delle Alpi. Situata nel cuore del Monte Rosa, offre una vista spettacolare e un’ampia scelta di impianti da sci. Champoluc è anche un punto di partenza ideale per escursioni estive e passeggiate in montagna. Il borgo, che conserva una tipica atmosfera alpina, è un luogo perfetto per chi cerca avventure all’aria aperta o semplicemente per rilassarsi immerso nella natura

Gastronomia

Champoluc, nel cuore della Valle d’Ayas, offre una gastronomia tipica che riflette le tradizioni montane della Valle d’Aosta. Tra i piatti più rappresentativi troviamo la fonduta valdostana, un piatto ricco e cremoso a base di formaggi locali come il Fontina, che viene fuso con latte, burro e uova, accompagnato da pane tostato. La polenta concia, un altro piatto tipico, è preparata con polenta servita con burro fuso e abbondante formaggio, perfetta per scaldarsi durante le fredde giornate invernali.

I piatti a base di carne sono una costante della cucina champolucese: tra i più noti ci sono i cervi e i camosci, cucinati in vari modi, spesso brasati o accompagnati da salse a base di erbe aromatiche. Il risotto alla valdostana, condito con formaggio e funghi, è un altro piatto che racchiude il sapore delle montagne.

Non mancano le torte e i dolci tipici, come la torta di mele valdostana o la torta di nocciole, che regalano un gusto autentico, ideale per concludere un pasto montano. In abbinamento, il miele e la marmellata artigianale, prodotti tipici della zona, sono spesso utilizzati per accompagnare formaggi o semplicemente gustati al naturale. La cucina di Champoluc è un vero e proprio viaggio nei sapori della tradizione, perfetta per chi desidera immergersi nei gusti autentici delle Alpi.

Vini e Bevande

Le bevande tipiche riflettono la tradizione valdostana, offrendo un mix di aromi e sapori che ben si adattano al clima alpino e alla cultura montana. Tra le più rappresentative, troviamo il Genepy, un liquore aromatico e digestivo, preparato con erbe alpine che crescono in alta quota. Il suo gusto unico, leggermente amarognolo, lo rende perfetto dopo un pasto abbondante.

Un’altra bevanda tradizionale è la grappa valdostana, prodotta con uve locali o vinacce, che si distingue per il suo sapore deciso e la sua capacità di riscaldare durante le fredde serate invernali. La grappa viene spesso servita come digestivo, accompagnando formaggi o dolci tipici.

Per chi preferisce una bevanda più dolce, c’è il miele valdostano, che viene spesso utilizzato come dolcificante naturale o mescolato con acqua calda per creare una bevanda calda e rilassante, ideale per affrontare le rigide temperature montane.

Infine, la birra artigianale valdostana sta guadagnando sempre più popolarità, grazie alla produzione di birrifici locali che utilizzano ingredienti tipici del territorio, come il luppolo e le erbe alpine. Queste birre, fresche e saporite, sono perfette per accompagnare un pasto o semplicemente per un momento di relax dopo una giornata di escursioni.

Punti di interesse

Il paese è un punto di partenza ideale per esplorare i numerosi punti di interesse che arricchiscono la zona, offrendo esperienze indimenticabili per gli appassionati di storia, natura e tradizioni montane.

Uno dei luoghi di maggiore rilevanza storica è la Chiesa di San Martino ad Antagnod, un’antica chiesa risalente al XV secolo situata nell’omonima frazione. La chiesa è un ottimo esempio di architettura alpina, con una struttura semplice ma affascinante, con elementi in legno e pietra che si fondono armoniosamente con il paesaggio circostante. Al suo interno, si possono ammirare pregevoli affreschi che raccontano la vita religiosa e le tradizioni locali. La chiesa è anche un importante punto di riferimento per la comunità di Champoluc e un luogo di culto dove si celebra la devozione religiosa.

Il Ru Cortot da Barmasc è un sentiero storico che attraversa il paesaggio montano, un percorso che si snoda attraverso un’antica mulattiera che univa le frazioni di Champoluc con la valle sottostante. Il percorso è particolarmente suggestivo grazie alla vista panoramica che offre sul paese e sulla vallata circostante. Lungo il cammino, si possono scoprire angoli nascosti e scorci che rendono il Ru Cortot una meta ideale per gli amanti del trekking e della storia locale.

Il Massiccio del Monte Rosa, una delle vette più alte delle Alpi, è senza dubbio il fiore all’occhiello di Champoluc. La montagna è una meta imperdibile per gli appassionati di montagna e sci, ma anche per chi ama semplicemente osservare il panorama mozzafiato che offre. Il Monte Rosa è un simbolo della maestosità della natura alpina, e la sua imponente presenza domina il paesaggio di Champoluc, offrendo incredibili opportunità di escursioni, arrampicate e sci alpinismo. Un’altra meta di grande fascino è il Lago Blu, situato a 2.000 metri di altitudine, che si raggiunge attraverso una facile escursione. Questo lago alpino, circondato da boschi e vette innevate, è un luogo ideale per una passeggiata tranquilla, per scattare fotografie o semplicemente per godere della serenità del paesaggio.

Il Villaggio di Mascognaz, uno degli angoli più affascinanti di Champoluc, è un antico borgo che conserva ancora intatto il suo aspetto tradizionale. Questo pittoresco villaggio di montagna, caratterizzato da costruzioni in pietra e legno, è perfetto per chi vuole immergersi nella storia e nelle tradizioni locali. Mascognaz è anche famoso per la sua posizione panoramica, che offre una vista impareggiabile sulle montagne circostanti. Il villaggio è il luogo ideale per una passeggiata alla scoperta delle antiche case walser e delle tradizioni di un tempo.

Infine, i Sabots sono i tradizionali zoccoli in legno che da secoli sono usati dagli abitanti delle valli valdostane. Un simbolo delle tradizioni montane, i sabots erano un tempo indispensabili per lavorare nei campi e affrontare le dure condizioni invernali. Oggi, questi zoccoli sono diventati un simbolo del patrimonio culturale e sono spesso acquistati come souvenir per portare a casa un pezzo della tradizione valdostana.

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