Victor Lafay, il più vincente dei battenti
Il Giro arriva a Guardia Sanframondi in provincia di Benevento, paese famoso in tutto il mondo per i Riti Settennali di Penitenza, i cui “i battenti” seguono la statua della Madonna percuotendosi con una spugna di sughero chiodata.
L’ultima di queste spettacolari processioni si è tenuta nel 2017 attirando decine di migliaia di turisti e devoti, la prossima sarà nel 2024.
L’ottava tappa della Corsa Rosa arriva qui dunque giusto tra una Penitenza e l’altra, con un percorso tortuoso e impegnativo che mette in croce tutti fin dalla partenza di Foggia.
La tappa pare disegnata apposta per le fughe quindi ci provano subito in molti, tanti, troppi, col risultato con che non ci riesce nessuno.
In più nella prima parte di gara c’è vento laterale, che vuol dire: tutti gli uomini di classifica in testa con i loro gregari, soprattutto Deceuninck-Quick Step e Ineos, velocità altissima e zero possibilità per qualcuno di evadere dal gruppo.
La fuga in effetti poi riesce ad andare, ma solo dopo 60 km di corsa matta e disperatissima, con la prima ora fatta ai 44,5 km/h di media nonostante 600 metri di dislivello.
I 9 che più di tutti ci hanno creduto e che iniziano la loro personale processione laica sono: Alexis Gougeard (AG2R Citroën), Giovanni Carboni (Bardiani-CSF-Faizanè), Nelson Oliveira (Movistar), Victor Lafay (Cofidis), Francesco Gavazzi (EOLO-Kometa), Kobe Gossens (Lotto Soudal), Nikias Arndt (Team DSM), Fernando Gaviria (UAE Team Emirates), Victor Campenaerts (Qhubeka Assos).
Salgono di buon accordo il Gpm di Bocca della Selva, un 2^ cat che termina a 50 km dal traguardo, scollinando con 6’30’’ dal gruppo.
Lungo l’interminabile discesa che porta a Castelvenere e da qui alla salita finale, tra i fuggitivi prova a scattare Gaviria.
Prova a scattare nel senso che ci riesce, guadagna cento metri ma la sua azione viene bloccata dal tornante successivo, in cui il velocista colombiano scivola, si rialza e riparte, ma ora da inseguito diventa inseguitore.
Perde una trentina di secondi dagli altri 8, dopo qualche chilometro riesce a rientrare ma mostra sul lato destro del corpo i segni della caduta.
Mancano 30 km a Guardia Sanframondi, e la sua immedesimazione coi battenti del paese sannitico è ora completa.
Il gruppo invece scende compatto, guidato dai compagni della Maglia Rosa, con un ritardo che oscilla sempre attorno ai 6’.
Verso la fine della discesa nella fuga si accorgono che gli uomini di classifica non sono interessati alla vittoria di tappa, si sentono tranquilli e allora iniziano gli scatti.
Una staffilata alla volta si punzecchiano a turno Campenaerts, Oliveira, Gossens, Gougeard, senza però mai fare la differenza.