Arrivati all’10° giorno di corsa, la classifica generale del Giro d’Italia 2025 avrà già assunto una fisionomia già ben chiara, anche se tutt’altro che definitiva visto che il duro arriverà da qui in avanti. Dopo la giornata di riposo in terra toscana, i corridori ripartiranno subito con una delle tappe cruciali dell’edizione 108: la cronometro da Lucca a Pisa.
La prova contro il tempo toscana sarà interamente pianeggiante, per un totale di 28,6 km che potranno dare modo agli specialisti di spingere lunghi rapporti e provare a scavare un solco importante nei confronti di chi è meno avvezzo a questo tipo di sforzo. Gli scalatori avranno maggior modo di divertirsi l’indomani, nella Viareggio – Castelnovo ne’ Monti di 185 km, con la durissima salita dell’Alpe San Pellegrino (1a cat., 14,2 km all’8,7%) nella parte centrale di tappa e poi la salita di Toano (2a cat.) e, soprattutto, quella con vista sulla Pietra di Bismantova (2a cat., 6,5 km al 5,2%) che terminerà a 5 km dall’arrivo. Il disegno della tappa sembra sorridere particolarmente a chi avrà voglia di lanciarsi in fuga fin dalle prime battute.
La tappa 12 si lancia e finisce in Emilia, con partenza da Modena e arrivo a Viadana (Oglio-Po) dopo 176 km velocissimi, in cui dovrebbero essere gli sprinter a contendersi il successo. Interessante sarà poi vedere come il gruppo interpreterà la Rovigo – Vicenza di 180 km, con lo strappo di Monte Berico (1 km al 7,6%) da ripetere due volte nel circuito finale della città veneta, che presenterà anche la breve asperità di Arcugnano. Potrebbe essere una giornata da fuga, ma anche da imboscate, visto che il finale ben si adatta agli scattisti.
Il giorno dopo si partirà da Treviso per arrivare a Nova Gorica/Gorizia dopo 186 km. Si sconfinerà in quello che in questo momento è uno dei Paesi cardine del ciclismo mondiale, la Slovenia, che sicuramente accoglierà la carovana rosa con il bagno di folla che sempre riserva al Giro quando arriva da quelle parti. Non sarà però una frazione da Pogačar o da Roglič, ma più da velocisti, che dovranno comunque tenere gli occhi aperti nel tortuoso circuito finale di Nova Gorica.
Dal Friuli si tornerà poi in Veneto con la Fiume Veneto – Asiago di 214 km. Dopo lo splendido show dello scorso anno, si rivedrà la scalata al Monte Grappa (1a cat., 25 km al 5,8%) nella parte centrale della tappa, stavolta dal versante di Romano d’Ezzelino, ma a scatenare la bagarre dovrebbe essere soprattutto la salita di Dori (1a cat., 16,3 km al 5,5%), da superare a 24 km dall’arrivo prima del lungo falsopiano fino all’arrivo. Con il giorno di riposo in vista, qualcuno potrebbe trovare la voglia di muoversi, ma anche ad Asiago è verosimile pensare all’arrivo di una fuga partita da lontano.