Lo aveva promesso a tutti i suoi tifosi, a tutti i suoi connazionali sloveni che si erano sobbarcati la trasferta per vederlo in azione sulla salita del Monte Grappa. E quando promette qualcosa, si sa, Tadej Pogačar fa sempre di tutto per essere di parola.
Con un gigante come il Monte Grappa da affrontare due volte, il fenomenale capitano della UAE Team Emirates ha trovato il terreno adatto per dare spettacolo, il sesto del suo trionfale Giro d’Italia, e lui non si è fatto pregare. Ha spremuto al massimo tutti i suoi compagni di squadra per tenere la corsa più chiusa possibile, per non dare nemmeno una chance ai coraggiosi di giornata. L’unico che ha provato a farli tremare è stato il più giovane in corsa, quel Giulio Pellizzari (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè) che fa sognare l’Italia del ciclismo per coraggio, fantasia e talento in salita.
Pellizzari ha tenuto botta per oltre metà dell’ultima scalata del Monte Grappa, poi Pogačar ha attaccato e allora si è messo il cuore in pace. Sarà per il prossimo anno. Tadej ha prima allontanato un tifoso, poi ha regalato una borraccia a un piccolo tifoso, ha pennellato le curve in discesa come se avesse gli avversari alle calcagna e quindi ha vinto, stravinto, inchinandosi al numerosissimo pubblico di Bassano del Grappa.
Con 5 vittorie in Maglia Rosa, ha eguagliato il record per un solo Giro di Learco Guerra (1934) e Eddy Merckx (1973). Con 6 vittorie di tappa, ha fatto segnare il miglior valore dal 2004, quando Alessandro Petacchi ne conquistò 9. Con 13 vittorie stagionali, ha già vinto quanto tutto il 2021, quando nel suo bottino finirono la Tirreno-Adriatico, la Liège-Bastogne-Liège, il Tour de France ed il Giro di Lombardia. Con 19 giorni in Maglia Rosa, ha eguagliato quelle di Johan de Muynck nel 1978 ed Evgeni Berzin nel 1994. Più di loro solo Franco Chioccioli e Miguel Indurain: 20 nel 1991 e 1992; ed il record di 21 di Eddy Merckx nel 1973, Gianni Bugno nel 1990 e Tony Rominger nel 1995. Insomma, Tadej abbatte record su record.
