Un Amore Infinito. Per Tadej Pogačar, per Roma, per questo Giro d’Italia 2024 che ha colorato di rosa il nostro splendido Paese, che ha unito le grandi città ai piccoli borghi, le montagne al mare, per tre settimane di vittorie e gioie, cadute e dolori, fatiche e scoperte.
Il tutto ha portato all’epilogo nella Città Eterna, tra il Colosseo e i Fori Imperiali, l’Altare della Patria, il Campidoglio, il Circo Massimo, le Terme di Caracalla e il Lungotevere. Uno scenario dal fascino millenario, unico al mondo, che si è ben sposato con il vincitore di questa 107ª edizione della Corsa Rosa, a sua volta unico al mondo, Tadej Pogačar.
Si era presentato a Torino coi gradi di super favorito, di corridore inattaccabile, e lui ha fatto quello che tutti si aspettavano: stravincere. In 21 tappe ha rifilato quasi 10 minuti al secondo, Daniel Martinez (Bora-hansgrohe), ha vinto 6 tappe, 5 delle quali in Maglia Rosa, e l’impressione è che in qualche occasione abbia anche frenato per non cannibalizzare troppo la corsa. È stato 20 giorni in Maglia Rosa e ha battuto record su record (rivivi il live per trovarne alcuni). Cose dell’altro mondo. Cose da Eddy Merckx, anzi, cose da Tadej Pogačar.
Ma riassumere Pogačar solamente nei freddi numeri sarebbe profondamente sbagliato. La nuova Maglia Rosa è anche quello che regala fiori e occhiali ai tifosi, che prende una borraccia dal suo massaggiatore solo per donarla a un bambino a bordo strada, che elargisce sorrisi a destra e sinistra, che tira la volata ai compagni, che si toglie la Maglia Rosa per darla a un giovane corridore che ha appena battuto, che imita Hulk al foglio firma, che fa finta di fare il DJ davanti alla telecamera. Tadej è quel corridore per cui tutti, compagni e staff, si sacrificano volentieri, per cui tutti rinunciano a qualsiasi velleità personale pur di spingerlo sempre più in alto.
Il Trofeo Senza Fine è in buone mani. E ora, caro Tadej, buona fortuna per il Tour de France. La storia attende.
