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Ricordi da… Livigno, 1972: Merckx fa un altro sport

18/05/2024

1972 vuol dire essere nel pieno periodo di regno di Eddy Merckx che, vale la pena ricordarlo una volta di più, è ad oggi il più grande corridore di tutti i tempi, con più di 400 vittorie tra i professionisti. In quella stagione, compresi i criterium, si portò a casa la bellezza di 50 vittorie, tra le quali la Milano-Sanremo, la Liegi-Bastogne-Liegi, il Giro di Lombardia e la clamorosa doppietta Giro d’Italia – Tour de France, che in carriera farà ben tre volte.

La Corsa Rosa l’aveva già vinta due volte e in quel 1972 a minacciarlo c’erano gli scatenati spagnoli della KAS, che in salita avevano dimostrato di poterlo contrastare, ma non in tutti gli altri terreni. Dopo aver perso due minuti sul Blockhaus a favore di José Manuel Fuente, il Cannibale aveva strappato la Maglia Rosa allo spagnolo già alla Tappa 7 di Catanzaro e l’aveva rinsaldata alla sua maniera vincendo la cronometro di Forte dei Marmi e poi staccando tutti sul Monte Jafferau.

Gli spagnoli attendevano le grandi montagne per tentare un ultimo disperato assalto al Giro e la prima occasione si presentò nella lunghissima Parabiago-Livigno di 256 km, con il Passo del Foscagno da affrontare nel finale. Fuente attaccherà e guadagnerà una manciata di secondi su Merckx, ma scendendo verso Livigno verrà ripreso e staccato, anche a causa di una sfortunata foratura che gli farà perdere ulteriore terreno.

A Livigno, quindi, arriverà Merckx trionfante in Maglia Rosa, con la sicurezza che più nessuno avrebbe potuto strappargliela. Il giorno dopo sullo Stelvio lascerà la gloria a Fuente, ma l’ultimo giorno a Milano arriverà con un vantaggio di 5’30” su di lui e di 10’39” sul compagno Francisco Galdós. Il Cannibale fa il Cannibale.

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