La sua storia ha un finale triste, ma tra le pagine del Giro d’Italia il nome di Alessandro Fantini appare più di una volta ed è sempre bello ricordare le imprese in bicicletta di questo ragazzo, scomparso prematuramente nel 1961. Corridore veloce, per gran parte della carriera a disposizione dei capitani, Fantini vinse sette tappe alla Corsa Rosa, la prima delle quali ad Acqui Terme, nell’edizione del 1955.
In quel caso il corridore abruzzese di Fossacesia riuscì a battere in una volata a tre Rino Benedetti e Michele Gismondi, nell’edizione che vide uno scontro tra giganti ultra 35enni, Fiorenzo Magni e Fausto Coppi, col primo che vinse la classifica generale negando il sesto Giro a Coppi per appena 13 secondi.
Fantini, che fino a quel momento era considerato un onesto gregario, troverà poi modo di togliersi tante altre belle soddisfazioni, vale a dire le già citate 6 tappe al Giro, la Maglia Rosa indossata nel 1956, ma anche due frazioni al Tour de France. E magari avrebbe anche avuto modo di vincerne altre, se il fato non gli avesse tolto la vita ad appena 29 anni.
“Sandrino”, come era chiamato da tutti, morì infatti nel 1961 a causa di una caduta all’arrivo della tappa di Treviri, al Giro di Germania, che gli provocò la frattura del cranio e un coma di due giorni prima di spirare, lasciando nella disperazione moglie e figlia, nonché incompiuta una carriera apprezzabile. Il Giro lo ha ricordato nel 2023 quando è partito dalla sua Fossacesia e lo farà anche quest’anno, ricordando quel suo primo successo ad Acqui Terme alla Corsa Rosa.
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