Aveva vinto con un assolo ad Oropa, aveva vinto con eleganza e potenza nella cronometro di Perugia, gli mancava un successo in volata. Così Tadej Pogačar, per dimostrare che sa vincere anche arrivando con un gruppetto più nutrito, ha deciso di attendere gli ultimi 200 metri della scalata di Prati di Tivo per palesare una volta di più tutta la sua superiorità.
Se vogliamo, ci ha stupito anche stavolta. In primis perché ha voluto tenere chiusa la corsa fin da subito, quando invece avrebbe potuto lasciare andare la fuga di 14 uomini e concentrarsi esclusivamente sulla salita finale, e poi perché, una volta ripresi tutti gli attaccanti, non ha voluto fare uno dei consueti one-man show ma ha atteso, appunto, lo sprint in salita.
Ammirare la Maglia Rosa – oggi in total pink (domani chi lo sa…) – alzare le braccia al cielo è sempre un bel vedere, anche se oggi non ha voluto cannibalizzare la corsa. Era dai tempi di Moreno Argentin (1987) che un corridore non velocista non vinceva ben 3 tappe dopo i primi 8 giorni di corsa, giusto per confermare che ciò a cui stiamo assistendo non è del tutto normale.
Dietro, però, è tutto più livellato: sul podio virtuale ci sono Daniel Martinez (Bora-hansgrohe) e Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), ma Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale) appare in netta crescita e come lui anche Antonio Tiberi (Bahrain Victorious), l’unico ad averci provato oggi salendo verso Prati di Tivo. Affondato a oltre 20 minuti Luke Plapp (Jayco AlUla), la lotta per la Maglia Bianca sembra ristringersi allo stesso Tiberi e al finora molto solido Cian Uijtdebroeks (Team Visma | Lease a Bike), senza sottovalutare il rivitalizzato Thymen Arensman (Ineos Grenadiers).
A proposito di Tiberi, l’Italia sembra aver trovato un ottimo passista-scalatore, in grado di lottare per alte posizioni nelle corse a tappe. Una buona notizia, che pareggia una statistica piuttosto triste: oggi è stato eguagliato il record di astinenza da Maglia Rosa per un corridore italiano, che è destinato a peggiorare ulteriormente nei prossimi giorni. 66 tappe, come il periodo che è andato da Blockhaus 1972 ad Ancona 1975.