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Narvaez, scacco al re

04/05/2024

Tadej Pogačar ha cominciato il suo primo Giro d’Italia come tutti si aspettavano, dando spettacolo. Sulla sua strada, anzi sulla sua ruota, si è però trovato Jhonatan Narvaez, che lo ha infilzato nello sprint di Corso Moncalieri, a Torino, e gli ha tolto la scena, ma soprattutto la prima Maglia Rosa. Per la forza dimostrata in questo 2024, era facile immaginarsi Tadej agilmente primo in classifica già questa sera, ma il ciclismo e la Corsa Rosa sono sempre un mare di sorprese. E la prima l’abbiamo già avuta.

La frazione inaugurale, scattata da Venaria Reale, è stata subito scoppiettante, come d’altronde deve sempre essere quando la Maglia Rosa è vacante. Il forcing della UAE Team Emirates è cominciato fin dal primo transito sull’insidioso dente di San Vito e poi è proseguito sulle Colle Maddalena, con uno stoico Lilian Calmejane (Intermarché-Wanty) che resisteva davanti e si cuciva addosso la prima Maglia Azzurra.

Le prime fatiche fanno sempre molto male, perché colpiscono un motore ancora in fase di rodaggio. Lo sanno bene Romain Bardet (dsm-firmenich PostNL), che si è staccato a sorpresa da un gruppo di 40 corridori, lasciando per strada ben 57”, o Thymen Arensman (Ineos Grenadiers), staccato di 2’17” mentre il compagno Narvaez disegnava il suo capolavoro davanti.

La squadra di Pogačar, però, non è così imbattibile e si è notato sul Colle Maddalena, quando Tadej è rimasto solo con Rafal Majka e si è visto costretto a chiudere su decine di attacchi. Prima del dente finale di San Vito è andato via un drappello molto forte, con Damiano Caruso (Bahrain Victorious), Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe), Alessandro De Marchi (Jayco AlUla), Giulio Pellizzari (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), Mikkel Honoré (EF Education-EasyPost), Alex Baudin (Decathlon AG2R La Mondiale) e Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck). Proprio quest’ultimo tentava l’impresa solitaria, mentre dietro Pogačar diceva a Majka di non affannarsi nell’inseguimento, perché avrebbe messo tutto apposto nei 1500 metri di rapida salita prima della picchiata su Torino.

La prima accelerazione di Pogačar è arrivata, puntuale, a 4 km dall’arrivo. Una progressione micidiale, che ha mandato a brandelli il gruppo e ha disintegrato le speranze degli attaccanti, ripresi uno dopo l’altro come se salissero al rallentatore. Conci, stoico ma svuotato, è stato ripreso proprio in cima, ad un passo dal sogno rosa e dalla prima vittoria da professionista, e a quel punto non ha potuto fare altro che alzare bandiera bianca e dare appuntamento ad una delle prossime tappe.

Tutto fatto? No, perché quando Tadej si è voltato per vedere i danni che aveva fatto, alla sua ruota si è ritrovato un fiero ecuadoriano in maglia di campione nazionale, quel Jhonatan Narvaez che aveva già vinto a Cesenatico nel 2020 e che ogni anno pare diventare più forte. Ma non solo lui, anche il tedesco Max Schachmann era lì, poco più indietro, con quella forza nelle gambe che da un paio d’anni non mostrava.

A quel punto non c’erano più ne il tempo ne lo spazio per sbarazzarsi dei due ribelli: a Torino è volata, e il re Pogačar viene battuto da entrambi. Narvaez manda in estasi l’Ecuador e si prende la Maglia Rosa. Ma domani si sale verso il Santuario di Oropa, che rievoca miti e leggende… il posto giusto per Pogačar.

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