Al centro della bandiera dell’Ecuador c’è un vulcano innevato, e oggi sull’Etna ha vinto Jonathan Caicedo.
Il campione nazionale ecuadoregno ha staccato Visconti negli ultimi chilometri della strada “mareneve” e è arrivato da solo al traguardo di Piano Provenzana, maglia gialla/blu/rossa in mezzo alla terra nera.
La mitologia greca racconta che l’Etna fosse la dimora di Efesto, il dio del fuoco.
Aiutato dai ciclopi forgiava armi e metalli dentro le viscere del vulcano, e la sua fucina arrossava la cima del monte, generando terremoti e colate di scintille.
In questa parte della Sicilia tutto gira attorno al Grande Vulcano, come a una gigantesca forza magnetica, come se il suo cratere fosse un piccolo buco nero.
Le strade e i paesi alle sue pendici sotto fatti di basalto, i detriti lavici rendono fertilissima la terra fino a mille metri, si coltivano uva e ulivi, agrumi e zafferano.
Sull’Etna si scia e si va in montagna, si studia la geologia e si osservano stelle.
Ad ogni modo oggi la fucina di Efesto lavorava a gran ritmo, e ha riversato le sue scintille direttamente sulla corsa.