La mostra fotografica propone un punto di vista inedito dell’ultima edizione della Corsa Rosa
Palloncini in festa, biciclette, magliette e bandierine ma anche unghie colorate e acconciature sgargianti, parrucche, ghirlande appese e automobili improbabili. Poi la trepidante attesa nei bar e nei caffè, le grida dei bambini che giocano per le strade, città e paesi di provincia addobbati a festa, la festa ‘rosa’ del Giro d’Italia.
Questo e molto altro è raccontato dalla mostra fotografica “Il Sabato Rosa del Villaggio” di Faema, brand di Cimbali Group e partner ufficiale del Giro d’Italia dal 2022, e Leica Camera Italia, leader globale nei settori fotocamere e ottiche sportive.
La mostra ha aperto le porte al pubblico il 6 settembre presso la Leica Galerie di Milano e durerà fino ai primi di ottobre.
Il Giro d’Italia, infatti, è un mix sensazionale di piacere e tradizione, un’esperienza da condividere, un “collante” appassionato capace di aggregare ovunque, esattamente come il caffè bevuto al bar o a casa. Faema tutto questo lo sa e da qui nasce l’idea del progetto fotografico che Leica ha sposato a tutto tondo.
“Faema è profondamente intrecciata con il mondo del ciclismo e con il Giro d’Italia: nel passato, attraverso la sponsorizzazione di una squadra di campioni, tra cui Eddy Merckx, Italo Zilioli e Vittorio Adorni, e negli ultimi tre anni come partner ufficiale della manifestazione. Questo forte legame ci ha consentito di connetterci con un vasto pubblico – dalle grandi città alle piccole realtà di paese -che vive la passione per la corsa rosa, spesso seguendo le tappe seduto ai tavolini dei bar, dove Faema è presente da quasi 80 anni”, ha commentato Silvia Ruggiero Head of Communications di Cimbali Group, “Ci è sembrato quindi naturale voler immortalare quei momenti e abbiamo scelto ancora una volta la fotografia come linguaggio privilegiato per indagare l’umanità dei ciclisti e del pubblico che sogna con loro: scatti fotografici, creazioni intrise di emozione che hanno trasformato ogni momento di questo viaggio e persino il semplice gesto di preparare una tazza di caffè in un’opera d’arte.”