Quando si arriva da queste parte si sente profumo di storia, di grandi imprese, di duelli e battaglie. Le Dolomiti sono il sinonimo perfetto del ciclismo: l’immane fatica dei corridori immersa in uno scenario unico al mondo, quello che li consacrerà vincitori o sconfitti, ma comunque vada li farà entrare nel cuore della gente. Oggi, poi, salendo verso Coi e la Val di Zoldo, c’erano un italiano contro un francese, proprio come nel secolo scorso era facile vedere. Anzi, c’erano il campione italiano in carica, Filippo Zana, con Tricolore in bella vista, e il francese più amato dagli italiani (mica facile!), Thibaut Pinot, l’eroe tragico rappresentato al meglio dal suo celebre tatuaggio “solo la vittoria è bella”.
Purtroppo per lui, però, analogamente a quanto successo a Crans-Montana, la volata in salita ha premiato il suo rivale, Zana, che ha così colto la sua prima vittoria al Giro d’Italia, nonché la prima da quando, un anno fa, conquistava la maglia Tricolore. Se tra i corridori davanti lo spettacolo non è mancato, lo stesso si può dire di ciò che è successo dietro.
Lo avevamo detto, Primož Roglič non avrebbe lasciato facilmente la gloria agli avversari dopo le difficoltà accusate sul Monte Bondone, e allo stesso tempo la Maglia Rosa Geraint Thomas e João Almeida non si sarebbero accontentati dei 25, miseri, secondi guadagnati sulla montagna trentina. Era solo la prima battaglia, e oggi è arrivata la seconda. Se martedì storceva la bocca Roglič, oggi è toccato ad Almeida, che ha barcollato sull’attacco dello sloveno salendo verso Coi ma, anche grazie al prezioso appoggio di Jay Vine, è riuscito a sua volta a limitare bene i danni. Domani, però, con Passo Campolongo, Passo Valparola, Passo Giau e Passo Tre Croci prima delle Tre Cime di Lavaredo, le Dolomiti potrebbero presentare un conto ben più salato.
Inutile girarci attorno, la cronoscalata del Monte Lussari è un’incognita per tutti. È difficile sapere e capire chi potrà guadagnare e chi perdere tra i tre moschettieri che, pare proprio, si giocheranno la vittoria del Giro d’Italia. E così la frazione di domani diventa l’ultima chance di arrivare sul Lussari con qualche certezza in più ed evitare la roulette russa dell’inedita salita friulana. Ora o mai più.