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Gli anni d’oro di Jonny Milan

07/05/2023

Jonathan Milan a San Salvo, Giro d'Italia 2023

Basta guardarlo da vicino: 194 cm di altezza e 84 kg che emanano potenza da tutti i pori. Jonathan Milan è uno di quei corridori che in gruppo riconosci subito, perché spicca per fisico ed eleganza. Se poi si pensa che è campione olimpico, mondiale ed europeo su pista, nell’inseguimento a squadre, è facile intuire che quella stazza fa da carrozzeria ad un motore strabiliante. 

Finora, come detto, Jonny ha fatto il fenomeno soprattutto nei velodromi di mezzo mondo, e al momento nell’inseguimento individuale, a livello mondiale, è secondo solo al connazionale Filippo Ganna. Riuscire a trasportare questo talento dalla pista alla strada, si sa, è però tutt’altro che facile, perché un conto è far valere la tua potenza in una prova di 4 km, un altro è primeggiare dopo 200 km e quasi 5 ore in sella. 

Milan ha cominciato a farlo con successo alla fine dell’anno scorso, quando ha vinto due tappe alla CRO Race e poi all’inizio di quest’anno, quando ha sverniciato un fulmine di guerra come Dylan Groenewegen nel bel mezzo del deserto del Saudi Tour. I primi segnali di un talento pronto a sbocciare.

Prima di questo Giro d’Italia che, vale la pena ricordarlo, è il primo Grande Giro della sua carriera, il friulano, classe 2000, si è fatto le ossa tra Milano-Sanremo, Parigi-Roubaix e classiche del pavé, mettendosi a disposizione dei compagni e, c’è da dirlo, soffrendo parecchio, forse più di quanto si aspettasse. Nel mezzo, comunque, è andato a Grenchen a vincersi un europeo sia nell’inseguimento individuale che in quello a squadre.

A questo Giro d’Italia si è però presentato con la totale fiducia della Bahrain Victorious, che se per la classifica generale ha portato Jack Haig, Damiano Caruso e Santiago Buitrago, per le volate ha deciso di puntare tutto su Jonny, spalleggiato dal suo mentore Andrea Pasqualon. Ebbene, alla prima chance Milan ha lasciato il segno sul traguardo di San Salvo con una volata tutta gambe e watt. Ora si ritrova in Maglia Ciclamino e con tutto un Giro davanti, che potrà correre senza lo stress di dimostrare nulla e la consapevolezza di aver già fatto il suo. 

E in tutto ciò gli italiani si sfregano le mani. Era da Giulio Ciccone nel 2016 che un corridore italiano così giovane non vinceva una tappa così giovane, mentre se parliamo di volate dobbiamo tornare addirittura a Mario Cipollini e al 1989. 

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