La seconda tappa si sviluppa interamente nel cuore della Valle d’Aosta. Si parte da Aymavilles, cittadina immersa nel verde di vigneti e frutteti, dominata dalla Grivola, nonché porta d’accesso al Parco Nazionale del Gran Paradiso, e si va in direzione Courmayeur, dove è posto il traguardo volante.
Questa è zona caratterizzata da declivi morenici, i quali sono particolarmente vocati alla coltura della vite, che non a caso ne caratterizza l’intero paesaggio. La Favò, invece, è il piatto tipico del territorio, caratteristica del villaggio di Ozein. Gli ingredienti sono tipicamente alpini: pasta, fontina, pane nero abbrustolito nel burro, salsiccia, pancetta e fave. La Favò è protagonista dell’omonima Festa che si tiene ogni anno nell’ultima settimana di luglio ad Ozein, nata per valorizzare questo piatto prelibato, che gli addetti ai lavori del Giro Next Gen avranno sicuramente modo di provare nei giorni di gara..
La tappa poi prosegue fino alla Côte de Champ de Vigne, da superare a 8 km dall’arrivo, che potrebbe scompaginare i piani degli uomini veloci e aprirsi invece ai finisseur. Il traguardo è posto a Saint-Vincent, la cosiddetta “Riviera delle Alpi”, dove sarà premiato il vincitore dopo 105 km di battaglia.
Saint-Vincent è stata sede di tappa del Giro d’Italia innumerevoli volte, ha ospitato la Grande Partenza nel 1978, con un prologo tutto sulle sue strade, vinto da Dietrich Thuarau, e anche un il Gran Finale del 1987, che incoronò Stephen Roche in una delle edizioni più controverse di sempre. In generale, però, a Saint-Vincent ci hanno vinto Vito Taccone, Gianni Motta, Eddy Merckx, Roger De Vlaeminck e Francesco Moser. Nel 1959 ha anche ospitato l’arrivo di una frazione del Tour de France, vinta dal grande Ercole Baldini.