Tolta la maschera al Giro d’Italia 2024, per i tifosi è già tempo di scatenarsi con commenti, previsioni, apprezzamenti e critiche. La prima cosa che salta all’occhio, però, è il cambio di stile, di filosofia, nel disegno della 107ª edizione della Corsa Rosa. Negli ultimi due anni, infatti, per un insieme di circostanze è venuta a crearsi una corsa bloccata tra gli uomini di classifica che quasi stonava con il divertimento e la frenesia del ciclismo moderno.
Il discorso più vecchio del mondo vale sempre e continuerà a valere, “la corsa la fanno i corridori”, quindi si può disegnare il percorso più bello e perfetto del mondo, ma se poi gli atleti decidono di giocarsi tutto nell’ultimo giorno utile c’è poco da pensare e disegnare. È stato così nel 2022 con Jai Hindley e Richard Carapaz che hanno atteso la Marmolada per mostrare il loro potenziale, ed è stato così nel 2023 quando Primož Roglič e Geraint Thomas sono parsi attendere il turno della cronometro del Monte Lussari per giocare davvero a carte scoperte. Pur con un dislivello importante, quindi, i tapponi della terza settimana hanno involontariamente portato a una corsa un po’ attendista, anche se Carapaz due anni fa e Thomas l’anno scorso, alla fine, hanno pagato il fatto di voler provare il tutto per tutto nelle ultime giornate.
Quest’anno, però, non potrà essere così, perché la già analizzata Grande Partenza costringerà i più forti a venire subito allo scoperto, con la salita dell’Eremo e il Colle Maddalena il primo giorno, e l’arrivo in salita ad Oropa il secondo. Dopo tre tappe riservate agli uomini veloci, le insidie torneranno nella Viareggio-Rapolano Terme, con 12 km di strade bianche concentrate negli ultimi 45 km, e il giorno dopo con la cronometro Foligno-Perugia di 37,2 km, pianeggiante prima degli ultimi chilometri all’insù verso il capoluogo umbro.
Subito dopo è previsto l’arrivo in salita a Prati di Tivo (14,6 km al 7%), che darà un’altra spallata alla classifica generale e, dopo l’ormai consueto show di Napoli e il primo giorno di riposo, nuovo arrivo in quota a Cusano Mutri (Bocca della Selva), che misura 17,9 km al 5,6%. I due arrivi allo sprint di Francavilla al Mare e Cento verranno spezzati dalla sempre insidiosa tappa dei muri marchigiani, con finale a Fano, dopodiché ci saranno altri 31 km contro il tempo, da Castiglione delle Stiviere a Desenzano del Garda, completamente pianeggianti e adatti ai grandi specialisti. Prima del giorno di riposo c’è il tappone da 220 km di Livigno, con la Forcola di Livigno (18 km al 7,1%) e il Mottolino (8,1 km al 6,6%) da superare nel finale.
Dopo il break si ripartirà con il Passo dello Stelvio (Cima Coppi) in apertura della 16ª tappa e arrivo in salita, anche se non troppo complicato, a Santa Cristina Val Gardena. Tappa breve, ma intensissima, quella del giorno seguente, visto che in 159 km si affronteranno Passo Sella, Passo Rolle, Passo Gobbera e due volte, da due versanti diversi, il Passo Brocon, con la salita che porta all’arrivo di 12,2 km al 6,4%. A Padova dovrebbero sorridere i velocisti, mentre a Sappada i fuggitivi, così la resa dei conti sarà riservata alla 20ª frazione e alla doppia scalata del Monte Grappa, dal durissimo versante di Semonzo (18,2 km all’8,1%), che porterà sulle sue pendenze migliaia di tifosi (ricordate la cronoscalata del 2014?) e un finale thrilling. Il giorno dopo, nella passerella di Roma, scopriremo il successore di Primož Roglič.