Tappa 20: Verbania – Valle Spluga / Alpe Motta. Un'altra prima volta
La prima volta fu nel 1909, otto tappe, da Milano a Milano: vincitore Ganna Luigi. La prima salita vera fu Roccaraso, tappa 3 della stessa edizione. La prima volta sopra i 2000 metri fu solo due anni dopo, al Sestriere. La prima delle Dolimiti nel ’37, del Gavia nel ’60, del Mortirolo nel ’90, dello Zoncolan nel 2003. Nel ’61 in Sardegna, all’Elba nel 1980. Il primo sconfinamento fu nel 1923: la frazione Milano – Torino passò da Locarno (Svizzera).
Dopo 103 edizioni, il Giro non ha ancora perso il vizio di esplorare, scoprire, inaugurare. L’entusiasmo è quello di un bambino, di 112 anni. Nel 2021 scoprirà nuovi luoghi e affiderà a una salita inedita lo scontro finale. La penultima tappa terminerà all’Alpe Motta, proprio all’imbocco del sentiero che conduce al Lago Azzurro, il cui “velo puro de l’acque” fu eternato in poesia da Giosuè Carducci. Ma sarà da un altro lago, il Garda, che la frazione partirà. Non sarebbe certo la prima volta per Verbania, ma è Verbania ad essere diversa nel ciclismo oggi, ad essere nuova.
La prima volta di Filippo Ganna, che nel cognome porta il ciclismo degli esordi assoluti, fu su una biciclettina regalata dai nonni. Lo iscrissero al Pedale Verbanese perché non la smetteva più di girare in giardino. La prima volta in gara fu terzo, ma si faceva troppo fatica e tornò a giocare a pallavolo. È l’unico caso in cui per Ganna è stata la seconda volta quella buona, poi non si è più fermato. La prima maglia iridata (nell’inseguimento individuale, dove è a quota quattro mondiali vinti) nel 2016, il primo record del mondo nel 2019, la prima maglia iridata su strada (a cronometro) lo scorso settembre. Quindi la prima volta al Giro, nel 2020. Prima tappa: vittoria e maglia rosa.