Oggi a Milano è terminato il 104° Giro d'Italia, oggi a Milano si è indossata l’ultima e definitiva Maglia Rosa.
Quest’anno all’interno del colletto della Maglia è stato stampato l’ultimo verso del Purgatorio: “Disposto a salire a le stelle”.
Un modo per celebrare il 700° anniversario dalla morte di Dante.
Ma anche e soprattutto un augurio, un auspicio, una traccia da seguire durante un viaggio di tre settimane che assomiglia tanto alle tre cantiche della Commedia.
La cronometro conclusiva, 30 km da Senago a Piazza Duomo, ha certificato il fatto che il corridore che più di tutti si è meritato il Paradiso è stato Egan Bernal.
Il favorito per la tappa era ancora una volta Filippo Ganna; perché si è aggiudicato le ultime quattro cronometro Rosa, perché indossava la maglia iridata e perché, semplicemente, ha sempre fatto vedere di essere il più forte.
Va tutto come da copione fino agli ultimi duemila metri, quando il campione del mondo lascia la posizione aerodinamica per indicare la ruota posteriore.
Foratura, mentre viaggia a quasi 60 all’ora.
Si ferma, cambia la bici e riparte perdendo pochi secondi, ma comunque abbastanza per creargli dei pensieri.
Dapprima per Edoardo Affini, che all’ultimo intertempo aveva 30’’ di ritardo e che chiuderà terzo a soli 13’’.
Poi ancor di più per Rémi Cavagna che era lì lì per giocarsela col campione del mondo, anzi nel finale pareva che potesse quasi farcela.
Ma il francese non si accorge dell’ultima curva secca a 500 metri dall’arrivo, o meglio la vede ma quando è troppo tardi e va dritto, finendo contro le transenne.
Riparte immediatamente e nonostante l’errore termina secondo, a 12’’.
L’ultimo a impensierirlo è Mattia Sobrero che sta correndo sui tempi dei migliori ma nelle ultime curve si trova imbottigliato da un traffico di ammiraglie, e finisce quarto a 14”.
Per un secondo giù dal podio, per due secondi non arriva addirittura 2°.
Poi, più nessun altro.
Filippo Ganna diventa così il primo atleta a vincere cinque cronometro consecutive nella storia del Giro d’Italia, superando il record di quattro crono di fila che deteneva Francesco Moser, nientemeno.