Matera è considerata una delle città più antiche del Mondo.
Da più di diecimila anni i suoi abitanti hanno scavato all’interno della montagna abitazioni e stalle, cantine e chiese, tutte costruite una sopra l’altra – un mondo rurale che fino agli anni ’50 era considerato “vergogna nazionale”, e oggi è Patrimonio Unesco.
Per i braccianti e i pastori non c’era spazio nella parte alta del colle della Civita, dove nel frattempo si andavano costruendo i palazzi nobiliari e degli alti prelati. E loro se lo sono creati rosicchiando la terra del Sasso Barisano e Caveoso, giù in basso, verso il torrente Gravina, erodendo il tufo lì dove offriva minor resistenza.
La stessa poca resistenza che hanno offerto a Démare i suoi avversari oggi.
Il campione nazionale francese è partito ai 200 metri e nessuno ha potuto nemmeno provarci: né Matthews, arrivato a quattro biciclette di distacco, né Felline, il terzo, tantomeno Sagan che è terminato ottavo.
Sono giusto riusciti a vedere un tricolore scavare un solco d’aria tra se stesso e tutti gli altri, alla ricerca di uno spazio che due giorni fa dev’essergli sembrato troppo esiguo.
Stesso risultato, ma stavolta niente fotofinish.