Facciamo mentalmente un salto in avanti di qualche mese: siamo al 22 maggio, il giorno di riposo alla vigilia dell’ultima settimana del Giro d’Italia 2023. 15 tappe sono già alle spalle, la classifica ha già una sua fisionomia ma è ancora presto per dire chi vincerà la Corsa Rosa. I grandi campioni hanno risposto presente ma non mancano le sorprese, alcuni giovani provano a farsi largo tra i big e nelle 5 tappe che ci separano dalla passerella di Roma può succedere di tutto.
Dopo un’intensa seconda settimana, si ripartirà da Sabbio Chiese in direzione Monte Bondone per 198 km a mille all’ora, con scalate del Passo di Santa Barbara, Passo Bordala, Matassone e Serrada ad anticipare la mitica salita finale del Bondone, lì dove sotto la tempesta di neve nacque il mito di Charly Gaul, lunga 21,4 km al 6,7% di pendenza media. Quella del giorno seguente, invece, sarà una frazione di transizione, che porterà i corridori da Pergine Valsugana a Caorle per 192 km. Si preannuncia essere piuttosto veloce, visto che la strada tende sempre a scendere.
Si proseguirà con la tappa veneta che porterà il gruppo da Oderzo a Val di Zoldo, in località Palafavera, per 160 km piuttosto intensi. Negli ultimi 35 km andranno infatti affrontate le salite di Forcella Cibiana (10,6 km al 7,8%) e poi, per andare all’arrivo, prima la salita verso Coi (5,8 km al 9,7%) e, dopo una brevissima discesa, la rampa finale verso Palafavera (2,7 km al 6,7%). Venerdì 26 maggio sarà quindi il momento del tappone dolomitico, uno di quelli che, vincendolo, ti consegna dritto alla storia del Giro d’Italia: si parte da Longarone e si affrontano in successione il Passo Campolongo (4 km al 7,2%), il Passo Valparola (2196 mt di altitudine, 13,7 km al 6%), il Passo Giau (2233 mt, 9,9 km al 9,3%), il Passo Tre Croci (7,9 km al 7,2%) e la salita finale ai 2304 metri delle Tre Cime di Lavaredo, che misura 7,2 km al 7,6%, ma gli ultimi 3 km sono costantemente sopra il 10%, per un totale di 182 km di tappa.
Ma attenzione, perché il verdetto del tappone dolomitico potrebbe essere ribaltato il giorno seguente con la terribile cronoscalata al Monte Lussari. La prova misura in totale 18,6 km, con i primi 11,3 pianeggianti e veloci, prima di approcciare la salita friulana, che misura 7,3 km con una pendenza media del 12,1% e rampe al 22%. Incappare in una giornata storta proprio in quest’ultima tappa di salita e fatica, vorrebbe dire salutare qualsiasi sogno di gloria.
Solo a questo punto sapremo finalmente chi è il conquistatore della Maglia Rosa, che il giorno seguente, a Roma, la città eterna, solleverà il Trofeo Senza Fine.