Eddy
Belgio17/06/1945
MEENSEL-KIEZEGEM
1965
1978
al giro
Giro
vinte
Nato in Belgio il 17 giugno del 1945 per molti è il più grande di tutti i tempi. Il “Cannibale”, come viene soprannominato, è il corridore più vincente di sempre con 5 edizioni del Giro d’Italia (1968, 1970, 1972, 1973, 1974), 5 Tours de France, 1 Vuelta di Spagna, 3 Campionati del Mondo e 19 Classiche Monumento oltre ad altre 500 vittorie nel calendario internazionale. Al Giro d’Italia si aggiudicò 25 tappe e vestì per 77 giorni la Maglia Rosa (record). E’ uno dei 7 corridori ad aver conquistato Giro e Tour nello stesso anno ma l’unico ad averlo fatto per tre volte.
I punteggi dei giudici
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Bergonzi
Brunel
Augusto Stagi
Coorevits
Sykes
Eddy Merckx, nome e cognome del più forte corridore di sempre. Facile considerarlo il numero uno di sempre in base al numero e alla qualità dei successi. Ma anche analizzando le sue qualità tecniche ci rendiamo conto di quanto e come Eddy sia il campione che più si avvicina alla perfezione. Merckx poteva (e lo ha effettivamente fatto) vincere tutte le corse del calendario. Volendo essere pignoli ha avuto avversari più forti in volata e in discesa. Ma per resistenza, capacità di dominare in salita e a cronometro è stato nettamente il più forte tra i tanti campioni della sua era. Sulla bilancia metteteci anche le voci grinta, determinazione e carisma e capirete perché Merckx, nella storia del Giro d’Italia e nella storia del ciclismo, è per sempre il Cannibale.
Non possiamo valutare Merckx senza evocare il suo amore smodato per il ciclismo, la sua devozione e il suo rispetto per le tradizioni. Campione emblematico delle prime “dirette” televisive in cui la sua fotogenia era semplicemente meravigliosa. Merckx era presente ovunque risuonasse l’organo del calendario mondiale. Era lo spietato predatore delle classiche e l'illuminato despota nei grandi Giri. Il Tour de France un'opera? Lui ne era l’ispirato tenore. Il Giro una liturgia? Ne fu il coraggioso profeta il cui ricordo tormenta ancora il teatro innevato delle Tre Cime di Lavaredo. Nel suo palmares: 525 corse, 32 classiche, 96 maglie gialle, 76 rosa. Un record dell’ora che Bernard Hinault non ha mai osato tentare.
Merckx era multiplo, orchestrale, per riassumere, irraggiungibile.
Philippe Brunel.
Leader della redazione ciclismo dell’Equipe dove ha iniziato a lavorare nel 1977 sotto la direzione di Jacques Goddet che nel 1987 lo scelse per raccogliere le sue ultime cronache sul Tour de France. Nel 1980 da inviato speciale scopre il Giro d’Italia e nel 1982 il Tour. In totale ha seguito più di settanta grandi Giri raccontando, scrivendo e vivendo in stretta compagnia dei i campioni.
Giornalista e scrittore, è l’autore tra gli altri di "Vie et mort de Marco Pantani", di “Rouler plus vite quel la mort” e di ulteriori romanzi notati ed apprezzati dalla critica tra cui "La Nuit de San Remo" tradotto in Italiano. Dal libro dedicato a Marco Pantani è stata realizzata un versione a fumetti che ha ispirato uno spettacolo teatrale
Merckx è la norma
In olandese abbiamo una parola per un'esibizione straordinaria ed eccezionale: "Merckxiaans" o "Merckxian". "Il Cannibale" ha vinto le sue gare in tutti i modi possibili. Eddy Merckx è il faro di questo sport. Dai un'occhiata a Youtube e guarda come ha vinto sette volte la Milano-Sanremo. Ti darà un'immagine delle sue capacità e capacità quasi illimitate. Nessuno è sceso più veloce sul Poggio di Eddy Merckx. Semplice era la misura di tutte le cose. La norma. Lo standard. Il mondo iniziò a conoscerlo al Giro del 1968 nella tappa delle Tre Cime di Lavaredo andando a vincere il primo dei suoi undici Grand Tour. Vittorie merckxiane a bizzeffe. Ad esempio: ha attaccato sul Tourmalet per un assolo di 140km fino a Mourenx al Tour de France. Al Fiandre attacco da lontano per 70km. Ha battuto il record dell’ora nel 1972 con un minimo assoluto di preparazione. Se avesse dovuto, Merckx avrebbe vinto gli sprint di gruppo, ma non era un velocista naturale alla Franco Bitossi. Oltre ad essere un corridore da classiche(ne ha vinte 32 (!)) il quattro volte campione del mondo (una volta con i dilettanti, tre volte con i pro) è stato anche uno dei ciclisti più veloci del mondo. "Merckxian", non c'è altra parola per le sue esibizioni.
Hugo Coorevits, nato il 30 novembre 1959 a Zwevegem. Vive vicino ai "pavés" e alle "colline" delle Ardenne fiamminghe, che è il centro della "Ronde van Vlaanderen".
Ha iniziato a scrivere nel 1983 per il giornale "Het Volk". La Quattro Giorni di Dunkirk nel 1989 è stata la mia prima corsa coperta come giornalista professionista. Dal 1999 lavora per il giornale Het Nieuwsblad (gruppo Mediahuis) e si occupa di ciclismo in tutto il mondo.
Naturalmente paragonare corridori di epoche diverse è un esercizio piuttosto illusorio. Essere forte in volata raramente è significativo ai fini della Classifica Generale in una corsa di tre settimane ed è invece molto rilevante nella corse di un giorno. Nonostante questa premessa, Merckx rimane il ciclista più completo che abbia mai corso (incluso Coppi) e c'è un abisso tra lui e il secondo classificato Hinault e gli altri membri della Hall of Fame.
Herbie Sykes è uno scrittore e storico del ciclismo. Inglese di nascita, vive a Torino ed è autore di quattro libri sul Giro d'Italia. In passato ha curato la guida ufficiale Giro d’Italia in lingua inglese.
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Brunel
Non possiamo valutare Merckx senza evocare il suo amore smodato per il ciclismo, la sua devozione e il suo rispetto per le tradizioni. Campione emblematico delle prime “dirette” televisive in cui la sua fotogenia era semplicemente meravigliosa. Merckx era presente ovunque risuonasse l’organo del calendario mondiale. Era lo spietato predatore delle classiche e l'illuminato despota nei grandi Giri. Il Tour de France un'opera? Lui ne era l’ispirato tenore. Il Giro una liturgia? Ne fu il coraggioso profeta il cui ricordo tormenta ancora il teatro innevato delle Tre Cime di Lavaredo. Nel suo palmares: 525 corse, 32 classiche, 96 maglie gialle, 76 rosa. Un record dell’ora che Bernard Hinault non ha mai osato tentare.Merckx era multiplo, orchestrale, per riassumere, irraggiungibile.Philippe Brunel.Leader della redazione ciclismo dell’Equipe dove ha iniziato a lavorare nel 1977 sotto la direzione di Jacques Goddet che nel 1987 lo scelse per raccogliere le sue ultime cronache sul Tour de France. Nel 1980 da inviato speciale scopre il Giro d’Italia e nel 1982 il Tour. In totale ha seguito più di settanta grandi Giri raccontando, scrivendo e vivendo in stretta compagnia dei i campioni.Giornalista e scrittore, è l’autore tra gli altri di "Vie et mort de Marco Pantani", di “Rouler plus vite quel la mort” e di ulteriori romanzi notati ed apprezzati dalla critica tra cui "La Nuit de San Remo" tradotto in Italiano. Dal libro dedicato a Marco Pantani è stata realizzata un versione a fumetti che ha ispirato uno spettacolo teatrale
Augusto Stagi
Coorevits
Merckx è la normaIn olandese abbiamo una parola per un'esibizione straordinaria ed eccezionale: "Merckxiaans" o "Merckxian". "Il Cannibale" ha vinto le sue gare in tutti i modi possibili. Eddy Merckx è il faro di questo sport. Dai un'occhiata a Youtube e guarda come ha vinto sette volte la Milano-Sanremo. Ti darà un'immagine delle sue capacità e capacità quasi illimitate. Nessuno è sceso più veloce sul Poggio di Eddy Merckx. Semplice era la misura di tutte le cose. La norma. Lo standard. Il mondo iniziò a conoscerlo al Giro del 1968 nella tappa delle Tre Cime di Lavaredo andando a vincere il primo dei suoi undici Grand Tour. Vittorie merckxiane a bizzeffe. Ad esempio: ha attaccato sul Tourmalet per un assolo di 140km fino a Mourenx al Tour de France. Al Fiandre attacco da lontano per 70km. Ha battuto il record dell’ora nel 1972 con un minimo assoluto di preparazione. Se avesse dovuto, Merckx avrebbe vinto gli sprint di gruppo, ma non era un velocista naturale alla Franco Bitossi. Oltre ad essere un corridore da classiche(ne ha vinte 32 (!)) il quattro volte campione del mondo (una volta con i dilettanti, tre volte con i pro) è stato anche uno dei ciclisti più veloci del mondo. "Merckxian", non c'è altra parola per le sue esibizioni.Hugo Coorevits, nato il 30 novembre 1959 a Zwevegem. Vive vicino ai "pavés" e alle "colline" delle Ardenne fiamminghe, che è il centro della "Ronde van Vlaanderen".Ha iniziato a scrivere nel 1983 per il giornale "Het Volk". La Quattro Giorni di Dunkirk nel 1989 è stata la mia prima corsa coperta come giornalista professionista. Dal 1999 lavora per il giornale Het Nieuwsblad (gruppo Mediahuis) e si occupa di ciclismo in tutto il mondo.
Sykes
Naturalmente paragonare corridori di epoche diverse è un esercizio piuttosto illusorio. Essere forte in volata raramente è significativo ai fini della Classifica Generale in una corsa di tre settimane ed è invece molto rilevante nella corse di un giorno. Nonostante questa premessa, Merckx rimane il ciclista più completo che abbia mai corso (incluso Coppi) e c'è un abisso tra lui e il secondo classificato Hinault e gli altri membri della Hall of Fame.Herbie Sykes è uno scrittore e storico del ciclismo. Inglese di nascita, vive a Torino ed è autore di quattro libri sul Giro d'Italia. In passato ha curato la guida ufficiale Giro d’Italia in lingua inglese.
Bergonzi
Brunel
Augusto Stagi
Coorevits
Sykes
Bergonzi
Brunel
Augusto Stagi
Coorevits
Sykes
Bergonzi
Brunel
Augusto Stagi
Coorevits
Sykes
Bergonzi
Brunel
Augusto Stagi
Coorevits
Sykes
Bergonzi
Brunel
Augusto Stagi
Coorevits
Sykes
Eddy Merckx, nome e cognome del più forte corridore di sempre. Facile considerarlo il numero uno di sempre in base al numero e alla qualità dei successi. Ma anche analizzando le sue qualità tecniche ci rendiamo conto di quanto e come Eddy sia il campione che più si avvicina alla perfezione. Merckx poteva (e lo ha effettivamente fatto) vincere tutte le corse del calendario. Volendo essere pignoli ha avuto avversari più forti in volata e in discesa. Ma per resistenza, capacità di dominare in salita e a cronometro è stato nettamente il più forte tra i tanti campioni della sua era. Sulla bilancia metteteci anche le voci grinta, determinazione e carisma e capirete perché Merckx, nella storia del Giro d’Italia e nella storia del ciclismo, è per sempre il Cannibale.