altimetria
planimetria
info tecniche
Tappa appenninica caratterizzata da una sola salita molto lunga e dall’arrivo al termine di uno strappo impegnativo. Prima parte fino Campobasso su strade a scorrimento veloce larghe e prevalentemente rettilinee. Dopo Campobasso si raggiunge il Matese dove si affronta la Salita di Bocca della Selva (oltre 20 km) cui segue una lunghissima discesa che termina praticamente a 10 km dall’arrivo. Tutto in ascesa con strappo finale.
Ultimi km
Strappo finale di circa 3 km. I primi 2 km presentano pendenze sempre attorno al 10% con punte superiori. Dentro l’abitato di Guardia Sanframondi le pendenze si addolciscono con un ultimo strappo dopo la svolta a sinistra in prossimità dei 400 m. Finale in leggera ascesa, rettilineo su asfalto.
partenza / arrivo
dettaglio salite
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Foggia
Informazioni Turistiche
“Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui”. Così lo Stupor Mundi, Federico II di Svevia, descrive il paesaggio.
Foggia, al centro del Tavoliere delle Puglie, ha una profonda vocazione agricola ma è anche luogo strategico di innovazione e sperimentazione. Antica per fondazione, è erede di una civiltà riconducibile all’eroe epico Diomede e alla città pre-romana di Arpi. Il suo territorio si divide tra campi di grano, filari di vigneti, distese di ulivi e attività terziarie.
Scossa dal terribile terremoto del 1731 e dai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, Foggia è più volte risorta.
Gastronomia
Dalla coltura dei grani antichi alla valorizzazione delle eccellenze della biodiversità, grazie al connubio con il Centro di Ricerca e sperimentazione in Agricoltura, la gastronomia coniuga tradizione e innovazione.
I piatti tipici ricordano l’origine contadina della città, terra di transumanza che unisce nei suoi piatti agricoltura e pastorizia.
Tra i piatti della tradizione: lagane e fave (fafeijanghe e laghene), una pasta tipo tagliatelle, condita con una purea di fave bianche; il pan cotto, fatto con fette di pane di Monte Sant’Angelo bollite con verdure spontanee, patate, rucola selvatica, e condito con olio evo, aglio e alloro; l’acqua sala, un piatto povero, fatto con pane raffermo ammorbidito in acqua, condito con sale, olio, origano e pomodori; le pettole, frittelle di pasta di pane e gli scagliozzi, triangoli di polenta panata e fritti; i cardoncelli, piatto pasquale a base di cardi teneri, con agnello e uova.
Tra i dolci foggiani i taralli neri , impastati con vin cotto e spezie, le cartellate al vino cotto e miele e le mandorle atterrate, tostate e ricoperte di zucchero o cioccolato, dolci tipici del periodo natalizio e la pizza di ricotta, una torta di pastafrolla e ricotta di pecora, per le festività pasquali; il grano dei morti, grano cotto condito con noci, cioccolato e melagrana.
Di particolare pregio l’olio DOC per le cultivar Coratina, Rotondella, Ogliarola e Peranzana.
Bevande
Alle pendici del Gargano si produce il San Severo DOC, nelle varianti Bianco (prodotto con Bombino bianco, Malvasia bianca e Verdeca), Rosato (con uve Montepulciano e Sangiovese) e Rosso. Il San Severo Bianco è un vino dal colore giallo paglierino, con profumo poco persistente, fruttato e floreale, dal gusto secco che si sposa bene con i sapori di mare e formaggi freschi.
Il San Severo Rosato è di colore rosato tendente al rubino, ha un caratteristico e gradevole profumo fruttato ed un sapore asciutto, ideale per aperitivi e primi piatti. Il San Severo Rosso è di colore rubino intenso, tendente al mattone grazie all’invecchiamento, dal profumo gradevole, sapore asciutto, sapido ed accompagna gusti robusti quali salumi, formaggi stagionati e carni rosse.
Dai vitigni dei Monti Dauni si produce il celebre Nero di Troia dall’omonima località. È un vino rosso dal colore intenso, corposo e strutturato, tanto che in passato lo si miscelava con vitigni dal bouquet meno intenso. Nella zona di Lucera si produce il Cacc’ e Mmitte (togli e metti) DOCG, DOC E IGT, un vino rosso la cui produzione è tipica dell’Appennino Dauno.
Punti di interesse
La città ha una origine molto antica, pre-romana, collegata all’eroe troiano Diomede e a Dauno, re dei dauni. La sua fondazione si fa risalire al miracoloso ritrovamento, avvenuto nell’XI secolo, di una tavola votiva fiammeggiante che galleggiava sulle acque di un laghetto, alla presenza di alcuni pastori e buoi genuflessi. Di tale origine mitologica resta traccia nello stemma della città, nel quale sono raffigurate tre fiammelle su campo azzurro. Il sacro tavolo, avvolto da sette drappi di seta di Damasco, raffigura un’icona bizantina, all’origine del culto della Madonna dei Sette Veli, Santa Patrona della città.
Fu il condottiero normanno Roberto il Guiscardo a costruire la prima chiesetta dedicata a Santa Maria de Focis, e su quella fu eretta l’attuale Basilica Cattedrale ad opera di Guglielmo il Buono, terminata da Federico II di Svevia. Inoltre l’Imperatore svevo lascerà traccia del suo passaggio nella città, elevata a regalis sede inclita imp(er)ialis, facendo edificare numerosi edifici per il governo del regno e stabilendo qui la sede del suo Palatium, di cui si conserva traccia nel portale visibile sulla piazza Nigri.
Vero gioiello dell’architettura religiosa del XVII sec. è la via matris del “Cappellone delle Croci, che con le sue cappelle in asse costituisce un unicum in tutto il Sud d’Italia, posto in prossimità dell’incrocio di due tratturi della transumanza.
Nel Seicento la città si impreziosisce dei suoi monumenti barocchi: conventi di Santa Chiara e di Sant’Antonio, edificati ad opera degli ordini religiosi, mentre si deve alle confraternite religiose la costruzione di edifici di culto come la Chiesa della Misericordia o dei Morti, riconoscibile dai teschi che decorano la facciata e gli arredi.
Nel Settecento nascono le chiese poste lungo la via Arpi, la strada delle arti e dei mestieri, costruite all’indomani del terremoto del 1731, da maestranze provenienti dagli Abruzzi. Di pregio la chiesa dell’Addolorata e quella dedicata a San Giovanni di Dio, oggi annessa all’Università degli Studi di Foggia, con fregi in pietra locali sovrabbondanti in facciata tanto da essere riconosciuti come elementi di un barocco tardivo di estrazione locale.
Poco più di un secolo dopo fu l’architetto Luigi Oberty a dare un volto neoclassico alla città con la sistemazione della Villa Comunale e del Teatro, dedicato al compositore foggiano Umberto Giordano.
In età fascista si assiste al progetto della Grande Foggia e la città è al centro di un piano di riqualificazione delle borgate rurali e di costruzione di edifici pubblici e privati che celebrino la grandiosità del regime. In quest’ottica vengono costruite la Fontana del Sele, inaugurata nel 1924, la sede dell’Acquedotto pugliese, gioiello in stile liberty, costruito nel 1926 dall’ingegnere Cesare Brunetti, il Municipio, il Palazzo degli Uffici Statali ed il Palazzo degli Studi, nonché la prestigiosa sede del Consorzio di Bonifica, ente di riferimento per la riforma agraria.
Tra i luoghi di spiritualità della Capitanata, il Santuario dell’Incoronata, a sud della città, con la sua Madonna Nera e il convento di Sant’Anna, dove padre Pio da Pietrelcina soggiornò per sette mesi nel 1916, prima di raggiungere San Giovanni Rotondo.
Guardia Sanframondi
Informazioni Turistiche
Nel cuore del Sannio Beneventano, c’è una strada che risale dal piccolo borgo di Castelvenere verso il paese di Guardia Sanframondi. E’ una strada avvolta a perdita d’occhio da lussureggianti vigneti, da uliveti e incorniciata, in lontananza, dalle montagne. Castelvenere che è il comune più vitato dell’Italia del Sud e Guardia Sanframondi, con le sue splendide memorie di antico, si tendono la mano, mentre la vista si perde in lontananza.
Guardia Sanframondi è un borgo di origine longobarda, adagiato su una collina la cui sommità è dominata dal Castello Normanno costruito nel XII secolo. Il borgo, per lo più risalente al XV secolo, ha un impianto medievale, con le case congiunte l’una all’altra che si inerpicano lungo la collina avvolgendosi a spirale intorno all’antico maniero. Il visitatore che vi giunge non può non apprezzare questa terrazza di pietra sospesa sulla valle e non può non essere attirato dalle preziose memorie architettoniche che popolano il centro antico.
Gastronomia
La cultura gastronomica di Guardia Sanframondi è legata al mondo contadino e conserva il gusto e il sapore della terra e del clima locali. Si tratta di piatti semplici, testimoni di una cultura complessa che segue le stagioni e lavora le materie prime con la saggezza che, di generazione in generazione, ha attraversato il tempo e ricongiunge questo popolo alle sue tradizioni più antiche.
Il buonissimo olio d’oliva locale, i formaggi, gli insaccati, le carni, i prodotti da forno, i legumi e la pasta fatta in casa non mancano mai sulle tavole locali. La ristorazione offre opportunità di esplorare questa tradizione, ma anche di apprezzare le interpretazioni moderne dei classici piatti della tradizione locale, con spunti interessanti che stupiscono per la semplicità e la bontà dei sapori.
Tra le ricette della tradizione possiamo trovare: La zuppa di “Laanella” e fagioli (Tagliatelle di grano duro in zuppa di fagioli); la zuppa di grano e fagioli; i “Cicatielli” (cavatelli) fatti a mano conditi con un ricco sugo di carne; la salsiccia con i broccoli di rapa fritti; la “Frijtora” (spezzatino di maiale con peperoni e patate); R’ Parruozz (un panetto di farina di mais arricchito di peperoncino piccante e alici); i ricchi panzerotti (Cauzun) ripieni di grano o di riso che celebrano le festività pasquali; le zeppole di Natale, i peperoni e i carciofi ripieni della di mollica di pane, di formaggio e di uova; la pastiera che si distingue per aroma dalla classica napoletana.
Non mancano le sperimentazioni della ristorazione contemporanea, dove ai prodotti della cucina locale si uniscono i grandi vini del territorio, come l’Aglianico e la Falanghina che vanno ad aromatizzare i piatti tradizionali con un gusto di moderna creatività.
Bevande
Il vino è il prodotto più rappresentativo del territorio, l’espressione massima della saggezza ancestrale dei nostri coltivatori. I piccoli agricoltori di Guardia Sanframondi coltivano circa 1100 ettari di vigneto, prevalentemente situati in territorio collinare. La nostra zona è particolarmente adatta alla viticoltura e qui trovano terreno fertile le tipiche varietà del Sannio e della Campania: la Falanghina, il Greco, il Fiano, la Coda di Volpe tra le uve bianche; poi l’Aglianico e il Piedirosso tra le uve rosse. Sulle tavole d’Italia e del mondo, negli ultimi anni, sono spesso apparsi i nostri vini, con Aglianico e Falanghina protagonisti assoluti della nostra identità territoriale.
Guardia Sanframondi fa parte dell’associazione Città del Vino e ha moltiplicato negli anni i suoi sforzi di innovazione nel campo enologico.
Con i suoi numeri e la sua eccellenza, Guardia Sanframondi rappresenta l’enologia della Campania a livello nazionale e internazionale. Il riconoscimento più illustre è arrivato il 12 Ottobre 2018, quando è stata annunciata, a Bruxelles prima e a Parigi dopo, la nomina del distretto della Falanghina del Sannio, con i comuni di Guardia Sanframondi, Castelvenere, Sant’Agata de’ Goti, Solopaca, Torrecuso, come Città Europea del Vino 2019.
La Falanghina ha permesso al nostro territorio di salire sul podio dei grandi vini italiani, con una produzione eccellente e innovativa di vini fermi e di spumanti.
Punti di interesse
Una passeggiata nel centro antico di Guardia Sanframondi vi offrirà l’opportunità di scoprire un’architettura ricca e interessante che trova espressione nelle decorazioni degli antichi palazzi, nella bellezza delle sue tante chiese e si arricchisce di scorci di panorama unici.
Case e stradine, fontane e piazzette danno un senso di antichità e placano lo spirito dalla chiassosa modernità.
Qui di seguito elencheremo alcuni degli splendidi manufatti architettonici e artistici che si possono incontrare durante la breve passeggiata alla scoperta di questo piccolo lembo del Sud Italia.
Il Castello Normanno di Guardia Sanframondi risale al XII secolo e siede sulla sommità del centro urbano. Originariamente munito di mura fortificate, di torri di controllo e di un fossato, fino al XV secolo doveva essere una splendida residenza. Il visitatore che vi giunge è affascinato dall’immensità della vista che si gode da quassù, un luogo ideale per una veduta d’insieme della valle e del non lontano Monte Taburno.
La Chiesa di San Sebastiano è una delle gemme più preziose del patrimonio culturale di Guardia Sanframondi. Risalente al XVII secolo, è uno scrigno di tesori inestimabili, come i finissimi stucchi di Domenico Antonio Vaccaro e la magnifica volta affrescata da Paolo De Matteis, discepolo di Luca Giordano.
La Chiesa dell’Ave Gratia Plena (XV secolo), oggi utilizzata come centro culturale, si trova nella parte più antica del paese e custodisce uno splendido organo ligneo e bellissimi stucchi alle pareti.
La Basilica Santuario dell’Assunta (XVII secolo) è una magnifica chiesa che custodisce l’anima più intima della spiritualità della gente del luogo, la Statua della Vergine Assunta. In onore della Vergine, ogni sette anni, la gente di Guardia celebra un rito di religiosa appartenenza, intimo e spettacolare, testimone di una spiritualità antica e complessa.
Il Ponte Ratello è un luogo perfetto per ammirare l’architettura urbana che si confonde con il paesaggio che circonda Guardia. Il suono dell’acqua della cascata e il silenzio che circonda questi luoghi hanno spesso ispirato artisti e viandanti.
La bella Chiesa di San Rocco (XVI secolo), con la sua pianta ottagonale, domina la piccola Piazza Croce, angolo affascinante del centro storico.
Nel cuore del centro moderno di Guardia Sanframondi è possibile visitare il Museo presso la Casa Comunale, una piccola e preziosa pinacoteca delle tante opere che Paolo De Matteis ha creato per questa piccola cittadina, a testimonianza della sua ricchezza e della sua colta spiritualità.
Uno spazio espositivo insolito e interessante è il Museo delle Farfalle. Si tratta di una collezione privata, donata alla città, di circa 1000 esemplari di lepidotteri, restaurati e ben conservati.
Arte a Guardia Sanframondi. Il paese rimane un luogo d’ispirazione per tanti artisti, locali e internazionali. Le opere di questi creatori di modernità possono essere ammirate in vari punti del paese, dal Museo comunale a qualche laboratorio che comincia ad animare il centro storico.