altimetria
planimetria
info tecniche
Percorso
Tappa non particolarmente impegnativa che si snoda essenzialmente lungo la strada a scorrimento veloce ss. 18 dalla carreggiata ampia caratterizzata dalla presenza di alcune gallerie. Unica leggera asperità di giornata la lunga e blanda salita dopo Mileto fino all’Aeroporto Razza di Vibo Valentia.
Ultimi km
Ultimi chilometri all’inizio dell’abitato di Scalea. Si supera l’ultima rotatoria a 3 km dall’arrivo e si prosegue su strade molto larghe, ben pavimentate e rettilinee. Rettilineo di arrivo su asfalto.
partenza / arrivo
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Palmi
Panoramica
La città di Palmi è situata su di una collina della costa tirrenica meridionale della Calabria, i tantissimi punti panoramici permettono di godere della vista dello stretto di Messina, delle Isole Eolie e di Capo Vaticano. Protetta alle spalle dal monte S.Elia, che della catena dell’Aspromonte è il contrafforte più proteso verso il Mare. Fondata alla fine del XIV secolo su un insediamento precedente del popolo dei Taurianesi risalente al X secolo. Palmi ha dato i natali a molti uomini illustri, come: Francesco Cilea, Leonida Repaci, Domenico Antonio Cardona e Nicola A. Manfroce. Partendo dalle bianche spiagge della Tonnara arriviamo, lungo i suoi 11km di costa, alle splendide calette della Marinella e di Rovaglioso. Lo Scoglio dell’Ulivo, una conformazione rocciosa unica e rarissima, è diventato icona della città. Tutte queste bellezze costiere costituiscono parte integrante dello straordinario comprensorio della “Costa Viola”, caratterizzato da acque cristalline e fondali mozzafiato meta degli amanti delle immersioni. Troviamo anche falesie a picco sul mare attraverso le quali si snoda Il percorso naturalistico del Tracciolino, tra i più suggestivi del mediterraneo.
Gastronomia
Le caratteristiche orografiche della Costa Viola, che alternano imponenti crinali dell’Aspromonte ad incantevoli insenature, influenzano la sua genuina gastronomia ricca di pesce ed ortaggi e scandita dal volgere delle stagioni alterando piatti più o meno conditi.
In primavera avanzata fino all’inizio dell’estate i piatti a base del nobile Pescespada cacciato lungo lo Stretto la fanno da padrone. Cucinato in molti modi segnaliamo la Pasta con la scuzzetta e curitta (rigatoni coperti con abbondante sugo ricco di pezzettoni di spada, olive e capperi) da abbinare ad un vino Rosso Costa Viola IGP, gli involtini arrostiti, o cucinato in umido con pomodorini, capperi e olive, in parmigiana o semplicemente arrostito e condito con olio, origano e limone in abbinamento al vino secco di zibibbo.
In estate e fino all’inizio dell’autunno prevalgono piatti freschi e leggeri quali il gambero di nassa rosso marinato nel limone, la spatola a cotolette o a polpette in umido, i peperoni ripieni al forno, le melanzane arrostite e condite con olio extravergine e peperoncino verde che consigliamo in abbinamento con un vino bianco greco IGP.
Iniziando la stagione invernale i piatti diventano maggiormente calorici e dal sapore più intenso e a diventare protagonista è il pesce azzurro fresco pescato davanti alla costa e le conserve sapientemente realizzate nel periodo estivo. Tra questi piatti, in abbinamento ad un vino rosso maggiormente strutturato annoveriamo, lo stinco di maialino nero di Calabria, la struncatura una pasta antica e grezza simile alle linguine ma prodotta con farina integrale, condita con olio extravergine di oliva, aglio, peperoncino calabrese, alici, e mollica di pane tostata, la pasta corta condita in umido con le alici ripiene, le alici fatte a tortiera e nel periodo natalizio le Zeppole di Natale, crespelline fritte ripiene di alici.
Riguardo i dolci in abbinamento con il passito di zibibbo non possono mancare a chiusura del pasto, le paste secche, il Torrone, la pitta di San Martino, le dita d’apostolo, i sospiri, le sussumelle, i petrali.
Punti di interesse
La Cripta di San Fantino. Sotto i resti di una chiesetta ottocentesca un ambiente ipogeo accoglie al suo interno una fonte d’acqua sorgiva e custodisce tra i lacerti delle pareti affrescate un tesoro paleocristiano. Da questo luogo parte la riscoperta, un mistero celato per secoli riaffiora dalle parole di un vescovo che scrive nell’ottavo secolo di un grande taumaturgo, il più antico tra i santi calabresi: San Fantino il Cavallaro.
ll Parco Archeologico dei Tauriani è adagiato su di un pianoro che si affaccia sul mar Tirreno “il mare dei miti” e sulle spiagge della Tonnara, oltre a testimonianze del periodo preistorico, si caratterizza per un unicum, la presenza del popolo italico dei “Tauriani”, il cui insediamento (Taurianum) risale al IV secolo a.C. a cui si sovrappone la Citta romana di “Tauriana” che risale al I secolo a. C. Di questa città sono stati ritrovati numerosi resti archeologici, tra i quali: un edificio per spettacoli (anfiteatro) il podio di un tempio e un asse stradale, del periodo medievale risale la Torre costiera, l’unica visitabile del Sud Italia.
La “Casa della Cultura” intitolata a “L. Repaci”, sede di importanti Musei, e della Biblioteca;
La Villa Giuseppe Mazzini inserita tra i monumenti nazionali è un parco botanico caratterizzato da un lungo balcone che si affaccia sullo stretto di Messina dominando la Costa Viola, dal quale si può assistere a straordinari tramonti sulle Isole Eolie.
Tra le feste religiose c’è la caratteristica Processione di “S.Rocco”, con gli Spinati. La Varia, con la quale Palmi è entrata a far parte della Rete delle Grandi Macchine a Spalla, riconosciuta come Bene Immateriale dall’UNESCO.
La Varia di Palmi si presenta come una spettacolare nuvola bianca sospesa nel cielo, alta 16 metri e pesante circa 20 tonnellate, con un’imponente struttura in ferro rivestita di cartapesta eretta su una base in legno di quercia, detta “u Ccippu”. La processione di questo imponente carro votivo rievoca scenicamente l’assunzione in cielo della vergine Maria. All’apice della struttura, ben imbracata su un seggiolino, siede “l’Animella”. Si tratta di una bambina che interpreta il ruolo di Maria assunta in cielo. Poco più in basso dell’Animella, e in piedi su un piedistallo, svetta “u Patraternu”, il Padreterno che con il braccio teso sorregge l’asta alla quale è assicurata la bambina.
La Spiaggia della Tonnara di Palmi, si affaccia sul mar Tirreno, deve il suo nome ad un’antica tonnara, sorta ai primi del ‘900 per la pesca del pesce spada. Si tratta di una splendida spiaggia di sabbia bianca delimitata a sud dall’imponente Scoglio dell’ulivo: una roccia in mezzo al mare raggiungibile a nuoto, sulla quale si trova un albero di ulivo solitario. Il mare che bagna questa spiaggia è a dir poco meraviglioso: color turchese, limpido e trasparente.
La Marinella. Una vera perla dei mari calabresi, un posto che rapisce. Bellissima caletta caratterizzata dall’assenza di sabbia, solo pietre granitiche che rendono il fondale limpido e cristallino. Consigliatissima ai subacquei.
Caletta Rovaglioso. Una spiaggia di scogli tanto piccola quanto preziosa, è una delle 10 spiagge più belle d’Italia secondo il blog Travel 365. Un quadro dipinto che vale la pena vedere dal vivo almeno una volta, una melodia meravigliosa che merita di essere ascoltata fino in fondo.
Villa Pietrosa. Leonida Repaci, uno de gli scrittori calabresi più famosi e conosciuti, ha voluto donare questa dimora al Comune di Palmi affinché venisse valorizzata come un vero e proprio tesoro d’arte.
Scalea
La Parola alle Istituzioni
Avv. Giacomo Perrotta – Sindaco di Scalea
“Poter riportare dopo tanti anni un arrivo di tappa del Giro d’Italia a Scalea è motivo di grande orgoglio per tutta la Città. Siamo felici che Scalea sia protagonista del Giro d’Italia 2022. Ci piace pensare che questo passaggio del Giro sia anche un segnale di speranza e di rinascita. Sicuramente sarà una straordinaria occasione per accogliere campioni di tutto il mondo e promuovere il territorio, di fronte ai media internazionali. Siamo certi che questo evento, e tutto il programma di attività che a breve si metterà in campo nei mesi precedenti la tappa, daranno ampia visibilità a tutta la Riviera dei Cedri ed alle attività turistiche del territorio. Torre Talao si tingerà di rosa così come tutta la riviera dei Cedri, Porta della Calabria. È un’occasione che Scalea non ha voluto perdere e sarà un onore ospitare un arrivo di Tappa dello storico ed amato Giro d’Italia giunto alla edizione 105. La carovana rosa attraverserà uno dei territori più belli del Mediterraneo passando dallo splendido mare della Costa ai monti del Parco Nazionale del Pollino. Fondamentale sarà la sinergia tra Comune di Scalea, Ecotur, Parco Nazionale del Pollino e Regione Calabria. Il Giro d’Italia non è solo corsa sportiva ma anche un viaggio nei paesaggi, nel territorio, nelle comunità e quindi intercettare uno degli eventi sportivi più importanti a livello internazionale significa anche promozione di dimensione globale. Scalea, la Riviera dei Cedri ed il Parco Nazionale del Pollino danno il benvenuto al Giro d’Italia n.105.“
Panoramica
Erede della città greco-lucana Laos e della romana Lavinium, Scalea è una delle città più antiche della Calabria. Dalle ampie spiagge e dal mare limpidissimo si risale per le vie pittoresche che si inerpicano nel suggestivo borgo antico dall’architettura tipicamente medievale. Scalea è adagiata su una collina a gradoni dominata dai ruderi del Castello Normanno e si caratterizza per i suoi vicoletti stretti e tortuosi, le gradinate in pietra viva ed i palazzi storici. Sul litorale è presente la scogliera dell’Ajnella, ricca di grotte e piccole baie, mentre la spiaggia si estende per chilometri verso sud ed è interrotta solo dall’imponente scoglio su cui si erge Torre Talao.
Scalea oggi è un rinomato centro turistico sviluppatasi a margine della lunga spiaggia che ogni estate attira migliaia di turisti da tutte le parti del mondo. Il mare cristallino e le belle spiagge, insieme alla ricca offerta di strutture ricettive e complessi residenziali, hanno contribuito a renderlo un luogo di villeggiatura molto popolare.
Posta nella parte nord-occidentale della Calabria, Scalea si trova al centro della Riviera dei Cedri. Un lembo di terra che si estende per circa trenta chilometri lungo il Mar Tirreno e addentrandosi poi verso le montagne del Parco Nazionale del Pollino, rappresentando, di fatto, la porta ovest del Parco Nazionale più grande d’Europa. Il territorio comprende località marine come Praia a Mare, San Nicola Arcella, Scalea, Santa Maria del Cedro, Diamante e Tortora, ma anche caratteristici paesini collinari e montani tra cui Orsomarso, Santa Domenica Talao, Verbicaro, Buonvicino, Aieta e Papasidero.
La Riviera prende il nome dalla tipica coltivazione locale, appunto il Cedro, da cui proviene quasi tutta la produzione italiana. Durante i mesi estivi le piantagioni si riempiono di rabbini che affluiscono in Riviera per scegliere i frutti da utilizzare per le celebrazioni della sukkot, uno degli eventi religiosi più importanti dell’anno per gli ebrei di tutto il mondo.
I fondali del Parco Marino Regionale “Riviera dei Cedri”, tra cui spiccano quelli intorno all’Isola di Dino e di Capo Scalea, sono ravvivati da flora e fauna coloratissime, ma basta percorrere pochissimi chilometri dalla costa del Mar Tirreno verso l’entroterra per ritrovarsi immersi in uno scenario differente, quello del Parco Nazionale del Pollino, con torrenti che attraversano boschi selvaggi formando gole, rapide e cascate.
La storia millenaria, testimoniata da tracce preistoriche ancora visibili, ha regalato alla Riviera dei Cedri perle d’arte che dai graffiti paleolitici della Grotta del Romito a Papasidero, passando per i piccoli tesori di parchi archeologici, palazzi rinascimentali e torri medievali sparsi un po’ ovunque sul territorio.
Gastronomia
La tradizione gastronomica della città di Scalea si basa su ricette semplici, piatti poveri, tramandati di generazione in generazione, spesso rivisitati in chiave moderna ma sempre rispettando l’utilizzo della materia prima locale.
Una cultura marinara semplice che incontra quella contadina in un luogo in cui il mare e la montagna si incontrano a pochi passi.
Elemento principe della cucina scaleota è il pesce azzurro: dalle alici marinate a quelle ripiene, fino alla rosamarina.
Immancabile nei menù dei ristoranti e delle trattorie lo spaghetto alla scaleota condito con alici, salsa di pomodoro e pane raffermo croccante passato nel peperone rosso e arricchito dal peperoncino picante mentretra i secondi piatti spicca il baccalà fritto accompagnato dai peperoni “abbrusculati”, seccati al sole estivo e poi fritti per pochissimi secondi nell’olio bollente per dare croccantezza.
Tra i primi piatti a base di carne, imperdibili i fusilli al ragù fatto con carne mista di maiale, vitello e con la classica braciola o il più deciso ragù di carne di capra.
Sempre per la parte contadina un posto importante è rappresentato da salumi di maiale e formaggi ovini e caprini soprattutto. E ancora tanti contorni, dai classici sott’oli di melenzane, zucchine e pomodori secchi, a quelli freschi come i “pip’e patan’”, peperoni e patate stufate in padella dal gusto davvero unico.
Molto interessanti le rivisitazioni di primi piatti tipici della cucina italiana come la carbonara trasformata nella versione “marinara” e l’utilizzo nella cucina locale del Tartufo di Santa Domenica Talao.
I dolci rispecchiano più di tutto la semplicità della gastronomia locale: i fichi secchi, le crocette, le rose di natale, le pizzàtole di Pasqua e poi tutte le varie preparazioni al cedro sapientemente proposte dai pasticceri della zona.
Sulla tavola degli scaleoti non può mancare il vino di Verbicaro o di Buonvicino e come digestivi i classici liquori di cedro e limoncello.
Punti di interesse
A Scalea, oltre alle attrattive legate al litorale, si possono dedicare alcune ore per visitare i punti di interesse storico, artistico e monumentale, come il Palazzo dei Principi, la Torre Talao ed i ruderi affrescati delle Chiese Basiliane del IX secolo.
La patrona di Scalea, che si festeggia ogni anno il 16 luglio, è la Beata Vergine del Carmelo, la cui statua è custodita nella Chiesa Madre di Santa Maria d’Episcopio, nel cuore del centro storico. Altro solenne festeggiamento è riservato in onore della Madonna del Lauro, protettrice dei marinai, la cui statua è conservata nell’omonima cappella situata nel centro cittadino.
In entrambe le processioni sono presenti le tradizionali cinte votive, particolari telai in legno su cui vengono inserite delle candele decorate con nastri, e la caratteristica infiorata, quadri floreali ed immagini sacre disegnati sul manto stradale con segatura colorata.
Torre Talao
La Torre è il simbolo della città e lo scoglio sul quale si erge era un tempo una piccola isola le cui grotte furono abitate in epoca preistorica. Fu costruita nel XVI secolo, sotto il regno di Carlo V, a difesa dei territori dalle incursioni e faceva parte di un sistema di avvistamento lungo tutta la costa per difendersi dagli attacchi dei turchi.
Dal terrazzo in cima alla torre si gode di un panorama incredibile, che abbraccia la lunghissima spiaggia che va dalla scogliera dell’Ajnella fino all’isola di Cirella.
Secondo Omero lo scoglio di Torre Talao vide il passaggio di Enea e di Ulisse e proprio nei pressi della torre morì Dragone, il compagno di Ulisse.
Palazzo dei Principi
Venne costruito nel XIII secolo, probabilmente su una torre di difesa ad una delle porte di accesso al borgo. Fu dimora dei diversi feudatari e ospitò diversi illustri personaggi, come il letterato Giovanni Vincenzo Gravina, il poeta Pietro Metastasio e il filosofo Caloprese. A quel periodo appartengono preziosi affreschi barocchi che decorano il soffitto del salone principale.
Attualmente il Palazzo è di proprietà del Comune e una delle sale della struttura ospita la Biblioteca Comunale.
Castello Normanno
Nella zona più alta del centro storico sono visibili, ma non visitabili, i ruderi di dell’antico Castello Normanno. Costruito nel XI secolo dai Normanni come segno di fortezza e di dominio sulle loro terre feudali, venne ampliato da Ruggiero d’Altavilla verso il 1060 e restaurato in epoche diverse.
All’interno delle sue mura venne firmato il Patto di Scalea, con il quale Roberto il Guiscardo divise i territori calabresi conquistati con suo fratello Ruggiero. Nel corso dei secoli fu definitivamente abbandonato anche dai nobili i quali si trasferirono nel Palazzo dei Principi.
Torre di Giuda
La Torre è oggi solo un rudere che svetta in cima alla collina antistante il centro storico a guardia del Castello. Dalla Torre di Giuda, che dominava tutta la costa, si riusciva facilmente a comunicare con il Castello e viceversa.
L’origine del nome è legato ad una leggenda relativa ad un episodio delle tante incursioni saracene: a causa di un inganno perpetrato ai suoi danni da una giovane e bella donna complice dei corsari, il guardiano della Torre non avvertì il Castello dell’imminente sbarco dei Saraceni che attaccarono Scalea saccheggiandola violentemente. Il traditore fu torturato e impiccato proprio nei pressi della torre.
Antiqurium – Torre Cimalonga
Sito in una delle piazze panoramiche del centro storico, l’Antiquarium è ospitato nella Torre Cimalonga, costruita nel periodo del dominio aragonese a difesa di una delle quattro porte d’accesso al borgo.
Il piccolo museo ospita una mostra permanente di reperti archeologici disposti in vetrine ricavate nelle antiche feritoie attraverso cui sparavano i cannoni, che illustrano lo sviluppo storico-archeologico del territorio, dal Paleolitico fino alla tarda antichità romana, ed il popolamento del territorio di Scalea e dell’antica città di Laos. Vi sono esposti frammenti d’impasto e un orlo di coppa a filetti di fine VII-VI secolo a. C.; vasellame a vernice nera; dischetti in terracotta con la raffigurazione di un amorino in ceppi; una bella antefissa a testa di sileno e calchi di alcune delle monete in bronzo della zecca di Laos relativi al periodo Ellenico.
Chiesa di Santa Maria d’Episcopio
Nota come Chiesa di sopra, il suo campanile svetta sulla cima del centro storico. Al suo interno sono ancora oggi custodite diverse statue lignee di arte meridionale, quali la tela dell’Annunciazione attribuita alla scuola di Solimena e la tela seicentesca della Circoncisione di Paolo de Matteis.
Sul lato destro si apre la cappella marmorea in cui è conservata la statua della Beata Vergine del Carmelo, protettrice della città, mentre la Madonna del Carmine, vestita alla carmelitana, con una corona d’oro sul capo ed un manto stellato, troneggia nella nicchia sovrastante i gradini dell’altare ad intarsio policromo di arte napoletana del settecento.
Chiesa di San Nicola in Plateis
Nota come Chiesa di sotto, fu costruita probabilmente su una cappella bizantina, ampliata ed aperta al culto nel XIV secolo. Dietro l’altare maggiore è presente un imponente dipinto ad olio del XVII secolo raffigurante la Madonna del Carmine tra San Nicola e San Carlo Borromeo. Da una scaletta a destra dell’ingresso si scende nella Cripta dell’Addolorata, nel cui atrio una lapide ricorda la sepoltura del filosofo di Scalea Gregorio Caloprese.
Tipica dell’architettura bizantina è la volta a crociera con tre navate divise da otto basse colonne, con le pareti arricchite da affreschi seicenteschi. Vengono qui custoditi anche una pala d’altare raffigurante Sant’Antonio da Padova, forse di scuola fiamminga, e vari affreschi del 1700.
Santuario della Madonna del Lauro
Il Santuario fu edificato nel XVIII secolo dai marinai locali e sorrentini, per sciogliere un voto fatto alla Madonna in occasione di una tempesta nella quale l’equipaggio campano promise di costruire una chiesa nel punto in cui il mare li aveva sbarcati sani e salvi.
Oggi la Vergine si festeggia con una suggestiva processione a mare e sono proprio i marinai del luogo che fanno rivivere simbolicamente l’arrivo della statua della Madonna attraverso il mare. All’interno del santuario si può ammirare una statua in gesso che raffigura la Madonna con in braccio il Bambino, alla quale è stata aggiunta una corona in argento, in segno di devozione.
Scogliera dell’Ajnella
La scogliera è un susseguirsi di maestose pareti rocciose, spigolosi scogli color antracite, solitarie spiaggette e grotte marine naturali. Tra gli scogli ci sono quelli che i vecchi pescatori chiamavano Carusiello, che ricorda il piccolo salvadanaio in terracotta dei loro bambini, e Lastrachiello, dalla forma spianata che somigliava tanto al lastrico del loro ingresso di casa.
Vicino alla riva, durante la bassa marea, affiora a pelo d’acqua lo scoglio della Giumenta, il cui profilo ricorda una schiena di un cavallo. La Grotta du Trasi e jesci (Entra ed esci) è un tunnel naturale che sbuca su una spiaggetta a forma di ditale, detta appunto ‘A Jiditala.
La Grotta della Pecora deve il suo nome alla grande stalattite a forma di testa di pecora che sovrasta l’ingresso e al suo interno l’acqua cristallina sfuma in colori che si alternano continuamente.