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planimetria
info tecniche
Tappa assolutamente piatta che si svolge quasi interamente sulla statale n. 9 via Emilia. Si percorrono strade rettilinee e generalmente larghe. Da segnalare i numerosi attraversamenti cittadini con il loro corredo di rotatorie, spartitraffico e arredo urbano.
Ultimi km.
Ultimi chilometri all’interno della città. Si superano diverse rotatorie e con una serie di curve (3 sinistra e una destra) si raggiunge il rettilineo di arrivo, su asfalto, lungo circa 900 m.
partenza / arrivo
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Modena
Informazioni Turistiche
Città d’arte, terra di motori e del gusto, Modena è ricca di fascino e offre moltissime opportunità di visita. Modena rappresenta una realtà ricca di preziosi tesori che ama essere scoperta senza fretta, sorprendendo chi la visita con un magico intreccio di arte, gastronomia, musica e motori. Situata tra i fiumi Secchia e Panaro, nel cuore dell’Emilia-Romagna, la città vanta un sito Patrimonio dell’Umanità Unesco (Duomo, Piazza Grande e Torre Ghirlandina) e si trova su un territorio che da sempre ha attirato ingegno e passione e che ha dato i natali a personaggi ammirati in tutto il mondo come Enzo Ferrari e Luciano Pavarotti. Modena è terra di motori, con grandi marchi come Ferrari, Maserati e Pagani, e di eccellenze enogastronomiche conosciute e apprezzate in tutto il mondo, una delle province italiane più ricche di prodotti a denominazione d’origine DOP e IGP, una destinazione perfetta per gli amanti della buona tavola.
Gastronomia
Sinonimo di buona tavola, il territorio modenese è famoso in tutto il mondo per la sua gastronomia. Un primato antico conquistato nel nome della genuinità, del rispetto della tradizione e della salvaguardia dei sapori. A Modena i visitatori troveranno un ricco panorama di offerte ed esperienze enogastronomiche offerte da una rete di ristoranti, trattorie, osterie, aziende agricole e artigiani del gusto che con la valorizzazione dei prodotti hanno conquistato riconoscimenti in ogni ambito, come l’Osteria Francescana, riconosciuta come uno dei migliori ristoranti al mondo.
A Modena sarà facile lasciarsi tentare dai menù proposti dalle tante realtà locali concedendosi un’esperienza autentica e profonda, un viaggio nel gusto unico e inimitabile! Un ideale menu modenese non può che iniziare dall’antipasto a base di prelibati salumi, primo fra tutti il Prosciutto di Modena DOP. Tra i primi piatti, invece, il posto d’onore va ai Tortellini, quadretti di pasta sfoglia ripiegati su un ripieno di carne di maiale, prosciutto e Parmigiano Reggiano. Seguono, tra i secondi, il Cotechino e lo Zampone Modena IGP, un impasto di carni di suino macinate, insaporite con aromi e insaccate nella pelle della zampa anteriore del maiale. Da provare come secondo o come piatto unico, sono le Crescentine, in gergo “Tigelle”, e il Gnocco Fritto (rigorosamente “il”), due specialità sfiziose da accompagnare a formaggi e salumi o intingoli vari. In tavola, poi, non potranno mancare l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e l’Aceto Balsamico di Modena IGP, prodotti dei quali nessun’altra cucina al mondo può fregiarsi. Uno degli abbinamenti ideali è il Parmigiano Reggiano, gustato a scaglie con qualche goccia di aceto balsamico sopra. Per finire un’abbondante porzione di prelibate Ciliegie di Vignola e Amarene Brusche di Modena, entrambe con Indicazione Geografica Protetta e con una vasta scelta di tante specialità dolciarie, come il Bensone, un dolce “fatto in casa”, la Zuppa Inglese e gli Amaretti.
Bevande
Il vino simbolo di Modena è il Lambrusco, vino rosso frizzante, conosciuto in tutto il mondo, con proprietà organolettiche uniche. Schietto e genuino incarna perfettamente la personalità modenese e costituisce una delle basi dell’economia del territorio. A seconda delle varietà delle uve vengono prodotte diverse DOP: il Lambrusco di Sorbara DOP, noto anche come Lambrusco della viola, al palato si presenta con un sapore fresco e delicato, di corpo non molto pronunciato, il Lambrusco Salamino di Santa Croce DOP, in bocca è fresco, sapido, armonico e moderatamente tannico, ideale per accompagnare qualsiasi pasto, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP, elegante e armonico, con un corpo più sostenuto rispetto agli altri Lambruschi, al palato offre sensazioni morbide e fruttate e, infine, il Lambrusco di Modena DOP dalle note olfattive eleganti, floreali o fruttate. Tra le bevande tipiche del territorio merita una menzione anche il Nocino, un gradevolissimo liquore ottenuto dal mallo delle noci. Si tratta di un prodotto di antica tradizione che si presenta limpido, di colore bruno scuro più o meno accentuato, di odore intenso con sentore di noce e sapore aromatico, gradevole e persistente, tipico della noce immatura. La tradizione vuole che le noci vengano raccolte il 24 giugno, giorno di San Giovanni Battista, allorché la maturazione del frutto non è ancora completata ed il mallo risulta verde e tenero. Il modo più semplice e tradizionale per gustare il Nocino è servirlo, liscio ed a temperatura ambiente, come digestivo alla fine dei pasti.
Punti di interesse
Custode di gioielli architettonici di rara bellezza Modena è una destinazione ricca di storia, perfetta per chi ama l’arte e la cultura. Tantissimi sono i luoghi da visitare, per immergersi in atmosfere uniche e per un incredibile viaggio nel tempo: il Duomo, dichiarato, con la torre Ghirlandina e Piazza Grande, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997, capolavoro del romanico italiano; Il Palazzo Comunale con le sue sale storiche, dove è custodita l’antica Secchia Rapita, e l’acetaia comunale. Il seicentesco Palazzo Ducale, oggi sede dell’Accademia Militare, che ospitò la corte Estense, trasferitasi a Modena da Ferrara nel 1598. Nell’imponente Palazzo dei Musei sono visitabili le Gallerie Estensi, tra le più importanti collezioni italiane di pittura e scultura, custodi di opere d’arte di assoluto valore e Il Museo Civico che nel 2021 celebra i 150 anni dalla fondazione. La Fondazione Modena Arti Visive, nelle varie e prestigiose sedi espositive in città, propone ogni anno interessanti mostre dedicate a fotografia e immagine e la collezione Museo della Figurina, unica nel suo genere.
Per gli appassionati bel canto saranno tappe imperdibili il Teatro Comunale di Modena e la Casa Museo di Luciano Pavarotti, è infatti uno straordinario legame dalle origini antiche è quello che unisce la città con la musica. A partire dall’epoca Estense, l’amore per il canto è stato coltivato nelle scuole, negli istituti musicali, nei teatri e durante i tanti eventi. Una vocazione profonda che ha fatto emergere artisti la cui fama è diventata internazionale come Mirella Freni, Raina Kabainvanska e Luciano Pavarotti, “il Maestro”, cantanti d’opera apprezzati in tutto il mondo. Oggi la tradizione dell’opera viene portata avanti attraverso la ricca programmazione del Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” (1838) e con una fiorente attività. E ancora, il territorio è stato “capitale” della musica Beat ai tempi dell’Equipe84, di Caterina Caselli e dei Nomadi ed è patria di tanti cantanti e formazioni contemporanee di musica leggera pop e rock come Vasco Rossi, Francesco Guccini, Paolo Belli, i Modena City Ramblers, Nek e molti altri.
Gli amanti dei motori, ma non solo, rimarranno affascinati dalle incredibili storie d’ingegno modenese come quelle di Ferrari, Maserati, Pagani e Stanguellini. Modena, città natale di Enzo Ferrari, è il cuore della “Motor Valley”. Auto da corsa e vetture di lusso sono entrate nella leggenda, diventando “pezzi da collezione” e portando nel mondo passione, creatività e bellezza. Oltre al Museo Enzo Ferrari di Modena e al Museo Ferrari di Maranello, ci sono tante fabbriche, musei e collezioni private da visitare: la fabbrica e showroom Maserati, il Museo d’auto e moto d’epoca Umberto Panini, il Museo Stanguellini, la collezione Righini, la Pagani Automobili e l’Autodromo di Modena.
Modena è il punto di partenza ideale per un viaggio alla scoperta del territorio modenese tra borghi, castelli e itinerari immersi nella natura, dalla pianura all’Appennino.
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Cattolica
Informazioni Turistiche
Al confine tra Romagna e Marche, nell’insenatura naturale ai piedi del Monte San Bartolo, si adagia Cattolica, un borgo d’antica tradizione marinara e d’ospitalità, fondato nel 1271. Questa vocazione all’accoglienza, nata già in epoca romana, si è sviluppata nel Novecento quando le famiglie benestanti dell’Emilia costruirono qui i loro villini per le vacanze al mare, ed è proseguita nel dopoguerra incoronando Cattolica “Regina dell’Adriatico” per quello spirito dell’accoglienza tutto “made in Romagna”. La vocazione peschereccia rende la zona portuale il fiore all’occhiello della città, sempre in stretto rapporto con il borgo antico e la zona collinare: Cattolica infatti è il punto di inizio della Valconca, una terra ricca di storia e carattere, con i suoi borghi medioevali come Gradara, Montefiore Conca, Mondaino e Saludecio. Cattolica accoglie anche l’Acquario le Navi, il più grande acquario della costa adriatica.
Gastronomia
Due sono le specialità gastronomiche tradizionali esclusive di Cattolica: il miacetto e il bizulà. Il miacetto è un dolce natalizio a base di frutta secca, scorze di agrumi, miele, zucchero e cruschello (rumgiòl), senza lievito e cotto in forno. Conosciuto da secoli, è tuttora molto vivo nella tradizione della città. La sua ricetta è abbastanza definita, anche se ogni famiglia si tramanda la propria piccola variante e la custodisce con cura. Viene prodotto principalmente in casa e regalato a parenti e amici come gesto d’augurio o per rinsaldare i legami con le persone care, ma nel periodo natalizio è anche in vendita nelle panetterie e pasticcerie cittadine. Il bizulà invece, era l’antico alimento di sostentamento dei pescatori locali quando uscivano in mare. Si tratta di una sorta di pane biscottato che veniva portato in barca nelle lunghe battute di pesca; la sua particolarità è la forma a ciambella, forma scelta per pura valenza pratica, in quanto veniva appeso prima alla cintura dei pantaloni e poi in alto nella stiva per evitare che un’ondata, portando acqua nel fondo dello scafo, lo inzuppasse. Veniva utilizzato come riserva di cibo in mare, potendo conservarsi per diversi giorni e inzuppato nel vino. Le panetterie locali lo producono ancora.
La cucina tradizionale cattolichina è prevalentemente fatta di piatti di mare: pesce azzurro, soprattutto sardoncini, crostacei e molluschi, in particolare la vongola “chamelea gallina”, prodotto locale e d’eccellenza. Non mancano però le “azdore” romagnole e la loro saggezza nell’arte di impastare: passatelli, strozzapreti, tagliatelle e piadina non mancano mai sulle tavole di Cattolica.
Bevande
Il patrimonio viticolo di Cattolica si estende dalla costa adriatica sino alle colline delle vallate del Marecchia e del Conca. Fra le uve a bacca rossa non vi è dubbio che il Sangiovese sia il principale prodotto locale, nonché il principe indiscusso dei colli riminesi.
Il Sangiovese, probabilmente già coltivato dagli etruschi, era un vino molto amato dai Romani che lo chiamarono così per la sua vigoria, “Sanguis Jovis” ovvero sangue di Giove, da cui deriva la parola “Sangiovese”.
Come racconta la leggenda, le uve del Sangiovese vennero piantate qui in Romagna dal console Gneo Papirio Carbone: il suo podere infatti faceva parte della Massa Maratiana che riforniva direttamente Roma. Si pensa che le anfore vinarie per arrivare al centro dell’Impero viaggiassero lungo il fiume Conca e venissero imbarcate proprio al porto di Cattolica.
Tra le uve bianche spiccano invece il Trebbiano Romagnolo, il Biancame e Rebola, ma anche vitigni più antichi come la Vernaccina, il Verdetto, la Vernaccia, il Ciurlese, il Varano, la Scroccona, il Famoso, il Bottaio, il Canino, il Cargarello, tutti vini che dal 1996 rientrano sotto la denominazione di origine controllata (D.O.C.).
I vini tipici di Cattolica sono: il Sangiovese di Romagna, l’Albana di Romagna, il Trebbiano di Romagna, il Sauvignon, il Pagadebit di Romagna, la Cagnina e il Lambrusco.
Tra le bevande tipiche c’è il cosiddetto “Brulè”, ovvero il Vin Brulè: consumato esclusivamente in inverno, specie nel periodo natalizio, è una bevanda calda a base di vino rosso, agrumi, zucchero e spezie aromatiche, di solito cannella e chiodi di garofano a cui a piacere si può aggiungere anche la noce moscata e l’anice stellato per renderlo più dolce. Veniva, e viene tuttora, bevuto specie in compagnia, nelle fredde serate invernali per scaldare gli animi e tonificare l’umore.
Punti di interesse
Il centro storico di Cattolica è ricco di monumenti e luoghi di interesse.
La “Catolica Vecia”, ovvero la parte antica della città accoglie tra le sue vie strette numerosi manifesti dell’opera umana:
La chiesa di S. Apollinare, eretta presumibilmente alla fine del duecento, custodisce all’interno opere di notevole importanza come una Crocifissione della fine del Cinquecento attribuita alla scuola dei Laurentini, e una pala del Basearini raffigurante i Santi Sebastiano e Rocco, con sullo sfondo la città di Cattolica; la rocca Malatestiana, databile tra il 1490 e il 1491, edificata da maestranze lombarde, fu costruita con finalità di difesa dell’abitato da probabili sbarchi di turchi e di pirati sulla costa, ed ebbe fin dalle origini, vista la sua posizione centrale, anche funzioni di controllo delle attività marittime mercantili clandestine.
Il centro storico ospita anche il Museo della Regina, sito all’interno dell’ex “ospitale dei pellegrini”, un edificio religioso della fine del 1500. Il museo, diviso in due sezioni, ha carattere archeologico e etnoantropologico, e racconta la storia della città e le sue tradizioni. La sezione archeologica custodisce i reperti emersi durante gli scavi cittadini che a partire dagli anni ’60 del Novecento hanno portato alla luce testimonianze materiali relative all’età romana e che nel 2007 hanno rivelato la presenza, nell’area VGS, di un villaggio dell’età del Bronzo databile fra 1800-1500 a.C. La sezione etnoantropologica, invece, è dedicata alla cultura materiale e immateriale delle “Genti di mare” attraverso un percorso espositivo che, partendo dalle vicende legate alla nascita del porto in età moderna, documenta gli sviluppi della cantieristica navale, delle tecniche di navigazione e di pesca, la vita quotidiana, religiosa e sociale delle comunità marittime fino alle trasformazioni legate all’avvento del motore a partire dagli anni ’20 del Novecento.
Proprio gli anni ’20 furono caratterizzati da un importante lavoro di promozione turistica da parte della pro-loco di Cattolica con interventi pubblici tesi a migliorare aspetti e funzionalità del centro balneare. Tra le opere più importanti spicca la fontana delle sirene, commissionata allo scultore forlivese Giuseppe Casalini (1887 – 1957), divenuta poi uno dei simboli della città di Cattolica. Situata in piazza I Maggio, la scultura fu realizzata in cemento armato e rifinita in graniglia di cemento e verderame, materiale che acquista le tonalità del bronzo. La struttura della fontana riproduce le forme di tre giovani donne fasciate da un drappeggio, per le quali lo scultore prese a modella la figlia Francesca. Di stampo razionalista è invece la struttura che ospita l’acquario di Cattolica, il complesso edilizio de “Le Navi”, un ex-colonia marina a forma di flotta navale, progettata dall’architetto Clemente Busiri Vici nel 1931 con il nome di Colonia Marina “XXVIII Ottobre” per ospitare i figli degli italiani residenti all’estero.