altimetria
planimetria
info tecniche
Tappa definita da due parti separate. Completamente rettilinea e pianeggiante la prima fino a Parma lungo la via Emilia. Mossa e impegnativa la seconda. Dopo Parma si supera una serie di salite (due GPM) che in alcuni casi presentano pendenze anche oltre il 10%. La carreggiata è mediamente ristretta. Dopo Montecreto la corsa arriva a Fanano dove inizia la salita di Colle Passerino che termina a 2 km dall’arrivo.
Ultimi km
Ultimi 6 km molto impegnativi. A Fanano inizia la salita di Colle Passerino su strada a carreggiata ristretta e con pendenze per lunghi tratti oltre il 10% e punte prolungate del 13-14%. A 2 km dall’arrivo la strada scende per circa 800 m per poi riprendere a salire leggermente. Da 750 m all’arrivo fino ai 250 m il fondo è in pavé. Arrivo su asfalto.
partenza / arrivo
dettaglio salite
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Piacenza
Informazioni Turistiche
“Piacenza è terra di passo” scriveva Leonardo Da Vinci nel Codice Atlantico. Per sua stessa collocazione, al crocevia tra quattro regioni, è, infatti, la porta dell’Emilia, fondata sulle rive del Po e racchiusa nell’abbraccio delle colline e delle montagne dell’Appennino. Colonia Romana, poi importante centro medievale, fu da sempre una sosta ideale nel passaggio di principi e pellegrini, crociati e templari, commercianti e artisti che qui lasciarono il segno. Una vocazione all’ospitalità che è parte del suo DNA e che ancora oggi invita alla visita e che la città ha racchiuso nel motto “Crocevia di culture”, che racchiude un ricco programma di progetti e di iniziative di valorizzazione culturale e di promozione territoriale.
Fulcro della città è la sua piazza principale, dedicata ai cavalli del Mochi (1625), che raffigurano Alessandro e Ranuccio Farnese e dominata dallo straordinario Palazzo Gotico, storico palazzo comunale risalente al 1281. Perdendosi tra le vie del centro si incontrano poi le tantissime chiese di antica fondazione, palazzi e dimore storiche che la rendono un gioiello da assaporare, cosi come le sue tante eccellenze enogastronomiche.
Gastronomia
Parlando di gastronomia, due anime contraddistinguono la cucina piacentina, entrambe collegate alla sua posizione geografica. Da un lato la varietà: confinando con ben tre regioni, Lombardia, Liguria e Piemonte, scambi di prodotti e ricette hanno sempre caratterizzato questa zona di passaggio, arricchendone il patrimonio gastronomico. Dall’altro siamo pur sempre in Emilia e la cucina piacentina può ben definirsi tipicamente regionale nell’interpretare al meglio quei caratteri di golosità e generosità che l’hanno resa celebre in tutto il mondo.
Ma territorio vuol dire anche colline e montagne, culla di grandi risorse gastronomiche, come i funghi, le castagne e la selvaggina, e più in generale una ricchezza agricola che dalle campagne arriva sino alle porte della città. E naturalmente il vino, in crescita qualitativa negli ultimi anni.
Ci sono piatti che, partiti da qui, hanno superato i confini provinciali per diventare classici della cucina italiana, come i pisarei e fasö (gnocchetti di farina e pangrattato conditi con un sugo di fagioli) o gli anolini in brodo, per non parlare dei formaggi dop grana padano e provolone valpadana, della pancetta, del salame e della coppa: ben tre dop di salumi assegnate ad un’unica provincia! Altri piatti sono un invito al viaggio, perché rimangono dei tesori custoditi nel piacentino, come la bomba di riso, i tortelli con la coda, le ricette locali che coinvolgono i pesci di fiume, le rane e le lumache, per non parlare degli arrosti di animali da cortile e la ricchezza di dolci.
Bevande
Ad accompagnare la ricca offerta gastronomica piacentina, non può mancare un’altrettanto varia e corposa proposta vinicola, che abbraccia l’intero territorio provinciale concentrandosi nelle zone collinari. Tutti conoscono il Gutturnio, il vino rosso tipico nato da un sapiente blend di barbera e croatina (bonarda), capace di presentarsi nelle sue diverse declinazioni – fermo, frizzante e riserva – ad accompagnare una infinità di piatti e prodotti locali. Ma oggi, esaurire qui il discorso, significherebbe disconoscere la crescente diversità enologica della doc colli piacentini, che ospita vitigni di grande eterogeneità e valorosi prodotti. Tra i rossi, oltre al Gutturnio, non si possono trascurare pinot nero, barbera, merlot, solo per citarne alcuni, mentre tra i bianchi primeggiano l’Ortrugo, unico vino e vitigno autoctono, seppure in una produzione non estensiva, e il Malvasia, in particolare nella sua tipicità di Candia aromatica che vanta un’antica tradizione risalente a Leonardo Da Vinci, che si trova sia dolce che secco. Anche nei bianchi, le declinazioni sono molteplici e spaziano dai fermi ai frizzanti agli spumantizzati: la scelta è impressionante, interi menu degustazione potrebbero essere accompagnati dai vini locali, dagli antipasti fino ai dolci che possono trovare nell’abbinamento con i passiti locali il perfetto completamento al palato.
Punti di interesse
Come detto Piacenza è crocevia di culture, uno scrigno di tesori che si svelano nel semplice passeggio tra le strette e caratteristiche vie del centro storico. Detto di Piazza dei Cavalli, con il Gotico, le due statue equestri dei Farnese, il girovagare nel cuore della città ci conduce in piazza del Duomo, con la maestosa cattedrale che custodisce la splendida cupola dipinta dal Morazzone e dal Guercino. Per proseguire poi con i Musei Civici, nell’imponente complesso rinascimentale di Palazzo Farnese (da non perdere il curioso fegato divinatorio etrusco in bronzo del II-I secolo a.C. e il dolcissimo tondo della Vergine col Bambino di Botticelli), arricchita negli ultimi mesi da una straordinaria Sezione Romana del Museo Archeologico, che aggiunge un importante tassello alla conoscenza del passato di Piacenza e che va ad arricchire indicativamente il patrimonio museale della città. Si prosegue poi fino alla Galleria Ricci Oddi, che offre una panoramica completa dell’arte figurativa italiana a partire dalla seconda metà del XIX secolo e che ha da poco recuperato Il Ritratto di Signora di Gustav Klimt, trafugato oltre 20 anni fa e ritrovato nei mesi scorsi per diventare elemento di attrazione e di richiamo per l’intera collezione che la galleria offre. Fino ad arrivare alla caratteristico complesso di Santa Maria di Campagna, magnifico edificio rinascimentale di Alessio Tramello rivestito da uno strepitoso ciclo di affreschi del Pordenone.
Senza dimenticare le chiese medievali, innumerevoli e tutte da scoprire: San Francesco, Sant’Antonino, Sant’Eufemia, San Savino e San Sisto, al centro di un progetto di valorizzazione. Quest’ultima, di fondazione medievale, ma rimaneggiata nel Cinquecento, è la chiesa per cui Raffaello nel 1512 dipinse la Madonna Sistina (ora alla Gemäldegalerie di Dresda).
Del suo Teatro Municipale, tanto per non farci mancare nulla, edificio neoclassico inaugurato nel 1804, Stendhal, di passaggio in città nel 1816, ebbe a dire che era “tra i più belli, anzi il più bello d’Italia”. Uno che di bellezza se ne intendeva e che ben sottolinea lo straordinario patrimonio culturale, artistico e architettonico di una città capace per affascinare anche per la sua dimensione tranquilla, per un ambiente curato e immerso nel verde, e per un territorio che la circonda che abbraccia lo straordinario spettacolo del Po che ne lambisce il centro storico, fino alle lussureggianti colline ricche di storia, fascino e buon vivere.
Sestola
Informazioni Turistiche
Sestola (1.020 s.l.m.) conosciuta come la “perla verde” dell’Appennino nonché rinomata stazione turistica invernale si trova a 71 km da Modena, a 79 da Pistoia, a 81 da Bologna. Il territorio comunale sopra i 1.500 mt. s.l.m., oltre il Lago della Ninfa e Passo del Lupo, fa parte del Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese.
Vivere in sintonia con la montagna, in armonia con l’ambiente, il territorio, la cultura e le tradizioni locali, è un’esperienza che a Sestola ci si può concedere da soli e con tutta la famiglia.
Per scoprire la natura incontaminata in tutta semplicità, si può approfittare dei territori protetti del Parco del Frignano o dei grandi spettacoli dei laghi presenti in tutto il comprensorio. Cultura, arte, sport e tempo libero trovano poi ampi spazi nelle varie manifestazioni organizzate durante tutto l’anno.
Gastronomia
Non si può lasciare Sestola senza aver gustato la tradizionale “crescentina”, specialità per eccellenza da molti conosciuta come “Tigella”, dal nome dello strumento utilizzato anticamente per cuocerla, condita con lardo e Parmigiano Reggiano prodotto direttamente dai caseifici locali.
Dalle crescentine ai borlenghi, dal croccante ai ciacci, passando per prodotti tipici come funghi, castagne e formaggi: l’Appennino Modenese propone un repertorio di sapori assolutamente da scoprire. La tradizione gastronomica montanara è unica nel fondere ricette senza tempo; tutti questi prodotti si possono acquistare presso le attività commerciali della zona o direttamente dalle aziende produttrici.
Bevande
Il Lambrusco è sicuramente il vino tipico d’eccellenza del nostro territorio. Un rosso dal carattere deciso ma che sa racchiudere le tradizioni dei vitigni emiliani. Il Lambrusco (grasparossa, di Sorbara, salamino) frizzante o spumante, accompagna tutti i piatti della tradizione culinaria montanara.
I vini bianchi della nostra tradizione sono invece Pignoletto, Montuni e Trebbiano.
Punti di interesse
Sestola è meta ideale anche per trascorrere il tempo libero tra eventi culturali, tradizioni e per rilassarsi tra le verdi montagne Appenniniche. Oltre ai monumenti degni di nota tra cui chiese, oratori ma anche borgate e case padronali, il complesso più interessante da visitare è sicuramente la Fortezza o Castello, che ospita diversi musei molto importanti tra cui quello degli strumenti musicali meccanici, uno dei pochi esistenti in Italia, e quello dell’Antica Civiltà Montanara. Degne di rilevanza architettonica e culturale sono poi l’Oratorio di San Biagio a Roncoscaglia (unico esempio di Romanico nel territorio), la chiesa di Vesale e la chiesa di Castellaro.
Da non perdere è una visita al Giardino Botanico Esperia, oasi ecologico-didattica d’importanza nazionale sulla flora appenninica spontanea e quella alpina situato in località Passo del Lupo (a 11 Km da Sestola e a 1.500 mt s.l.m.).
L’Adventure Park Cimone poi, situato al lago della Ninfa, offre avventura, divertimento ed adrenalina per i più coraggiosi con i percorsi sugli alberi, le fly-line, il funbob, e un’area dedicata ai più piccoli con i gommoni, i mini quad, jumpy e area baby. Un’occasione per fare divertire tutta la famiglia dai più grandi ai più piccini.
La località si caratterizza come vera e propria capitale dello sport estivo. Tantissime sono le opportunità: trekking, orienteering, nordic walking, equitazione, golf, deltaplano, parapendio e molti percorsi dedicati alla MTB sia per la pratica del DownHill sia dedicati alle E-Bike, sono a disposizione per chi non può fare a meno del binomio tra fitness e natura.
Oltre alla pratica dello sport, presente in tutte le sue forme, per tenersi in forma il visitatore può tonificare il corpo e l’anima nei diversi centri benessere della zona oppure dedicarsi ai vari percorsi di trekking e MTB che permettono di tonificare corpo e anima immersi nella splendida cornice paesaggistica appenninica. Inoltre il rinnovato “percorso fitness” situato al Castello permette di effettuare attività fisica immersi nell’armoniosità naturale del Parco della Covetta.
Non dimentichiamo poi che Sestola è la più importante località turistica invernale della regione. Nella stagione invernale infatti Sestola e il Monte Cimone si rivelano un paradiso per gli amanti di tutti gli sport collegati alla neve: sci (con oltre 50 Km di piste), snowboard e ciaspolate.