altimetria
planimetria
info tecniche
Tappa piatta nella prima metà e mossa nella seconda. Fino a Asti si percorrono strade di pianura mediamente larghe e rettilinee. Da Canelli la corsa percorre strade ondulate con tre salite classificate GPM a volte con pendenze anche marcate. Dopo Alba da segnalare lo strappo di Guarene con pendenze in doppia cifra.
Ultimi km
Finale impegnativo e articolato. A circa 5 km dall’arrivo si supera il breve strappo di Occhetti. La strada resta pianeggiante fino all’abitato di Canale dove nell’ultimi chilometro sono da segnalare quattro ampie curve che portano al rettilineo di arrivo in leggera ascesa su asfalto.
partenza / arrivo
dettaglio salite
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Biella
Informazioni Turistiche
Biella è una città e capoluogo di provincia del Piemonte, ai piedi delle Alpi Biellesi.
La sua esistenza è attestata sin dall’Alto Medioevo, dominata prima dai vescovi di Vercelli poi dai Savoia, nell’Ottocento conobbe un grande sviluppo urbanistico e industriale, diventando nota per le industrie tessili.
Si sviluppa su più livelli rispecchiando la sua storia: il Piazzo, posto su un’altura (480m s.l.m.) raggiungibile con una panoramica funicolare, è la parte più antica della città e mantiene le caratteristiche di borgo medioevale con porte di accesso e strade acciottolate che si snodano fra palazzi signorili.
Il centro urbano risale all’età romana e custodisce oggi importanti monumenti di diverse epoche fra cui il Battistero e il campanile, entrambi romanici, e la chiesa rinascimentale di San Sebastiano, elementi architettonici inseriti in un contesto elegante frutto dello sviluppo urbanistico ottocentesco.
Lungo il torrente Cervo spiccano i monumenti di archeologia industriale di cui oggi molti trasformati in centri culturali.
Gastronomia
La cucina locale è di chiara impronta piemontese, sostenuta da aziende note a livello nazionale ed internazionale e dai tanti piccoli produttori che mantengono viva la tradizione del territorio. L’enogastronomia biellese è annoverata a pieno titolo tra le eccellenze del Piemonte.
Tra i formaggi più noti troviamo la Toma, a pasta dura, di latte vaccino, di antica tradizione alpina. Viene prodotta sia con latte intero (tipo Maccagno), sia con latte parzialmente scremato. Le tome delle valli biellesi hanno il riconoscimento del marchio D.O.C. della Regione Piemonte. Questi formaggi sono anche gli ingredienti principali per due grandi piatti tipici: la “pulenta cunscia“, morbida crema di mais cotta a lungo nel paiolo, nella quale viene sciolto abbondante formaggio locale e incorporato gustoso burro di cascina e il ‘ris an cagnùn“, con toma e burro soffritto.
Tra gli insaccati, i più diffusi sul territorio sono i “salam ‘d l’ula“, ossia conservati sotto grasso, preparati con carne suina, sale, pepe e, a volte, vino rosso. Caratteristici sono pure i “salam ‘d vaca“, cioè di carne bovina, i “salam d’asu” con carne di asino e quelli a base di carne di capra.
Più localizzata la produzione dei “salam ‘d patata“, in cui all’impasto vengono aggiunte patate lessate e poco sangue, o dalla “paletta di Coggiola“, un prosciutto di spalla insaporito con sale e pepe, insaccato nella vescica e fatto asciugare all’aria.
A Biella non mancano i dolci: i torcetti che sono biscotti lievitati, friabili, a forma di ciambella ovale. Le “paste ‘d melia” biscotti a base di farina di mais. I canestrelli, fragranti cialde di wafer con cioccolato e nocciole.
La grande varietà di fioriture consente di selezionare una vasta gamma di tipologie di miele: acacia, castagno, tiglio, rododendro, tarassaco e millefiori, solo per citare i più diffusi.
Bevande
Le acque del Biellese sono famose per l’eccezionale leggerezza: una fra tutte la Lauretana con i suoi 14 mg/l di residuo fisso che determinano la sua leggerezza da primato europeo.
Biella vanta inoltre una birra di grande qualità: Menabrea è il birrificio attivo più antico d’Italia, e nel tempo ha vinto diversi premi internazionali, è stata anche giudicata la migliore del mondo nel tipo Lager. Molti premi di settore anche per i numerosi micro birrifici ubicati sul territorio che offrono una vasta selezione di birre artigianali, particolari nei gusti e negli ingredienti sapientemente selezionati e miscelati.
Tra i vini del territorio, una D.O.C.G.: l’Erbaluce di Caluso vino giallo paglierino, dal sentore fine che ricorda i fiori di campo e un sapore secco, fresco e caratteristico. Anche il vino rosso è rappresentato con 4 D.O.C.: Bramaterra, Lessona, Canavese e Coste della Sesia, vini rosso rubino, dal profumo caratteristico e intenso, ed un sapore asciutto e armonico.
Un cenno di riguardo merita il Ratafià di Andorno, ricavato dalla macerazione alcolica di ciliegie selvatiche, secondo una ricetta vecchia di 500 anni.
Punti di interesse
Il territorio è caratterizzato da una grande varietà ambientale, ricchezza naturale e storica.
Nel centro storico è possibile visitare il Museo del Territorio Biellese è il museo della Città di Biella che raccoglie testimonianze dell’intero territorio, da Viverone al Lago della Vecchia, dalla Bessa al Monte Rubello. La visita al museo, collocato all’interno del Chiostro della Basilica di San Sebastiano, permette di compiere un viaggio nel tempo che parte dalla preistoria per arrivare al Novecento. Dopo la visione della mappa del territorio biellese, che compare nella grande galleria d’ingresso del Museo, quasi ad avvolgere in un grande abbraccio il visitatore, il museo si sviluppa su due percorsi che si intersecano: uno dedicato alla sezione archeologica (dalla paleontologia al Medioevo), l’altro dedicato alla sezione storico-artistica (dal Rinascimento al collezionismo del Novecento). Da visitare inoltre la Cattedrale dedicata al patrono di Biella , Santo Stefano , edificata nel nucleo di più antica formazione della città e che ospita un raro esempio di iconografia popolare ormai scomparsa dopo il Concilio di Trento : il Cristo della Domenica. Accanto al Duomo sorge uno degli esempi più significativi di arte romanica in Piemonte : Il Battistero, edificato su un sepolcreto romano.
La Città di Biella e il comune di Pollone ospitano il Parco della Burcina , che si estende sulle pendici di una collina a 826 metri s.l.m. Creato verso la metà del 1800 dall’imprenditore tessile Felice Piacenza, si estende per 57 ettari conservando numerosi esemplari di rododendri, azalee e pregiate conifere e latifoglie esotiche perfettamente integrate con la vegetazione presente. Nel 1980 è divenuto Riserva Naturale Speciale.
A pochi chilometri dal centro abitato, a 1180 metri s.l.m, si trova il Santuario della Madonna Nera di Oropa, il più celebre luogo di pellegrinaggio del Piemonte, uno dei più importanti d’Italia e forse il più antico santuario mariano dell’occidente. Il complesso è patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco e l’intero territorio è divenuto “Riserva Naturale Speciale Sacro Monte di Oropa”.
Un punto di riferimento per il turismo nella montagna biellese è Oropa : raggiungibile in poco tempo da Vercelli, Novara, Milano, Torino e dalle altre città del nord-ovest. La funivia, situata alle spalle del Santuario di Oropa, in meno di 10 minuti vi porterà a 1900 metri di altitudine, vicinissimo al lago del Mucrone. In estate è possibile percorrere vie ferrate, fare trekking, arrampicata, downhill o semplicemente godere delle viste spettacolari sulla pianura padana e pernottare in uno dei rifugi.
In inverno sono protagoniste le discese in freeride dalla cima del Monte Camino a circa 2400m fino a 1200m sul livello del mare senza togliere gli sci, si possono fare passeggiate con le ciaspole e praticare sci-alpinismo.
Altri parchi naturali nelle immediate vicinanze: l’area protetta “Oasi Zegna” a Trivero, 100 chilometri quadrati di area naturalistica ad accesso libero nelle alpi biellesi.
La “Riserva speciale della Bessa” una delle più grandi miniere d’oro a cielo aperto tra il II e il I secolo a.c., 10 chilometri quadrati posizionati nei comuni tra Biella e Ivrea.
Candelo è anche sede del Ricetto una delle strutture fortificate del medioevo meglio conservate del Piemonte.
Il Lago di Viverone dista poco più di 20 km. Un lago di origine glaciale alimentato in prevalenza da acque sotterranee al confine tra Biella e Torino. E’ in parte occupato dai centri abitati come Viverone, località turistica meta di vacanze ed escursioni, destinazione ideale per il birdwatching e sport acquatici.
Canale
Panoramica
Da sempre punto di snodo tra la città di Asti, da cui venne fondata nel 1260, e le verdi colline del Roero, a cui fu donata nel 1379, Canale è il cuore pulsante di questa zona. Una città circondata dai rigogliosi vigneti di Langhe, Roero e Monferrato, ricca di storia e culla delle tradizioni locali. La prima è ben rappresentata dai suoi monumenti, come il campanile della chiesa di San Vittore, che svetta sulla città con la sua statua bronzea in cima, o come il castello Malabaila, proprietà degli antichi signori della zona. Ma sono le tradizioni a rendere Canale un luogo così speciale: la sua Festa del Pesco estiva, dedicata al prodotto che a inizio Novecento permise di rilanciare l’economia agricola della zona; il suo storico mercato ortofrutticolo, aperto tutti i giorni (tranne il sabato) da oltre un secolo, punto di celebrazione delle eccellenze del territorio e, naturalmente, la sua tradizione vitivinicola, che fonda le sue solide radici sul Roero e sull’Arneis, l’oro di queste colline.
Gastronomia
Su queste colline, che siano Langhe, Roero o Monferrato, non si può parlare di gastronomia senza citare il prodotto più raro e prezioso: il tuber magnatum pico, il celeberrimo tartufo bianco, che nella vicina Alba ha il suo “quartier generale” con la Fiera internazionale in autunno.
Se il Roero è certamente noto per i suoi vini, nondimeno questi terreni di origine calcarea hanno saputo nei secoli dare origine ad altre produzioni eccellenti, che ancora oggi vengono portate avanti con successo. A fare la storia agricola di Canale, ad esempio, furono certamente le pesche: si iniziarono a coltivare da queste parti a inizio Novecento, quando la viticoltura venne messa in crisi dalla filossera e da alcune tremende grandinate. Da allora, le “pesche di Canale”, con la loro buccia spessa, la polpa soda e un sapore caratteristico divennero un prodotto tipico piemontese.
La pesca non è l’unico esempio dell’importanza della frutticoltura per queste zone. Un altro frutto legato Canale è la settembrina castagna della Madonna, detta per l’appunto anche Canalina: particolarmente apprezzata per la sua precoce maturazione, è fra gli esemplari di castagna più antichi d’Europa.
Altro prodotto tipico di Canale è il prosciutto arrosto, frutto di una tradizione secolare iniziata dai “Filipin”, salumieri del paese che trovarono un modo gustoso per conservare le cosce di maiale, arrostendole e speziandole. Si massaggiano con una miscela di erbe aromatiche, si bagnano con del vino Arneis e si avvolgono in una retina di vitello prima di essere cotte nel forno a legna. Il risultato è un prosciutto dal colore rosa intenso, morbido e saporito.
Arrivando a tradizioni più recenti, un dolce tipico di Canale è La Douchesse. Si tratta di un pasticcino al cioccolato con nocciole, mandorle e liquore, la cui ricetta segreta è custodita da inizio Novecento dalla pasticceria Sacchero (via Roma 39), dove venne inventato e dove ancora viene prodotto in maniera artigianale. Oggi queste tradizioni vengono portate in tavola ogni giorno dai tanti ristoranti e trattorie della città, e dallo chef Davide Palluda, che proprio nel cuore di Canale ha il suo ristorante una stella Michelin, punto di riferimento della tradizione culinaria roerina.
Bevande
“È luogo molto fertile e principale prodotto del paese sono gli ottimi vini che vi si fabbricano”, dice del Roero un antico testo, a testimonianza della lunga storia vitivinicola di queste terre. Una tradizione antichissima, che negli ultimi decenni ha assunto una centralità importante nell’economia del territorio.
Con oltre 370 ettari destinati alla coltivazione della vite (in prevalenza vitigno Arneis), che ne fanno il comune più vitato della zona, Canale può essere considerata la capitale vinicola del Roero. Di questi 370 ettari, 240 sono quelli iscritti alla denominazione, (175,62 ad arneis e 63,10 a nebbiolo, i due vitigni autoctoni), e costituiscono più del 23% di tutta la DOCG.
I vigneti in cui nascono i vini della denominazione Roero devono rispondere, da disciplinare, a una serie di requisiti, tali da conferire alle uve e ai vini derivati alcune specifiche caratteristiche di qualità: devono trovarsi su terreni collinari, con suoli di tipo argilloso, calcareo e sabbioso, che danno un’impronta caratteristica alle uve.
A rappresentare meglio la produzione sono il Roero, vino rosso ottenuto da uve nebbiolo per un minimo del 95%, e il Roero Arneis, vino bianco ottenuto da uve Arneis, per un minimo del 95%.
In entrambi i casi, va sottolineato quanto i produttori vitivinicoli lavorino per preservare il prodotto, realizzando nella quasi totalità dei casi un Roero Docg da nebbiolo in purezza e un Roero Arneis Docg da Arneis in purezza.
Il Roero Arneis, inoltre, viene anche spumantizzato e il Roero può essere affinato per almeno 32 mesi per ottenere il Roero Riserva DOCG.
Punti di interesse
I Portici di via Roma
Il cuore del centro storico di Canale sono probabilmente i suoi portici, che accompagnano turisti e cittadini attraverso il paese, riparandoli dalla pioggia. Qui sotto si trovano alcuni degli esercizi commerciali più storici della città.
Enoteca Regionale del Roero
Il cuore enogastronomico di Canale, l’Enoteca Regionale del Roero si pone l’obiettivo di promuovere i migliori prodotti del territorio e la cultura delle aziende che portano avanti le antiche tradizioni locali. L’Enoteca ha sede nell’ex Asilo Infantile “Regina Margherita”, complesso edilizio dello scorso secolo accuratamente restaurato pochi anni fa, dove si trova anche il ristorante una stella Michelin di Davide Palluda.
Chiesa parrocchiale di San Vittore
il suo campanile, alto 65 metri e sormontato dalla statua bronzea del Sacro Cuore, è il simbolo del Paese. La chiesa, dal caratteristico color pesca (che richiama il prelibato frutto originario di Canale) ha una facciata barocca realizzata nel 1726.
Chiesa di San Bernardino
Questa chiesa del Cinquecento, ricostruita in forme barocche a partire dal 1727, custodisce una particolare opera artistica, a cui la leggenda lega il destino del paese. È un crocifisso ligneo del Quattrocento, in cui il Cristo ha dei capelli veri: il mito vuole che crescano miracolosamente in prossimità di un periodo di sventura.
Casello Malabaila
Oggi adibito a location per matrimoni e cerimonie private, il castello Malabaila è la storica dimora dei signori di queste zone. Costruito nel 1270, è circondato da un antico parco di oltre un ettaro con splendidi alberi secolari.
Santuario Mombirone
In cima a una collina, su un punto panoramico, si trova questo santuario del 1500 dedicato alla Madonna, costruito nei pressi di una fonte ritenuta miracolosa. Si raggiunge in circa un chilometro di piacevole camminata attraverso il parco del Mombirone, e offre una bellissima visita sul centro storico del paese e sulle colline circostanti.