altimetria
planimetria
info tecniche
Percorso
Tappone alpino con sole quattro salite per oltre 5400 m di dislivello. Partenza in salita sul Passo Campo Carlo Magno che porta in Val di Sole e dopo circa 45 km si affronta l’inedito (strada di apertura recentissima) Passo Castrin/Hofmahdjoch che porta in Val d’Ultimo/Ultental. La lunga discesa su strade ampie, ben pavimentate serpeggianti a mezza costa porta ai sobborghi di Merano dove si riprende a salite da Foresta/Forst entrando in Val Venosta e risalendola quasi per intero. Si affronta quindi lo Stelvio [2758 m] dal versante più impegnativo (quasi 25 km al 7.5% di cui metà oltre i 2000 m) e quindi immediatamente dopo la lunghissima discesa (numerose brevi gallerie nella parte centrale) la salita finale ai laghi di Cancano con le “scale di Fraele” e i loro 21 tornanti perfettamente ritmati sul fianco della montagna.
Ultimi km
La salita finale di quasi 9 km attorno al 7% porta alle Torri di Fraele circa a 2 km dall’arrivo. Seguono due brevi gallerie e una breve discesa fino al Lago delle Scale che si costeggia per circa 1 km perfettamente pianeggiante. Gli ultimi 500 m sono in leggera salita al 3.5 % circa. Rettilineo finale di 200 m in asfalto largo 6.5 m.
partenza / arrivo
dettaglio salite
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Pinzolo
Panoramica
Madonna di Campiglio, Pinzolo e la Val Rendena (Trentino) sono un mosaico di bellezze naturalistiche dove vivere l’esperienza della montagna a 360°. In questi luoghi il paesaggio alpino condensa il meglio di sé: a est si trovano le Dolomiti di Brenta-Patrimonio mondiale dell’Umanità, a ovest si ammirano i ghiacciai scintillanti dell’Adamello e della Presanella, tutt’intorno fa da cornice il Parco Naturale Adamello Brenta con la sua straordinaria ricchezza di flora, fauna, laghetti alpini, cascate e foreste secolari abitate dall’orso bruno. Madonna di Campiglio glamour e moderna, Pinzolo sportiva e famigliare, la Val Rendena rurale e tradizionale. In 25 chilometri la montagna alpina si presenta in tutto il suo incanto. Paesaggi di rara bellezza sono il risultato del felice incontro tra la natura e il lavoro dell’uomo. Boschi di colore verde intenso digradano dai versanti montuosi verso il fondovalle fermandosi a ridosso di piccoli e caratteristici paesi che svelano, ad uno sguardo attento, tesori nascosti di cultura alpina.
Gastronomia
La “Rendena”, la mucca di razza autoctona che da secoli è il cardine dell’attività zootecnica e agricola della Val Rendena, alleata dell’uomo nel presidiare il territorio e modellare il paesaggio con il tratto distintivo e fortemente identitario degli alpeggi d’alta montagna, è diventata Presidio Slow Food all’interno della Condotta delle Giudicarie.
Il risultato è arrivato a conclusione di un percorso triennale portato avanti dall’Associazione “Valore Razza Rendena” nata per far diventare Presidio Slow Food il formaggio (fresco, stagionato e di malga) e la carne di razza Rendena. L’Associazione ha oggi 4 soci: le aziende agricole “Fattoria Antica Rendena” (Giustino), “La Regina” (Sant’Antonio di Mavignola) e “Maso Pan” (Caderzone Terme) e la macelleria di Patrick Bazzoli (Roncone) che produce carn salada e un insaccato realizzati con carne bovina di razza Rendena.
Punti d'interesse
Chiesa di San Viglio a Pinzolo: la Chiesa di San Vigilio a Pinzolo (risalente al X Secolo), riporta sulla facciata principale uno dei più straordinari affreschi della Valle e forse dell’intero arco alpino: la Danza Macabra di Simone Baschenis. Arrivato a noi in gran parte integro, si presenta come un lungo (si estende lungo la facciata della chiesa per 21 metri) ma ordinato ciclo pittorico raffigurante diversi personaggi della società medievale, tutti ritratti a misura reale, nell’atto di “danzare” con gli scheletri. Il messaggio che ad essi viene rivolto ribadisce il concetto dell’ineluttabilità della morte e l’imparzialità del suo operare.
Monumento Al Moleta e Viale Trento a Pinzolo: il monumento al moleta dal 1969 dà letteralmente il benvenuto a chiunque arrivi in paese dalla strada principale. Opera del francescano frà Silvio Bottes, rappresenta in modo realistico un arrotino nell’atto di affilare dei coltelli mediante la caratteristica mola a pedale. Fu commissionata e realizzata grazie alla volontà e alle offerte di molti moleti rendeneri in giro per il mondo come ricordo e in segno di rispetto per la loro storia e di tutti quelli che come loro, con più o meno fortuna, hanno vissuto questa esperienza.
Poco distante si può vedere la Passeggiata dell’Emigrante, che è un vero e proprio percorso formato da novantadue piastre di granito recanti i nomi delle nazioni e delle città del mondo nelle quali gli emigranti rendenesi cercarono fortuna.
All’inizio del XX secolo l’emigrazione in Val Rendena raggiunse forme consistenti, esportando vere e proprie specialità professionali: i rendenesi si dedicarono con maggiore profitto ai mestieri di arrotino (detti in dialetto “i moleti”; a loro è dedicato un monumento posto all’ingresso del paese di Pinzolo), di segantini (cioè di lavoratori del legno) e di salumai, competenze esportate negli Stati Uniti, in Argentina, in Canada ed i molti paesi europei. I salumieri partivano dal paese di Strembo fin dall’inizio dell’800 e raggiungevano Mantova e le città della pianura per vendere i loro insaccati ed in particolare il gustosissimo “salam da l’ai” (il salame all’aglio) nel periodo “dai santi (novembre) fino alla quaresima”, dopodiché tornavano in Rendena per lavorare i campi ed attendere l’allevamento del bestiame.
Questa emigrazione specializzata portò con se la coniazione di un gergo di mestiere, il taron, una parlata usata all’interno di questa comunità all’estero ed elaborata allo scopo di non farsi comprendere nell’esercizio degli affari alimentando l’identità degli emigranti.
Laghi di Cancano (Parco Nazionale dello Stelvio)
Panoramica
Terra di sport, natura, benessere e grandi eventi per tutte le età, la Valdidentro rappresenta la meta ideale per vivere esperienze variegate, alternative ed emozionanti. Situata ai piedi della rinomata Cima Piazzi, all’interno dei suoi 24.000 ettari che lo rendono il comune più vasto della Provincia di Sondrio, può vantare perle ambientali e paesaggistiche di rara bellezza, tra cui spiccano i Laghi di Cancano; situati nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, i due bacini artificiali sono “protetti” dalle famose Torri di Fraele, oggi simbolo della Valdidentro.
Gastronomia
Terra alpina aspra, affascinante e ricca di suggestioni naturali, la Valtellina a tavola è generosa e raffinata. Una lunga e sapiente tradizione locale, una cultura centenaria, un territorio da secoli dedito all’agricoltura e la paziente ma tenace volontà dei suoi abitanti sono gli ingredienti dei prodotti valtellinesi oggi tutelati dai marchi europei d’origine. Eleganti ristoranti e suggestivi rifugi regalano esperienze gourmet nella cornice del Parco Nazionale dello Stelvio; è dalle erbe alpine di queste montagne che è nato uno degli amari più famosi d’Italia, il Braulio. Eccellenze gastronomiche quali pizzoccheri, mele, bresaola e vini sono solo alcuni degli elementi che contraddistinguono la ricca tradizione valtellinese. Burro, latte, yogurt e formaggi: in Valtellina c’è un mondo di gusto da scoprire, sia nelle latterie e negli agriturismi che camminando tra malghe e alpeggi in estate, dove si può ancora trovare un modo di lavorare che rimane fedele ai ritmi della natura. Molto rinomati sono i formaggi caratteristici della tradizione casearia valtellinese: Valtellina Casera DOP, Bitto DOP e Scimudin.
Bevande
La Valtellina, da sempre terra di viti e di vino, si contraddistingue per le caratteristiche di eccellenza della sua produzione. Il sistema dei terrazzamenti è certamente l’elemento che maggiormente caratterizza il territorio, che si identifica con la realizzazione di una miriade di muri a secco in sasso che sostengono i ronchi vitati. Alcune particolari situazioni ambientali favoriscono la realizzazione di condizioni climatiche idonee alla viticoltura ed in particolare al “Nebbiolo”, il vitigno tradizionale della provincia di Sondrio, che dà vita a rinomati vini quali il Valtellina Superiore, lo Sforzato di Valtellina e il Rosso di Valtellina, autentiche espressioni del territorio.
Punti d'interesse
Testimonianze storiche, luoghi del passato recuperati, edifici di culto: all’interno del suo territorio la Valdidentro ospita un patrimonio storico, artistico e culturale assai ampio e variegato. Tra le opere di fortificazione presenti, le Torri di Fraele occupano senza dubbio un posto di primo piano tra quelle più suggestive e storicamente importanti. I ruderi conservatisi fino ad oggi sono quanto resta dell’avamposto militare più avanzato del sistema difensivo locale. Elementi fondamentali del patrimonio storico-artistico, le tante chiese disseminate in Valdidentro sono parte integrante del contesto culturale e paesaggistico, ognuna con le proprie peculiarità. Molto conosciuta grazie alla sua posizione dominante è ad esempio la Chiesa dei Ss. Martino e Urbano a Pedenosso, così come la Chiesa parrocchiale di Isolaccia, intitolata a S.Maria Nascente, situata nel cuore di Isolaccia oppure la famosa Chiesa di San Gallo, la cui origine è tuttora avvolta in un’aura di mistero.
Accanto all’energia idroelettrica, con le centrali di Rasin e di Fraele, la lavorazione del ferro fu per secoli una grossa risorsa: costruito nel 1985, l’impianto siderurgico di Premadio, noto come “Ferriere Corneliani”, rappresenta ancora oggi un notevole esempio di archeologia industriale dell’Alta Valtellina.