altimetria
planimetria
info tecniche
Tappa breve caratterizzata da un circuito transfrontaliero (Italia/Slovenia) di circa 40 km. Avvicinamento pianeggiante fino a Sagrado dove si scala il Monte San Michele e si entra quindi a Mossa nel circuito che presenta una ripida salita di circa 2 km a Gornje Cerovo classificata GPM per tutti i tre passaggi e diversi altri saliscendi abbastanza impegnativi. Dopo il terzo passaggio si rientra in Italia da San Floriano del Collio per attraversare la parte Nord i Gorizia e rientrare in Slovenia e attraversare Nova Gorica.
Ultimi km
Ultimi 5 km in parte in Slovenia e in parte in Italia. Dopo Piazza Europa (trg Evrope) si scala un strappo di circa 1 km con pendenze fino al 14% seguito da una discesa impegnativa che riporta in Italia. Nell’ultimo chilometro da segnalare un breve tratto in pavé. Rettilineo finale di 300 m interamente su asfalto.
partenza / arrivo
dettaglio salite
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Grado
Informazioni Turistiche
Sospesa tra cielo, terra e mare, anche chiamata “Isola del Sole” per le sue spiagge di sabbia esposte a sud, Grado, in Friuli Venezia Giulia, è una delle cittadine marittime italiane più ricche di storia e sorge in mezzo alla più settentrionale delle lagune del mare Adriatico. La città è nota a livello internazionale quale località di cura, oltre che prestigiosa destinazione balneare, sviluppatasi a fine ‘800 durante l’Impero Asburgico. A testimonianza dell’antica e importante storia della città, non a caso nota anche come la prima Venezia, oggi si possono ancora ammirare tre gioielli ben conservati: la Basilica di Santa Eufemia, l’elegante Battistero e la Basilica di Santa Maria delle Grazie. Il centro storico è un pittoresco labirinto di calli e campielli, con architetture tradizionali tratteggiate da muri di pietra e mattoni, strette scalinate esterne, ballatoi (balaor) e caratteristici comignoli (fugher). Un tessuto urbano rimasto pressoché omogeneo e inalterato nel tempo, volto tipico di un borgo marinaro altoadriatico.
Gastronomia
l piatto gradese per eccellenza, cantato anche dal poeta gradese Biagio Marin, è il “Boreto a la graisana”, una pietanza antica e unica, accompagnata da polenta di mais bianco, caratterizzata dalla semplicità degli ingredienti (pesce fresco, olio extravergine d’oliva, aglio, sale, pepe nero e aceto) con una decina di varianti, tutte gustose. Creata dai pescatori della laguna (casoneri) e tramandata per generazioni, veniva originariamente realizzata con il pesce fresco che non poteva essere venduto al mercato. La ricetta non contempla mai la presenza del pomodoro e ciò fa pensare che facesse parte della tradizione alimentare dei pescatori gradesi ancor prima della scoperta dell’ America. Per questa sua straordinaria storia, il Boreto a la graisana, dalla primavera del 2019, è iscritto nell’Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali del Friuli Venezia Giulia. Altro prodotto tipico della tradizione culinaria gradese è l’asparago bianco di Fossalon; i suoli sabbiosi di Fossalon, frazione agricola di Grado, rappresentano un luogo ideale di crescita per i bianchi turioni che vengono raccolti dalla fine di aprile ai primi giorni di giugno. Nel mese di maggio si svolge la “Mostra degli asparagi di Fossalon” durante la quale viene assegnata la “sgorbia d’argento” (dal nome dell’arnese utilizzato tradizionalmente per raccogliere l’asparago bianco) al miglior produttore friulano di asparago bianco.
Bevande
Sulle isole della laguna di Grado non si coltiva la vite. L’ambiente non è favorevole ma, soprattutto, non ce né bisogno. La vicina terraferma, con la DOC di Aquileia, offre bottiglie di qualità con un’ampia scelta di eccellenti vini bianchi e rossi, di collina e di pianura. Da assaggiare invece il Santonego, una speciale infusione alcolica di assenzio marino (Artemisia coerulescens), pianticella perenne aromatica lagunare, con proprietà amaro-toniche, dalle foglie color verde argentato, che fiorisce tra agosto e settembre. Un inebriante elisir a base di grappa che racchiude nel suo sapore secco e dal finale amaricante tutta la sapienza e le tradizioni delle famiglie gradesi; da degustare anche con ostriche e cioccolato.
Punti di interesse
Di notevole interesse storico in centro storico troviamo la Basilica di Santa Eufemia, l’elegante Battistero e la Basilica di Santa Maria delle Grazie.
Gorizia
Informazioni Turistiche
Incastonata tra pianura e montagna all’estremo nordest d’Italia e sulle rive dell’Isonzo, là dove s’incontrano le culture latina, slava e germanica, e, oggi, autentico simbolo dell’Europa che sarà. Questa è Gorizia, scrigno che custodisce fascino e misteri e che, assieme alla slovena Nova Gorica che le sorge accanto, è stata recentemente nominata Capitale europea della Cultura per il 2025. Una nomina, questa, che lancia un messaggio importante, immaginando un’Europa davvero senza più confini e nella quale i protagonisti sono i cittadini. Ma se il futuro rappresenta una sfida affascinante, Gorizia ha anche tanta storia e un passato importante alle spalle da raccontare. Conosciuta come la “Nizza austriaca”, per il suo clima mite e l’eleganza degli scorci che si dipanano dal suo centro ai piedi del colle del castello medioevale, Gorizia è stata al centro delle tragiche vicende della Prima e della Seconda guerra mondiale, e trova oggi la sua identità come città della cultura, dell’enogastronomia e della multiculturalità.
Gastronomia
La cucina goriziana, di tradizione mitteleuropea, attinge a piene mani dalle diverse anime della città e del suo territorio, dalle culture e dagli influssi differenti che si possono respirare ovunque tra le sue vie e nelle sue piazze. E, così, anche nei suoi piatti e sulle sue tavole. La gastronomia goriziana è caratterizzata da pietanze sostanziose ma al tempo stesso raffinate e ricche di contrasti, in grado di affascinare il palato. Tra i primi non si può non citare zuppe e minestre, a partire dalla jota, speciale minestra di fagioli e patate arricchita, a seconda delle varianti e delle ricette, con crauti o brovada. Retaggio della lunga appartenenza della città all’impero austroungarico è invece il goulasch, ricca zuppa di carne speziata, da accompagnare magari con gli gnocchi di pane o con la polenta, mentre tra le pietanze più originali del territorio ci sono sicuramente gli gnocchi ripieni con le susine, che nonostante il loro gusto marcatamente dolce sono considerati a tutti gli effetti un primo piatto. Celebre e golosa è poi la ljubljanska che si può assaggiare nei locali del centro, la bistecca ripiena di prosciutto cotto e formaggio che viene servita fritta e fumante, e per restare ai secondi piatti, in primavera è imperdibile la frittata con le erbe di campo. La gubana goriziana con la sua delicata pasta sfoglia ed il ripieno a base di frutta secca, o lo strucolo in straza nelle sue tante varianti gelosamente custodite da ogni famiglia sono invece il modo migliore di chiudere il pasto in dolcezza. Tra i prodotti gastronomici di assoluta eccellenza, invece, oltre al miele spicca il prelibato radicchio Rosa di Gorizia, tanto bello nelle sue forme da non avere nulla da invidiare ad un fiore, e dal sapore unico e solo leggermente amarognolo, a differenza di quello dei comuni radicchi.
Bevande
Situata proprio ai piedi del Collio, bagnata dalle acque color smeraldo dell’Isonzo che feconda i colli e la pianura circostante, e con lo sguardo che spazia anche verso il vicino Carso, Gorizia è anche terra di rigogliosi frutteti e vigneti nei quali nascono alcuni tra i migliori vini al mondo. Su tutti quella Ribolla Gialla che sulle alture di Oslavia trova il suo terreno d’elezione, e che rappresenta il vino bandiera per Gorizia. Il suolo ricco di minerali, la particolare esposizione, la ventilazione e l’escursione termica ideale danno vita ad un vino straordinario che i produttori del territorio hanno saputo reinterpretare anche recuperando l’antica tecnica della macerazione sulle bucce. Ma con la Ribolla, i vigneti attorno a Gorizia sanno regalare anche il magnifico Friulano – che gli appassionati non possono non continuare a chiamare ancora Tocai -, oltre ai vari Sauvignon, Pinot Grigio, Merlot e Cabernet. Tutte eccellenze che è possibile trovare nei tanti locali di qualità e nelle enoteche del centro cittadino, anche se è sufficiente percorrere per pochi minuti le strade che si inoltrano nei vigneti alle porte della città per entrare nelle cantine e conoscere direttamente i produttori vitivinicoli. Gorizia e l’Isontino sono terra di grandissimi vini, bianchi soprattutto, ma c’è spazio ovviamente anche per i liquori, come il celebre Pelinkovac, amaro a base di assenzio tipico di tutta l’area balcanica che vanta una lunga tradizione anche in riva all’Isonzo. Gli amanti del buon bere, poi, a Gorizia ormai da diversi anni possono spaziare anche nel mondo della birra, assaggiando le produzioni dei birrificio artigianali nati sul suo territorio.
Punti di interesse
Non è difficile immaginare perché il grande pittore Max Klinger descrisse Gorizia come la più bella porta aperta sull’Italia, e, a restare ammaliati dalla città furono personaggi quali Giacomo Casanova e Carlo Goldoni, nei secoli scorsi, per arrivare oggi all’attore e regista Carlo Verdone. Ogni visitatore, più o meno illustre, notava e percepisce ancora oggi in città un’atmosfera particolare, quella figlia delle tante anime e tradizioni differenti che rendono Gorizia così unica. Nelle acque limpide dell’Isonzo, ritenuto uno dei fiumi più belli d’Europa, si è specchiata la storia, dal Medioevo (la città viene nominata per la prima volta in un documento ufficiale nel 1001) al Novecento (basti pensare ai tragici eventi della Prima e della Seconda guerra mondiale), lasciando in dote monumenti e testimonianze preziose. Su Gorizia, dall’alto del suo colle, veglia il castello medioevale simbolo della Principesca contea, sulle cui mura si dice sia ancora possibile vedere in certe notti la sagoma tormentata del fantasma della Dama Bianca, e che dal prossimo anno potrà essere raggiunto anche con il nuovo ascensore che salirà dalla sottostante piazza Vittoria. Intanto, moderne tecnologie rendono già multimediale e ancor più ricca l’esperienza di chi lo visita. Tra i gioielli della città ci sono sicuramente il Giardino Viatori, con fioriture che sono autentico tesoro per gli appassionati ed i fotografi, e il Palazzo Coronini Cronberg, in cui visse i suoi ultimi giorni l’ultimo re di Francia dei Borboni, Carlo X, che oggi riposa a poche centinaia di metri dal confine, nel Monastero della Castagnevizza, insieme ai suoi familiari, fra cui Mariateresa Carlotta, la figlia di Maria Antonietta e Luigi XVI. Palazzo Coronini, tra l’altro, mette in mostra le uniche due “Teste di carattere” del grande sculture tedesco Messerschmidt presenti in Italia. Nell’ex ghetto ebraico è incastonata invece la più antica Sinagoga del Friuli Venezia Giulia. Se sulle alture di Oslavia, alle porte della città, si staglia nel suo bianco candido di pietra l’Ossario che ospita i resti di oltre 57 mila soldati caduti nella Grande Guerra, un luogo simbolo del Secondo dopoguerra è piazza Transalpina, che allora divenne luogo diviso dal confine, e oggi invece è luogo condiviso, immagine della nuova Europa, dove i visitatori possono tenere nello stesso istante un piede in Italia e uno in Slovenia. Qui passerà anche la 15° tappa del Giro d’Italia, negli ultimi chilometri che porteranno al traguardo di piazza Vittoria, di fronte alla Fontana del Nettuno disegnata da Nicolò Pacassi, e ai piedi della grande chiesa di Sant’Ignazio con i suoi caratteristici campanili a cipolla. Piazza Vittoria, come tutto il centro storico, è anche teatro ogni anno di “Gusti di frontiera”, la più grande kermesse enogastronomica del Triveneto, che porta a Gorizia i sapori di tutto il mondo richiamando quasi un milione di visitatori. Altri eventi di grande rilievo sono “Contea”, il festival culturale “èStoria”, il premio cinematografico “Amidei” e il Festival mondiale del folklore.