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info tecniche
È la tappa più lunga del Giro (219 km). Prima parte pianeggiante fino allo spezzino dove si entra nell’Appennino Ligure che si supera attraverso il passo del Bracco e la Colla di Boasi. Si percorrono strade prevalentemente a carreggiata ristretta in continuo saliscendi e con numerose curve. Si attraversa quindi la valle e con il Passo della Castagnola si entra nella pianura alessandrina. Ultimi 30 km su strade larghe e rettilinee con la consueta presenza di rotatorie e altri ostacoli alla circolazione.
Ultimi km
Ultimi chilometri praticamente sempre rettilinei intervallati da alcune rotatorie. Ultima curva (sempre su rotatoria) a circa 500 m dall’arrivo, segue il rettilineo finale di 450 m in asfalto di larghezza 8 m.
partenza / arrivo
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Camaiore
Panoramica
Il Comune di Camaiore è un territorio unico nel suo genere: incastonato nel cuore della Versilia, è uno dei pochi territori italiani che può vantarsi di splendide pendici collinari, incorniciate dalla maestosità delle Alpi Apuane, e dell’orizzonte che si perde e si tuffa nel Mar Tirreno, disegnando una cartolina mozzafiato.
La storia del territorio camaiorese affonda le proprie radici in epoca preistorica, come testimoniano i siti archeologici di Grotta all’Onda e di Candalla. Ebbe un’importanza cruciale in epoca medioevale, fungendo da tappa di snodo della Via Francigena per i tanti pellegrini che trovavano ristoro nella Badia S.S. Pietro e Paolo, ancora oggi splendido esempio di architettura romanica. La Città era contornata da una cinta muraria – di cui, adesso, si possono ammirare i resti, riportati alla luce, nella rinnovata Piazza XXIX Maggio, cuore pulsante della Città – e conserva, nel suo Centro Storico, la secolare divisione simmetrica in contrade.
Le ventitré frazioni collinari fungono da corona al Capoluogo, Camaiore. Il territorio si sviluppa poi verso il mare, incontrando la frazione di Capezzano Pianore, specializzata nella produzione agricola di colture orticole e floricole. Lido di Camaiore, infine, rappresenta uno dei più importanti litorali versiliesi, in cui il turismo estivo tocca livelli altissimi per offerta e qualità.
Gastronomia
Camaiore è anche terra di sapori, forse i più veraci e identitari di tutta la Versilia: lungo tutto il territorio l’enogastronomia la fa da padrone, offrendo attività esperienziali che ne tracciano parte dei tratti distintivi più importanti.
Una torta salata da provare se si è a Camaiore è senza dubbio la Scarpaccia. Un nome particolare, quasi buffo, riferito al fatto che, una volta cotta, il prodotto finale assume la forma e le sembianze di una suola di una vecchia scarpa. Riferimento, però, non adatto al gusto: pietanza saporitissima, è a base di zucchine e fiori di zucca, i cui sentori sono nitidi e non coperti da un semplice impasto a base di cipolla, acqua, farina, sale, pepe e olio. Perfetta come antipasto o come merenda da pic-nic, permane nella sua bontà anche da fredda, guadagnandosi l’etichetta di Regina dello “street food” camaiorese.
Assolutamente caratteristica è anche la storica Torta di Pepe, o “Torta co’ pizzi”: una sfoglia a base di acqua, farina, uova e sale viene adagiata su uno stampo rotondo e poi riempita con un impasto a base di riso, bieta, prezzemolo, pecorino, uova, sale e, ovviamente, pepe. È necessario che l’impasto debordi dallo stampo di almeno due dita, così da poter creare i cosiddetti “pizzi”: piccole “piramidi” di sfoglia ripiegata su se stessa che fanno da contorno all’intera torta. Dopo averla completata con una spolverata con pecorino e averla fatta cuocere in forno ben caldo per circa 3-4 ore, sarà una vera esplosione di sapore in bocca.
La vera pietanza caratteristica di Camaiore, però, sono certamente i Tordelli. È sicuramente il piatto più caratteristico della Versilia, che veniva consumato dalle famiglie contadine unicamente nelle grandi occasioni nelle case contadine. Una preparazione radicata nel territorio, tramandata da generazione in generazione, che nel tempo ha subito diverse varianti mantenendo però inalterata la veracità del gusto. Un trito a base di manzo e maiale va a creare un ripieno insieme a pane ammorbidito nel brodo, parmigiano, pecorino, noce moscata, prezzemolo e l’immancabile “peporino” (ovvero il timo), con cui farcire i tradizionali “tordelli” di pasta all’uovo. Conditi con un buon ragù di carne e terminati con una spolverata di formaggio direttamente nel piatto, sono il vero sapore di Camaiore servito a tavola. Un sapore indimenticabile.
Punti d'interesse
Camaiore è un territorio che presenta una vastissima offerta turistico-culturale. Immense le potenzialità per il turista: in pochi minuti d’auto, può passare dalle meraviglie collinari, organizzate per le attività sentieristiche – inserite nei percorsi francigeni e di Camaiore Antiqua -, di trekking e di climbing – pratica attualmente molto popolare, di cui il camaiorese è una delle maggiori tappe italiane -, per arrivare, passando dal verde delle campagne, all’acqua cristallina del mare, impreziosita da centinaia di stabilimenti balneari, organizzati per ogni attività, e dai tanti locali dove passare le serate estive e non solo.
Punta di diamante della costa lidese è il Pontile “Bellavista Vittoria”, che con i suoi 300 metri di passeggiata sul mare è meta obbligata per i cittadini e per le migliaia di avventori annuali. Spostandosi leggermente a nord-est, si trova il Parco Bussoladomani, storica zona in cui, a partire degli anni ‘60, sorgeva il mitico tendone di Sergio Bernardini, dove hanno cantato e suonato, lungo la sua decennale attività, artisti di fama internazionale, potendosi fregiare di aver accolto l’ultimo concerto pubblico di Mina. Dopo anni di silenzio, adesso Bussoladomani è tornata a suonare: è infatti sede de La Prima Estate, evento di punta della stagione musicale a livello mondiale.
Dirigendosi verso l’entroterra, Camaiore Capoluogo è casa di decine di eventi che promuovono le eccellenze locali e territoriali. Da “È la Via dell’Orto”, una due-giorni primaverile in cui si raccontano le tradizioni locali legate al settore agroalimentare e del food, alla secolare Fiera di Ognissanti (l’1 e 2 novembre), passando per la Festa Pic, una fiera ottobrina omaggio ai sapori piccanti in collaborazione con l’Accademia Nazionale del Peperoncino, e la fiera-mercato dedicata al vintage e all’antiquario d’altri tempi delle “Follie di Ferragosto”. Sotto il profilo storico, assumono un ruolo centrale manifestazioni come il Corpus Domini, appuntamento religioso ma che a Camaiore ha assunto un assoluto tratto folkloristico, grazie alla maestria dei “tappetari” che, ogni anno, lavorano nella notte antecedente alla Solennità creando veri e propri quadri, lungo tutta la centralissima Via Vittorio Emanuele, col solo utilizzo della segatura colorata. Della stessa importanza tradizionale è l’appuntamento con la Processione di Gesù Morto, evento che ogni tre anni, il venerdì di Pasqua, anima il Centro Storico illuminandolo, durante la sera, con i migliaia di lumi ad olio (i “cincindellori”) e concorrendo a creare un’atmosfera unica, magica, quasi sovrannaturale.
Salendo poi verso le zone collinari, particolare importanza rivestono le frazione di Monteggiori, rocca medievale che conserva un’affascinante bellezza millenaria, e di Casoli, borgo caratteristico che trova la propria peculiarità, oltre che nelle vicine cascate di Candalla, nei meravigliosi Sgraffiti, antica tecnica di decorazione parietale derivante dall’affresco su intonaco, che abbelliscono l’abitato rendendolo una perla unica nel suo genere e tappa di studi per centinaia di artisti. Di Casoli si innamorò, fino alla decisione di trasferircisi, il pittore e scultore Rosario Murabito insieme alla moglie Grace Albert. Ma, in ogni caso, ogni frazione presenta particolarità uniche che vale la pena vivere e scoprire.
Camaiore è vera terra di colori e tradizioni, ricca di storia che continua a vivere nelle manifestazioni e nei luoghi e la cui bellezza trapela, con perpetua e ammaliante forza, in ogni frazione, in ogni borgo, in ogni angolo di ogni strada.
Tortona
Panoramica
Tra il 123 a.C. ed il 118 a.C., risale la fondazione della colonia romana di Dertona. Tra il 40 ed il 30 a.C. il territorio fu oggetto di una seconda colonizzazione romana e adottò l’appellativo di Iulia Augusta Dertona.
Tortona è un comune italiano della Provincia di Alessandria di 26.543 abitanti, situato sulla sponda destra del torrente Scrivia tra la pianura e le propaggini collinari dell’Appenino Ligure, a pochi km di distanza dal confine con la Lombardia.
Quando arrivi a Tortona le prime due immagini che ben simboleggiano Tortona e la sua storia, sono il campanile del Santuario della Madonna della Guardia, sul quale troneggia la statua d’oro della Vergine e i ruderi della Torre del Castello che si staglia sul Colle Vittorio; la Torre è ciò che resta dell’antica fortezza protagonista nei secoli di importanti fatti d’arme e di numerosi assedi (tra cui Federico Barbarossa nel 1155) e che nel 1801 fu rasa al suolo per volere di Napoleone Bonaparte.
Gastronomia
Tra i prodotti più esclusivi del territorio citiamo, il pane di grano antico S.Pastore, il salame Nobile del Giarolo, il formaggio Montebore a forma di torta nuziale, la fragolina di Tortona, le pesche di Volpedo, la ciliegia di Garbagna, e tra i piatti tipici Tortonesi gli Anlot, agnolotti ripieni di stufato di manzo conditi con il sugo prodotto dalla tritatura dello stufato stesso o con il suo fondo di cottura. Pasta all’Ajà, tipico piatto di origine tortonese. Tagliatelle fatte in casa, condite con una salsa ottenuta pestando nel mortaio, noci, aglio e burro. Nelle stagioni autunnali, ad arricchire i piatti in tavola, non mancano funghi porcini e tartufi bianchi e neri.
“Baci di Dama” di Tortona sono un prodotto della pasticceria artigianale Tortonese che vanta caratteristiche di fragranza e delicatezza uniche nel suo genere. La loro ricetta originale, tutta tortonese, prevede l’uso delle mandorle, prodotto più difficile da reperire e più costoso delle nocciole, ed è uno dei fattori che, da sempre, contraddistingue la produzione dei Baci ed è segnale della qualità ricercata dai pasticcieri tortonesi sin dall’Ottocento. La variante “Baci dorati”, dalla forma ovoidale e dall’incarto dorato, prevede l’aggiunta del cioccolato anche nell’impasto.
Bevande
Per quanto riguarda i vini del territorio:
Il “Timorasso”, tra i vini bianchi corposi più rinomati su scala nazionale e internazionale. Prodotto D.O.C derivato dai vitigni autoctoni dei Colli Tortonesi, di colore intenso giallo oro, ad alta gradazione alcolica, ideale per accompagnare secondi piatti importanti di carne e anche di pesce, e come aperitivo accostato a formaggi saporiti, come il nostro Montebore, o salumi come il nostro Salame Nobile del Giarolo.
Tra i vini rossi, la “Barbera D.O.C dei Colli Tortonesi” di color rosso rubino, tendente al granata e dai profumi intensi. Ideale per piatti a base di selvaggina, carni rosse stufate, e primi di pasta ripiena come i nostri Agnolotti.
“Dolcetto” vino precoce, di pronta beva già nella primavera seguente la vendemmia, ma se di gradazione alta, ricco di corpo e vinificato con macerazioni sulle bucce più lunghe diventa un vino importante. Colore: rosso rubino, con riflessi violacei più o meno marcati dai piacevoli sentori vinosi, con sfumature fruttate
“Croatina” vitigno che cresce bene nei terreni calcarei- argillosi, scarsamente umidi e con buona esposizione al sole. Odore intenso e gradevolmente vinoso, con sentore caratteristico. Sapore: secco, sapido e corposo è leggermente tannico e talvolta vivace.
Punti d'interesse
Simboli di Tortona e della sua storia, sono il campanile del Santuario della Madonna della Guardia sul quale troneggia la statua d’oro della Vergine e i ruderi della Torre del Castello che si staglia sul Colle Vittorio;
Il cuore pulsante della città è Piazza Duomo. Qui si trova la Cattedrale, intitolata a Santa Maria Assunta e San Lorenzo. Ai lati di piazza Duomo Il Palazzo Vescovile, nelle cui sale è visibile il prezioso trittico di Macrino d’Alba (1499) e il Palazzetto Medievale, dove ha sede “Il Divisionismo” Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, che custodisce opere di Pellizza da Volpedo e altri famosi pittori di tale scuola artistica.
Piazza Duomo si apre sulla Via Emilia, l’antica Via Æmilia Scauri, principale asse viario della città, parzialmente identificabile con il “cardo” dell’antica “Derthona” romana; in direzione sud i suoi portici (1846) e in direzione nord si incontra la Torre Civica, Palazzo Guidobono, sede del Museo Archeologico, la chiesa di San Matteo (1134) al cui interno si trova una tavola dedicata alla Madonna col Bambino, attribuita a Barnaba da Modena del 1370 circa.
Nelle vie attigue è situata la chiesa più antica della città, Santa Maria dei Canali (1040), tra le tele presenti, una natività di Gesù attribuita a pittore lombardo di influenza leonardesca e la chiesa di San Giacomo, luminoso esempio di stile tardo-barocco.
Sempre proseguendo sulla via Emilia in direzione nord si può visitare il Museo Orsi, dedicato alle macchine agricole dell’omonima azienda, che ha primeggiato in Italia fino agli anni ’60 e pochi passi oltre, i resti di antiche tombe romane e dell’ospedale di Santa Croce risalente al XII.
Le colline Tortonesi e i piccoli paesi offrono indimenticabili paesaggi e numerosi sentieri per passeggiate, escursionismo, trekking, mountain bike.