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Percorso
Tappa assolutamente piatta che si svolge interamente lungo le strade di pianura dell’Emilia-Romagna. Si percorrono strade rettilinee e generalmente larghe. Da segnalare i numerosi attraversamenti cittadini con il loro corredo di rotatorie, spartitraffico e arredo urbano.
Ultimi km
Ultimi km su strade ampie e ben pavimentate. Di incontrano i consueti ostacoli della viabilità come rotatorie, spartitraffico, isole pedonali e dossi fino al rettilineo finale di 350 m in asfalto di larghezza 7 m.
partenza / arrivo
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Santarcangelo di Romagna
La Parola alle Istituzioni
Stefano Bonaccini – Presidente Regione Emilia-Romagna
“L’Emilia-Romagna è innamorata del ciclismo. Una terra di campioni come l’indimenticabile Marco Pantani e dove ogni giorno scendono in strada decine di migliaia di appassionati. Pedaliamo ovunque: in pianura, al mare, in collina e nei centri storici. Il Giro d’Italia è la più grande festa popolare del nostro Paese, ospitarlo è un onore e che ci rende orgogliosi. Un’emozione ancora più forte quest’anno, perché la corsa rosa attraverserà i luoghi colpiti dal terremoto del 2012 e oggi un esempio di rinascita e ripartenza.”
Alice Parma – Sindaco di Santarcangelo di Romagna
“Il Giro d’Italia torna a partire da Santarcangelo per la seconda volta dopo la cronoscalata Santarcangelo-San Marino del 19 maggio 1997, di cui la città conserva ancora un ricordo memorabile. La storia del Giro s’intreccia ancora una volta con quella di Santarcangelo e di altre importanti gare ciclistiche che la città ospita: negli ultimi anni abbiamo visto più volte il Giro passare da Santarcangelo, ma avere l’onore di ospitare nuovamente una partenza è motivo di grande orgoglio. Sarà una gioia per tutta la nostra comunità, che segue da sempre con grande passione la corsa rosa, oltre a rappresentare un’irripetibile occasione di promozione per il nostro territorio.”
Panoramica
Santarcangelo di Romagna, Cittaslow, è considerata il Portale della Valle del Marecchia, punto di partenza per scoprire gli incantevoli borghi medievali e le imponenti rocche del territorio.
Camminando lungo le sue suggestive contrade, si resta ammaliati dal fascino che questo antico borgo sprigiona, dalle sue suggestive atmosfere, dall’ottima qualità della vita e dalla calda accoglienza dei suoi abitanti.
Il centro storico – situato sul Colle Giove e caratterizzato da vicoli, scalinate e piazzette sempre animate – è dominato Rocca Malatestiana e dalla Torre civica, nota tra gli abitanti come “Campanone”.
Santarcangelo è anche Città d’Arte, da oltre cinquant’anni sede del “Festival Internazionale del Teatro in Piazza” (luglio) e culla della poesia dialettale, con protagonisti come Tonino Guerra.
Ospitale per vocazione, la città è ricca di eventi durante tutto l’anno, tra cui spiccano le secolari sagre autunnali: la “Fiera di San Martino” (novembre) e la “Fiera di San Michele” (settembre).
Gastronomia
Santarcangelo è caratterizzata da una ricca offerta enogastronomica. Passeggiando per i vicoli del borgo, si possono trovare numerosi ristoranti, trattorie, osterie e piadinerie in cui è possibile assaporare l’ottima cucina del territorio. Numerose sono le piccole botteghe artigiane e di generi vari che animano il centro cittadino, in cui è possibile anche acquistare prodotti tipici locali.
Un tempo, come oggi, la città di Santarcangelo era famosa per la coltivazione della cipolla “da acqua” tanto che gli abitanti della vicina città di Rimini beffeggiavano i santarcangiolesi chiamandoli “Zvùléun”, “Cipolloni”.
Questa cipolla, prodotta ancor oggi, è ottima consumata cruda insieme al radicchio, condita con olio extravergine delle nostre colline, sale grosso e aceto di vino Sangiovese, assaporata all’interno di una piadina calda fumante con la salsiccia cotta sulla brace: lo street food d’eccellenza durante la Fiera di San Martino.
Bevande
Un’antica leggenda narra che i frati francescani della città, alcuni secoli fa, fossero grandi produttori di vino rosso.
Un giorno, all’interno del convento, organizzarono un banchetto in onore di un ospite assai illustre. Per fare bella figura, gli offrirono da bere il miglior vino rosso che avevano in cantina.
L’ospite rimase deliziato e ne chiese subito il nome.
Dopo un primo momento di incertezza, un frate all’improvviso si alzò in piedi ed esclamò “Sanguis Jovis” ovvero “Sangue di Giove”, pensando al colore rosso intenso del vino e al nome del colle Giove su cui si trova Santarcangelo.
Col passare del tempo le due parole si unirono a formarne una unica, “Sangiovese”, e il nome si diffuse in tutta la Romagna.
A conferma della leggenda, il glottologo austriaco Friedrich Schürr (1888-1980), Tribuno dei vini di Romagna, grande studioso della lingua romagnola, ha sostenuto, in seguito ad approfondite ricerche, che la denominazione “Sangiovese” derivava proprio dal Colle Giove su cui si era sviluppata la magnifica cittadella medievale di Santarcangelo.
Il cardinale Ersilio Tonini, notissimo arcivescovo di Ravenna, era solito dire che i Romagnoli hanno una particolare devozione solo per un santo: San Giovese!
Punti di interesse
Grotte – Le contrade di Santarcangelo sorgono su un reticolo di grotte, una vera e propria città sotterranea: oltre 160 ipogei scavati nella parte orientale del Colle Giove, molti creati come cantine per la conservazione di vino e alimenti, altri di origine tuttora misteriosa.
Musei cittadini – A Santarcangelo è possibile visitare il Museo etnografico degli usi e costumi della gente di Romagna, il Museo storico archeologico, il museo “Nel mondo di Tonino Guerra” dedicato al grande poeta e sceneggiatore, nonché l’originale Museo del Bottone.
Antica stamperia Marchi – Bottega dove ancora si producono stoffe decorate con la tecnica della stampa a ruggine, secondo le regole di una tradizione antica e sofisticata. Straordinario il Mangano, ancora funzionante e utilizzato per la stiratura della tela, risalente al XVII secolo.
Rocca Malatestiana – Imponente fortezza con residenza, oggi appartenente alla nobile famiglia Colonna di Paliano. Nel 1447, durante la signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesta, la struttura venne rafforzata per resistere all’attacco delle bombarde e assunse l’aspetto che conserva oggi.
Chiesa Collegiata – Chiesa principale della città, terminata nel 1758 dall’architetto riminese Buonamici, custodisce al suo interno opere d’arte tra cui la seicentesca pala d’altare del pittore santarcangiolese Guido Cagnacci e un crocifisso di scuola giottesca riminese del ‘300.
Arco Ganganelli – Arco trionfale in onore di Papa Clemente XIV, nativo di Santarcangelo, situato nella centrale piazza Ganganelli. In occasione della Fiera di San Martino, vengono appese sotto l’arco grandi corna, che la La tradizione vuole oscillino al passaggio di persone tradite in amore.
Pieve di San Michele Arcangelo – Luogo di culto più antico della città e del territorio circostante, creato da maestranze bizantine ed ispirato, sebbene in toni minori, ai grandi modelli ravennati coevi. La Pieve custodisce elementi unici, risalenti alle sue origini, accanto ad altri più enigmatici.
Torre civica – Torre campanaria edificata alla fine del 1800, alta 25 metri, è situata nel cuore delle contrade di Santarcangelo e rappresenta uno dei simboli della città, chiamata affettuosamente “Campanone” dai santarcangiolesi.
Porta Cervese – Conosciuta anche come “Porta del Sale”, poiché immette sulla via che in passato collegava Santarcangelo con le saline di Cervia, costituisce l’unico accesso rimasto della seconda cinta muraria malatestiana della città.
Sferisterio – Campo rettangolare, posto sotto la cinta muraria malatestiana, realizzato per ospitare l’antico gioco del pallone al bracciale. Tra i pochi in Italia ad aver conservato la sua struttura originaria, attualmente vi si pratica il gioco del tamburello.
Parco artistico Mutonia – Arrivata a Santarcangelo nel 1990 su invito del Festival del Teatro, la comunità di artisti inglesi Mutoid Waste Company si è stabilita nei pressi del fiume Marecchia, dando vita a un luogo fantastico popolato di opere d’arte realizzate riutilizzando rifiuti urbani.
Reggio Emilia
La Parola alle Istituzioni
Stefano Bonaccini – Presidente Regione Emilia-Romagna
“L’Emilia-Romagna è innamorata del ciclismo. Una terra di campioni come l’indimenticabile Marco Pantani e dove ogni giorno scendono in strada decine di migliaia di appassionati. Pedaliamo ovunque: in pianura, al mare, in collina e nei centri storici. Il Giro d’Italia è la più grande festa popolare del nostro Paese, ospitarlo è un onore e che ci rende orgogliosi. Un’emozione ancora più forte quest’anno, perché la corsa rosa attraverserà i luoghi colpiti dal terremoto del 2012 e oggi un esempio di rinascita e ripartenza.”
Luca Vecchi – Sindaco Reggio Emilia
“Reggio Emilia è lieta e orgogliosa di poter tornare ad abbracciare il Giro d’Italia, una competizione che è nel Dna della nostra città – afferma il sindaco Luca Vecchi – Come già altre volte in passato sarà una festa per tutti: la cittadinanza non vede l’ora di poter accogliere nel migliore dei modi il torpedone rosa, riservandogli quell’attenzione che la storia della corsa merita.”
Informazioni Turistiche
Situata nella Pianura Padana, Reggio Emilia è conosciuta come Città del Tricolore poiché qui, nel 1797, fu adottato il vessillo che divenne poi bandiera nazionale.
Famosa per la sua gastronomia, per la qualità di vita e – internazionalmente – per gli “asili più belli del mondo”, Reggio Emilia è anche città d’arte: qui nacquero alcune tra le personalità più importanti della storia italiana come la Gran Contessa Matilde di Canossa, i poeti Matteo Maria Boiardo e Ludovico Ariosto, il pittore Antonio Allegri detto il Correggio e il fotografo Luigi Ghirri. Reggio Emilia è anche una città dalla forte vocazione artigianale e industriale. Molti degli edifici che lo testimoniano sono stati oggetto di sapienti interventi di archeologia industriale e oggi ospitano alcune delle più importanti eccellenze del territorio in campo industriale, formativo e culturale. Accolgono il visitatore, i Ponti e la Stazione AV di Calatrava: le nuove porte di accesso alla città, con le loro forme sinuose e leggere, presentano la Reggio Emilia del XXI secolo :una città vivace, ricca di eventi e di festival – come Fotografia Europea – e di opere artistiche.
Gastronomia
La cucina reggiana ha riversato la sua creatività soprattutto nei primi piatti: il primo posto spetta al re delle minestre, il cappelletto in brodo. A pari merito i tortelli: di zucca, tipici della Bassa pianura reggiana, o verdi, con un ripieno di bietole e spinaci. Tra i primi piatti troviamo anche le lasagne verdi, la bomba di riso e le tagliatelle fatte in casa, che in Appennino servono con il ragù di funghi porcini. Tra gli antipasti, merita una menzione speciale l’erbazzone reggiano, la più caratteristica produzione culinaria di Reggio Emilia: è una torta salata a base di spinaci o bietole, Parmigiano Reggiano e cipolla. Nato come piatto povero, preparato con gli avanzi di cucina e impreziositosi nel tempo sposando le eccellenze della nostra terra, l’erbazzone accompagna i Reggiani in ogni momento della giornata così come nelle occasioni di festa. Sulla tavola reggiana non possono mai mancare anche una punta di buon Parmigiano Reggiano, giustamente definito il Re dei Formaggi ,e due gocce di Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, un tripudio di sapori per palati sopraffini.
Bevande
Fin dall’antichità, i Romani conoscevano la vocazione enologica della terra reggiana e apprezzavano i talenti della vite Lambrusca. I grappoli di quella vite danno ancora corpo a un vino frizzante, che da sempre accompagna i primi e i secondi piatti della cucina tradizionale reggiana. Nelle varianti rosso o rosé, secco o amabile, il Lambrusco è oggi uno dei vini italiani più conosciuti e apprezzati – nonché esportati – in tutto il mondo. Per gli amanti dei bianchi, il Colli di Scandiano e Canossa Spergola DOP saprà sorprendervi: vitigno antico e solo di recente riscoperto e valorizzato, è perfetto come aperitivo ma anche per accompagnare i dessert. A fine pasto, un buon bicchiere di nocino non manca mai: è un liquore antico legato alla tradizione popolare, che si prepara con le noci raccolte la sera di San Giovanni.
Punti di interesse
La scoperta del centro prenderà il via dalla Sala del Tricolore e dal suo Museo, che ripercorre la storia della Bandiera Italiana con cimeli napoleonici e risorgimentali, per continuare nella prospiciente Piazza Prampolini, più nota come Piazza Grande, su cui si affacciano il Duomo e il Battistero. Attraverso i portici del Broletto, ex orto dei Canonici, si raggiunge Piazza San Prospero, caratterizzata dalla Basilica – dedicata al Santo Patrono – e dai suoi caratteristici leoni, simbolo della città. Si prosegue lungo via San Carlo fino a Piazza Fontanesi, un vero e proprio salotto all’aperto circondato da alberi, posto perfetto per una pausa rilassante o una cena con amici. Percorrendo Corso Garibaldi, ex alveo del torrente Crostolo, si arriva alla Basilica della Ghiara, splendida testimonianza del Barocco emiliano, che custodisce preziose opere d’arte come la Crocifissione del Guercino, oltre a un ciclo di affreschi sulle figure femminili dell’Antico Testamento. Proseguendo lungo la Via Emilia, principale arteria del centro storico, si raggiunge il polo culturale della città: su Piazza Martiri del 7 luglio e Piazza della Vittoria si affacciano tanti musei e teatri. Il rinnovato Palazzo dei Musei si distingue per le raccolte naturalistiche, di arte, di archeologia e ha una sezione interamente dedicata alla fotografia con opere del grande Luigi Ghirri; la Galleria Parmeggiani è un’eclettica casa museo ottocentesca, la Sinagoga e il ghetto ebraico testimoniano un pezzo di storia reggiana, e il neoclassico e maestoso Teatro Municipale Valli domina la piazza con la sua nuova fontana. La propensione al contemporaneo ha arricchito tanti angoli della città: dallo Spazio Gerra alle opere di Invito a, dall’arte contemporanea nel Duomo alla stupefacente Collezione Maramotti, che espone opere di inestimabile valore della seconda metà del ‘900 italiano e internazionale. In centro storico, Palazzo Magnani, principale sede espositiva cittadina, organizza e ospita mostre, mentre i Chiostri di San Pietro, recentemente rinnovati, sono uno dei punti di riferimento per gli eventi e la vita culturale della città. Di prossima inaugurazione l’RCF Arena Campovolo, la più grande arena per spettacoli e concerti realizzata in Italia.
A soli 20 chilometri, sulle prime colline reggiane, da non perdere la visita ai Castelli matildici di Canossa, Rossena e Bianello, Sarzano e Carpineti. Una sosta d’obbligo anche alla Pietra di Bismantova, straordinaria conformazione rocciosa simbolo dell’Appennino Reggiano. A Gattatico invece, il Museo Cervi offre uno sguardo sulla storia recente, fatta di impegno e resistenza.