altimetria
planimetria
info tecniche
Tappa molto impegnativa per l’altimetria che presenta quasi 2500 m di dislivello e per i 4 settori di sterrato che complessivamente propongono 35 km di sterrato negli ultimi 70. Avvicinamento di circa 90 km su strade ampie a volte articolate fino a raggiungere Torrenieri dove si affronta il primo settore sterrato con una parte impegnativa di discesa. Superati Buonconvento e Bibbiano si incontra il secondo settore sterrato che presenta un passaggio a livello prima di attraversare il torrente Ombrone. Qui inizia la prima parte di salita di quasi 6 km che nella parte centrale presenta pendenze attorno al 16%. La strada si snoda sterrata nel bosco con una ininterrotta serie di curve. Ritrovato l’asfalto c’è il GPM del Passo del Lume Spento. Si scende su Montalcino e alle porte della città si svolta per Castelnuovo dell’Abate dove si trovano in rapida successione gli ultimi due settori sterrati. Dopo Tavernelle la strada sale marcatamente fino a ritrovare il percorso precedente al GPM per raggiungere quindi l’arrivo.
Ultimi km
Si scende su Montalcino dove poco dopo l’ultimo km si entra nell’abitato attraversandolo su strade strette dal fondo lastricato. Ultima svolta a sinistra per salire lungo il rettilineo di arrivo di 200 m su fondo asfaltato.
partenza / arrivo
dettaglio salite
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Perugia
Informazioni Turistiche
Arroccata in collina, a quasi 500 metri di altitudine, Perugia domina dall’acropoli l’intera valle del Tevere. Potente centro etrusco e poi importante città medievale, la città ha mantenuto intatta nei secoli la sua fama di centro culturale illustre e vivacissimo. Sede di una prestigiosa Università degli Studi da oltre 700 anni, della storica Accademia di Belle Arti, del Conservatorio musicale e dell’Università per Stranieri, accoglie studenti provenienti da tutto il mondo a riprova della spiccata vocazione internazionale della città.
Per il turista che desideri un ingresso suggestivo all’acropoli, è perentorio passare dalla Rocca Paolina. Complesso storico-architettonico unico nel suo genere, è lo “scrigno” della città medievale. Perfettamente conservata, una volta dentro, si è magicamente trasportati in un’altra epoca.
Attraversata da moderne scale mobili che aiutano l’ascesa al cuore della città tra vestigia storiche e suggestioni contemporanee, Perugia è città piena di “segreti” da svelare. Il suggerimento è di esplorarla con curiosità per godere a pieno l’emozione e il fascino della scoperta, come testimoniato un tempo dai visitatori del Grand Tour e come tutt’ora fanno i tanti turisti e studenti che la frequentano.
Dalla duecentesca Fontana Maggiore si dipana un incantevole percorso tra cinque rioni che dall’acropoli, come le dita di una mano, si aprono alla visita: una serie di saliscendi, strade e stradine, vicoli e scalinate, scorci insoliti e pittoreschi che incrociano tratti ancora splendidi della cinta muraria etrusco-romana e medievale.
Musei pubblici e privati, palazzi e fontane, laboratori di artigianato artistico, una cucina tipica che racconta il gusto e l’amore per la propria terra, fanno di Perugia un luogo dove fermarsi non è solo una sosta ristoratrice.
Essere qui significa vivere l’esperienza di una città ancora a misura d’uomo, dove antico e moderno, storia e contemporaneità convivono in armonia e nel dialogo tra culture e religioni diverse. Un luogo che vi stupirà, per la capacità di giocare, di mescolare emozioni e suggestioni, dal cioccolato all’arte. Qui potrete ammirare le opere di Perugino, Pinturicchio e Raffaello; la contemporaneità di Burri e Beuys, tra le note di Umbria Jazz, della Sagra Musicale Umbra; godere della ricca stagione teatrale; passeggiare per le vie del centro incontrando magari il Capitano di ventura, Braccio Fortebracci, durante i giorni di Perugia 1416.
Gastronomia
La cucina perugina, così come tutta la gastronomia umbra, è molto semplice e poco elaborata e i suoi prodotti tipici stagionali vanno ad arricchire i piatti a base di carne (carni ovine, suine e cacciagione) che sono la vera specialità di tutta la regione.
Il protagonista indiscusso della cucina perugina è senza ombra di dubbio il pregiatissimo tartufo nero di Norcia che viene utilizzato soprattutto per la preparazione degli antipasti e dei primi piatti (anche il tartufo bianco della Val Tiberina è molto utilizzato nella cucina umbra).
Altro piatto molto apprezzato sono gli gnocchi al sugo d’oca, vera specialità della cucina perugina che vengono preparati prettamente a mano e vengono conditi con pomodoro, olio, aglio, pezzi di oca giovane e pecorino semi-stagionato.
Un altro piatto che consigliamo sono i Palombacci alla Perugina, piccioni selvatici che vengono cucinati in recipienti di terracotta.
Questi piccioni selvatici vengono salati e pepati sia internamente che esternamente per poi essere avvolti in fette di prosciutto.
Im ultimo la famosa Torta al testo, una delle pietanze più popolari dell’Umbria.
Questa focaccia bianca ha la particolare caratteristica che non viene fatta lievitare, viene farcita con verdure, prosciutto e formaggio e viene cotta sul “testo” che è una pietra che viene fatta riscaldare o sul camino alla brace al fine di cuocere la torta.
Bevande
Lungo il corso del Tevere troviamo una DOC specifica di vini di Perugia. Ad esso si affiancano altri vini DOC che esprimono il territorio con vini rossi destinati anche a un certo invecchiamento e vini bianchi di notevole freschezza.
Nella provincia di Perugia sono presenti le due DOCG della regione: il rosso Montefalco Sagrantino prodotto con il vitigno Sagrantino assunto come autoctono anche se le sue origini sono incerte tra una provenienza iberica e una saracena (con le varianti secco e passito) e il Torgiano Rosso Riserva, prodotto con vitigno Sangiovese.
Nella provincia sono presenti nove delle DOC prodotte nella regione.
Con i vitigni Trebbiano toscano, Grechetto, Sangiovese, Cabernet sauvignon, Merlot, Pinot nero oltre a vitigni specifici coltivati in Umbria viene prodotto l’Assisi (con le varianti bianco, grechetto, rosso, rosato, novello, cabernet sauvignon, merlot e pinot nero, gli ultimi tre anche nella tipologia riserva).
Montalcino
Informazioni Turistiche
Montalcino conserva ancora inalterato tutto il suo fascino di antico borgo medievale. All’interno del Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia, Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco dal 2004, Montalcino è la patria del vino Brunello e del tartufo bianco delle Crete Senesi. Elevata al grado di città ed eretta a Diocesi nel 1462 da Papa Pio II Piccolomini, la Montalcino rinascimentale visse momenti storici di grande tensione dovuti alla contesa tra Firenze e Siena per l’egemonia sul territorio. Dopo la resa di Siena ai Medici nel 1555, gli esuli senesi, rifugiati nella poderosa Fortezza trecentesca, fondarono la “Repubblica di Siena in Montalcino” che governò fino al 1559; da quel momento Montalcino subirà le vicende del Granducato di Toscana. Un appuntamento fisso ormai per la vita montalcinese è caratterizzato dalla Sagra del Tordo che si svolge l’ultima domenica di ottobre. Si tratta di una straordinaria rievocazione storica, un torneo di tiro con l’arco tra i quattro Quartieri della città che ricorda le cacciate dell’epoca medievale, mentre un lungo corteo con i costumi dell’epoca si snoda per le vie cittadine, accompagnato dalle musiche e dai balli popolari.
Gastronomia
La produzione di olio ha una tradizione antichissima tramandata di generazione in generazione ed ha caratterizzato lo straordinario paesaggio che rende questa terra riconoscibile in tutto il mondo. Le piante di olivo, presentano caratteristiche diverse a seconda della varietà; le più comuni sono il “moraiolo”, l’ “olivastro” e il “pendolino”. Dalla spremitura delle olive raccolte tra ottobre e novembre, si ottiene un olio dal colore verde intenso e con una bassa percentuale di grassi. Tra le attività più antiche e sempre più rilevanti nell’economia montalcinese, dall’allevamento delle api si ottengono mieli tipici a seconda dell’estensione e tipicità della macchia mediterranea e dei boschi che circondano Montalcino, da alcuni anni fregiata dal titolo “Città del Miele”. Proprio a Montalcino si producono varie qualità di miele, tra cui il millefiori, il miele di acacia, quello di corbezzolo e quello di castagno. L’interesse intorno a questo prelibato prodotto ha dato vita a un importante appuntamento annuale all’inizio del mese di settembre: “La Settimana del Miele”, una mostra-mercato di prodotti apiari e attrezzature. Considerevole la produzione di pecorino dolce o salato nei tipi fresco, semistagionato ed invecchiato da parte di poche ma esperte mani locali. Fanno parte della tradizione montalcinese i gustosi prosciutti, le salsiccie, i salami, la finocchiona, la soppressata, il buristo. Favolosi i primi piatti, tra i quali si ritagliano un posto a parte i pinci al sugo o le pappardelle alla lepre. Deliziosi i secondi piatti quali gli arrosti di pollame, la trippa, i fegatelli e i piatti di cacciagione, sia in salmì che allo spiedo: fagiano, beccaccia, lepre, cinghiale, tordo. Un posto d’eccellenza merita il tartufo bianco delle Crete Senesi di San Giovanni d’Asso, considerato uno dei tartufi più pregiati d’Italia. Per celebrarlo, dal 1985 proprio a San Giovanni d’Asso, si svolge a novembre una mostra-mercato del tartufo.
Bevande
Prima Doc rossa riconosciuta a livello nazionale, unico vino italiano inserito tra le 12 etichette del XX secolo per Wine Spectator e due annate, la 2015 e la 2016, destinate a fare la storia. È il Brunello di Montalcino, simbolo del made in Italy nel mondo. Considerato il re dei vini toscani, è stato anche il primo fine wine del Belpaese esportato negli Stati Uniti e la prima etichetta italiana servita durante un ricevimento tra capi di Stato nel 1960. È un vino da record il Brunello, così come da primato è il suo territorio di provenienza. A Montalcino, infatti, è stata fondata la prima enoteca pubblica del Paese per la vendita di vini e produzioni locali e – sempre qui – per la prima volta in Italia le porte di un’azienda si sono aperte al pubblico, dando vita a quello che sarebbe divenuto poi il fenomeno dell’enoturismo. Ad attrarre i turisti oggi non solo il vino, ma un comprensorio in grado di offrire prodotti di qualità, come miele, zafferano, formaggi, olio e tartufo, a cui si aggiungono le occasioni di approfondimento culturale. Un microcosmo perfetto in cui il brand Brunello – unito al Patrimonio Unesco della Val d’Orcia – fa da leva per un’offerta turistica estremamente variegata e completa, che ha visto nell’ultimo decennio un incremento delle presenze del 100%. A tutela del valore del marchio di questo top wine c’è il Consorzio del vino Brunello di Montalcino, che dal 1967 si occupa della sua promozione a livello nazionale e internazionale. Il Consorzio, che oggi riunisce circa 200 soci (che rappresentano il 98,2% della produzione di Brunello), promuove il brand e garantisce la qualità del prodotto attraverso numerosi progetti che vanno dal contingentamento degli impianti al controllo delle rese, dalle attività promozionali in Italia e all’estero alle iniziative sulle responsabilità sociali, fino alla creazione di sinergie tra le diverse realtà della filiera agroalimentare locale. Il Consorzio tutela anche le Doc Rosso di Montalcino, Moscadello di Montalcino e Sant’Antimo.
Punti di interesse
Girando per la città si possono ammirare numerose opere architettoniche di epoca medievale, a cominciare dalle mura di cinta che conservano ancora le antiche porte e parte dei torrioni, il Palazzo Comunale, un edificio di architettura pubblica della fine del Duecento, i Loggiati di Piazza del Popolo con arcate del XIV e XV secolo, la Cattedrale in stile neoclassico, il Santuario della Madonna del Soccorso, la Chiesa di Sant’Egidio la chiesa dei senesi, del XIV secolo; ma anche le bellissime chiese trecentesche di Sant’Agostino in cui sono presenti affreschi di scuola senese del XIV secolo e di San Francesco, con gli annessi Conventi aperti su bellissimi chiostri. Quest’ultima chiesa conserva gli affreschi cinquecenteschi di Vincenzo Tamagni. Nel complesso dell’ex Convento di Sant’Agostino trovano oggi posto i Musei di Montalcino, Raccolta Archeologica, Medievale, Moderna, riaperto nel 1997. Si tratta di uno dei più importanti musei della provincia di Siena ed offre una panoramica completa della produzione artistica di questo centro toscano. Molteplici sono gli itinerari turistici che si possono intraprendere alla scoperta di cultura e tradizioni non solo nel centro storico del capoluogo ma anche nelle frazioni come Torrenieri, Castelnuovo dell’Abate, Sant’Angelo in Colle, Sant’Angelo Scalo, Tavernelle, Camigliano, San Giovanni d’Asso, Montisi, Lucignano d’Asso.