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info tecniche
Tappa mossa che scollina l’appennino toscano verso il mar Tirreno. Con una serie di saliscendi sempre più prolungati si scala la salita del Passo delle Radici che complessivamente può essere considerata lunga quasi 40 km (pendenze sempre molto blande salvo gli ultimi 3 km). Discesa veloce e articolata fino a Castelnuovo Garfagnana seguita dalla breve ascesa a Monteperpoli. Segue quindi un lungo falsopiano a scendere fino alla zona di Lucca per portarsi attraverso Camaiore alla costa e all’arrivo.
Ultimi km
Ultimi 3 km completamente rettilinei e piatti sul lungomare prima di Camaiore e poi di Viareggio. Arrivo su strada asfaltata di larghezza 8 m.
partenza / arrivo
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Scandiano
Panoramica
Era il 1423 quando Feltrino Boiardo, allora signore di queste terre, ottenne dagli Estensi il titolo di Contea. A 600 anni da quella data storica e particolarmente significativa per tutti gli scandianesi, l’amministrazione comunale ha scelto di festeggiare diventando città di tappa del Giro d’Italia, una prima storica per tutti gli scandianesi.
A pochi km dal comune capoluogo, Reggio Emilia, il territorio di Scandiano presenta un importante centro storico, concentrato attorno all’antico castello dei Boiardo, la Rocca, e undici località: Arceto, Cacciola, Ca’ de Caroli, Chiozza, Fellegara, Jano, Pratissolo, Bosco, Rondinara, San Ruffino e Ventoso. Complessivamente gli abitanti sono quasi 26mila.
Camminare per il centro di Scandiano – cantato dai versi di una nota poesia di Carducci – significa immergersi nei luoghi natali di alcuni grandi personaggi della storia, tra cui Matteo Maria Boiardo che qui scrisse il famoso poema epico e cavalleresco “L’Orlando Innamorato”. O ancora Lazzaro Spallanzani, il padre della biologia e della medicina, che proprio nella torre del castello condusse i suoi esperimenti che diedero il là ad alcune delle più importanti scoperte scientifiche dell’epoca moderna. Allontanandosi dal centro storico, si può godere delle colline scandianesi, dove a farla da padrona sono le vigne di Spergola e le viste mozzafiato.
Gastronomia
Di enogastronomia da queste parti ci sarebbe da scrivere libri. Il viaggio non può che iniziare dal re di tutti i formaggi, il protagonista della tavola emiliana. Quel Parmigiano-Reggiano che nelle tavole scandianesi, così come nei ristoranti della zona, rappresenta una certezza.
Il Parmigiano Reggiano, il formaggio più imitato al mondo, nasce proprio nel cuore dell’Emilia – tra Reggio e Parma – seguendo un’antica ricetta e un rigido disciplinare che lo rende eccezionale ingrediente di molte ricette.
Col Parmigiano Reggiano si prepara il ripieno di tortelli e cappelletti, primi a base di pasta fresca all’uovo che rappresentano il cuore della cucina reggiana e quindi scandianese.
Al Parmigiano Reggiano si abbina, in un connubio riuscitissimo di dolce, acido e sapido, quell’aceto balsamico tradizionale denominato qui anche “oro nero”. A Scandiano, l’amministrazione comunale ha avuto l’intuizione di concedere l’uso degli spazi della Torre Civica o dell’Orologio proprio alla Confraternita dell’Aceto Balsamico, ente che sovrintende e tutela la produzione dell’aceto balsamico da parte delle famiglie del territorio. Nella batteria ospitata dall’ultimo piano della torre civica, gli aromi del balsamico trovano il luogo ideale per emergere in tutta la loro potenza e diventare prodotto di primissima qualità.
Impossibile mancare una fermata in uno dei tanti forni della zona per i “gnocchini”, monoporzioni di focaccine lievitate dalla caratteristica forma tondeggiante che, soprattutto alla mattina, dopo la cottura, emanano un profumo davvero irresistibile. O ancora per assaggiare la tipica torta salata reggiana, il mitico “erbazzone”, un meraviglioso e sapiente mix di spinaci, bietole, aromi e (ovviamente) parmigiano reggiano tra due fogli di pasta sfoglia. Della tradizione emiliana – e della sua vocazione per la carne suina – sono anche i salumi, i ciccioli, i cotechini, gli zamponi.
E per gli amanti dei dolci? In alcune pasticcerie di Scandiano si trova la famosa torta Boiardo, o torta Scandiano, un’antica ricetta davvero da provare.
Bevande
Il tutto però va accompagnato dai vini autoctoni di Scandiano, il lambrusco – rosso frizzante dal colore intenso e dal sapore secco e avvolgente – e naturalmente la Spergola. Quello che Carducci in una sua lettera descriveva a Severino Ferrari nel 1886: “il noto e diffuso vino di Scandiano che spuma come un’onda di mare e poi accorda i suoi ritmi rimbalzanti con la allegria di chi lo deliba…”
Le prime tracce della locale tradizione viticola risalgono all’undicesimo secolo, nei possedimenti della Contessa Matilde di Canossa, viceregina d’Italia. La leggenda narra di un dono fatto dalla Contessa a Papa Gregorio VII, che consisteva in una piccola partita di questo soave vino bianco. Nel XVI secolo Bianca Cappello, Granduchessa di Toscana, moglie di Francesco I de Medici, nelle sue memorie di viaggio cita il “buon vino fresco e frizzante” di Scandiano. Oggi, dopo l’esperienza della Società Enologica Scandianese verso la fine dell’800, è la Compagnia della Spergola a tutelarne la produzione attraverso un disciplinare e molte iniziative che mirano a promuoverne l’unicità e la lunga tradizione.
Punti d'interesse
Tra i principali punti di interesse di Scandiano, è impossibile non partire dalla Rocca dei Boiardo. La principale “cartolina” della città è un complesso monumentale risalente agli inizi del Trecento, domina il centro storico ed è senza dubbio un monumento di grande valore storico e culturale; fatta costruire dalla nobile famiglia dei Da Fogliano, oggi prende il nome dalla famiglia Boiardo che l’abitò dal 1423 per 137 anni. Costruita inizialmente come luogo di difesa, fu per questo dotata di cinta muraria, fossato con annesso ponte levatoio e torri di vedetta.
Di fronte all’ingresso della rocca si erge la pieve di Santa Maria con le tombe dei Boiardo, il cenotafio di Spallanzani, lo splendido presbiterio barocco e la maestosa cappella di Santa Caterina, patrona del paese. Proseguendo da Piazza Boiardo in via Magati si incontra la casa natale di Lazzaro Spallanzani. In questa casa, dichiarata monumento nazionale nel 1939, il sommo naturalista nacque il 12 gennaio 1729, visse a lungo, fece esperienze e scoperte e, in sei stanze al secondo piano, sistemò il suo ricco museo di storia naturale.
Alla fine di via Magati si incontra la Torre Civica o dell’Orologio. In origine essa era la porta d’ingresso dell’antico borgo, fatta costruire da Feltrino Boiardo nella prima metà del secolo XV. Nel 1548 l’Orologio era già sistemato sulla torre e si poteva ammirare dalla vicina piazza del mercato. La campana che scandisce le ore fu benedetta nel 1543 dal papa Paolo III.
A pochi passi dalla torre civica si incontra poi la suggestiva Piazza Fiume, con le tipiche facciate delle case colorate, dove fino all’inizio del Novecento esisteva il ghetto ebraico di Scandiano e con l’antica sinagoga poi demolita. Da piazza Fiume risalendo per corso Garibaldi si arriva in Piazza Spallanzani, dove campeggia svetta la statua del grande Lazzaro, e da lì si può procedere in via Vallisneri dove sorge il Municipio di Scandiano e poco più avanti la chiesa di San Giuseppe, un piccolo gioiello di architettura barocca.
Uscendo dal centro storico, è consigliabile concedersi una passeggiata sulle colline scandianesi dove a farla da padrone sono le vigne di Spergola, l’uva autoctona di Scandiano da cui si ottiene un vino bianco frizzante unico. Sulle colline non mancano viste mozzafiato e scorci suggestivi tra cui l’iconico monte delle Tre Croci, la terrazza sulla città più amata dagli scandianesi. Nelle giornate limpide vi si possono ammirare alcuni tra i tramonti più belli della zona e, date le sue pendenze piuttosto ripide, è meta ambitissima da tutti i ciclisti. Così come anche la grande quercia, albero monumentale dal grande fascino che domina Scandiano nella zona della frazione di Rondinara, raggiungibile da un sentiero percorribile a piedi o i mountain bike.
Uscendo da Scandiano in direzione della via Emilia, è poi fondamentale una sosta nella grande frazione di Arceto, che nasce intorno al castello medioevale ben conservato dove sono ancora leggibili i circuiti delle fosse e delle mura, con tracce del ponte levatoio, del rivellino e della torre pusterla.
Tra le manifestazioni che ogni anno caratterizzano Scandiano, è impossibile non citare la Fiera di San Giuseppe (intorno al 19 marzo) con la centenaria mostra agricola, commerciale, artigianale e industriale e il grande luna park, il mercato e mille iniziative collaterali.
Da un punto di vista culturale è poi il FestivaLOVE il protagonista assoluto della stagione estiva. Con il suo palinsesto fatto di talk, interviste, concerti, presentazioni, lectio magistralis, mostre e spettacoli di ogni genere, raduna migliaia di spettatori ogni anno, l’ultimo weekend di maggio, sotto il grande ombrello dell’amore, marker inconfondibile della terra in cui è stato scritto L’Orlando Innamorato.
Viareggio
Panoramica
Viareggio, grazie alle sue spiagge, viene identificata principalmente come una località a vocazione balneare, ma vanta anche la vicinanza alle montagne dell’entroterra e la presenza del lago di Massaciuccoli e delle aree protette del Parco Migliarino San Rossore. Molti sono gli eventi a carattere nazionale e internazionale che punteggiano l’anno: dal Carnevale che quest’anno festeggia 150 anni, al Festival Puccini per la musica, alla Viareggio Cup per lo sport, e il Premio Rèpaci per la letteratura.
La luce di Viareggio è calda, a tratti abbagliante. Si spande dal mare alle spiagge, attraversa i bagni storici, le architetture déco della passeggiata, prosegue sul ponte e arriva al porto dei pescherecci. Dal molo, corre lungo il canale Burlamacca che collega centro e periferia cittadina e giunge alle darsene dove, grazie all’eccellenza dei cantieri navali viareggini, vengono costruite alcune delle imbarcazioni più belle del mondo. E poi Torre del Lago, nel silenzio e nella quiete del lago di Puccini, appena punteggiato dal fruscio di un remo sull’acqua o dal canto degli uccelli che svelano i misteri delle dimore storiche. Uno scenario urbano e marittimo che riempie occhi e cuore.
Gastronomia
Piatti tipici da non perdere durante un soggiorno a Viareggio.
La pasta alla trabaccolara
La “trabaccolara” è una pietanza della tradizione viareggina che nasce come piatto povero, realizzato con i pesci di fondale che restavano invenduti al mercato. Il nome deriva dal trabaccolo, un’imbarcazione utilizzata dai pescatori di San Benedetto del Tronto, alcuni dei quali si trasferirono a Viareggio tra gli anni Venti e la fine degli anni Trenta. Per prepararlo servono pesci come la gallinella, lo scorfano, le tracine, a cui qualcuno aggiunge crostacei e molluschi (che però non fanno parte della ricetta tradizionale). In questa ricetta i pesci si cuociono col pomodoro e s’insaporiscono con vino ed erbe aromatiche.
Risotto con seppie e bietole
Nasce dall’unione di sapori di terra e di mare ed è un classico mangiarlo nelle cucine delle feste rionali nel periodo di Carnevale. Per prepararlo bisogna rosolare le seppie, unire la bietola tagliata a striscioline, una volta che è appassita si aggiunge il riso e a fine cottura si ultima il piatto con il prezzemolo tritato. Buon appetito!
Cacciucco alla viareggina
Rigorosamente con doppia “C”! Un piatto che deriva dalla tradizione povera dei pescatori e che trova le sue origini addirittura nel 1500. Il nome deriva dal termine turco “kuciuk” e che significa “piccolo”: una zuppa di pesce che i pescatori erano soliti preparare a bordo di rientro da una battuta di pesca in mare. La particolarità del cacciucco viareggino è quella di avere tutti i pesci poveri che venivano scartati dai pescatori perché avrebbero avuto poco mercato a terra. Da servire in tavola rigorosamente accompagnata da pane casalingo abbrustolito e preferibilmente strofinato con aglio. Il sapore è forte e deciso, leggermente piccante.
Spaghetti con i nicchi
Sapete cosa sono i nicchi? È il termine viareggino con cui si fa riferimento alle arselle o telline. Si tratta di piccoli molluschi bivalve che si trovano nei fondali sabbiosi. Si cucinano in modo molto semplice ma davvero gustoso. Si condiscono gli spaghetti in bianco con le arselle passate in padella, dopo averle fatte spurgare dalla sabbia mettendole in una ciotola con acqua almeno dalla sera prima. Nella cottura si aggiunge vino bianco, aglio, peperoncino e a fine cottura prezzemolo.
Spaghetti con i coltellacci
La città, così legata al suo Carnevale, ha un repertorio di canzoni popolari da far invidia: una delle più famose a opera di Adriano Barghetti recita così: “Siam tutti coltellacci e ad ogni marettone ci ritroviamo sempre in mezzo al lavarone” (titolo “Cha cha cha dei coltellacci”). I coltellacci sono conosciuti fuori dai confini viareggini come cannolicchi. Il termine tipico deriva dalla loro forma allungata che è simile a quella di un coltello. Sono molluschi dalla forma lunga e stretta che si pescano dopo le mareggiate, lungo la battigia o nei pressi degli scogli. Si preparano in bianco o con aggiunta di pomodori e hanno un sapore forte e intenso.
La scarpaccia
Chiudiamo con un dolce che, in realtà, dolce non è. Stiamo parlando della scarpaccia dolce che si mangia solitamente come dessert a fine pasto ma non si disdegna anche come merenda o spuntino durante la giornata. Una vera e propria torta che ha la particolarità di avere come ingrediente le zucchine tagliate a strisce molto sottili. Il sapore che ne deriva è un misto di dolce e salato che saprà colpire il palato. Assolutamente da provare.
Punti d'interesse
La Passeggiata
La Passeggiata di Viareggio è uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti di tutta la Versilia: una lunga via pedonale costellata da edifici di pregio con tratti liberty e dèco, opera di Alfredo Belluomini e Galileo Chini. Si estende per 3 chilometri e rappresenta il momento urbano qualificante l’immagine della villeggiatura e la passerella della mondanità internazionale.
Il palazzo delle Muse
Nato come Ospizio Marino, nel 1912 diventa Colonia permanente per la cura di soggetti affetti da malattie tubercolari e bisognevoli di soggiorno al mare. Oggi l’edificio ospita la biblioteca comunale, il centro documentario storico e la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea che rappresenta uno dei più importanti centri espositivi nazionali specializzati nel settore: una panoramica dell’arte italiana ed europea del ventesimo secolo.
La Torre Matilde
La storia della Torre Matilde coincide con la storia di Viareggio: esempio di architettura militare del XVI secolo, da silenziosa guardiana della costa, la torre è testimone di secoli di vita che intorno a essa è cresciuta e mutata. Dopo alterne vicende e destinazioni d’uso è attualmente sede di attività culturali ed espositive a carattere temporaneo.
Il Museo della Marineria
Il Museo nasce per valorizzare i reperti legati alla storia della marineria viareggina e non solo. Si articola in diverse sezioni tematiche, dedicate alle attrezzature di bordo, ai cantieri navali, alla gente di mare e ai maestri d’ascia e calafati.
Casa Museo Giacomo Puccini
La casa, trasformata in museo nel 1925 dal figlio Antonio, è rimasta immutata nel tempo, offrendo l’opportunità di immergersi nell’atmosfera del luogo in cui il Maestro ha trovato l’ispirazione per i suoi capolavori.
Villa Museo Paolina Bonaparte
La villa della Principessa Paolina Bonaparte viene costruita nel 1822, lungo quelli che allora erano i limiti settentrionali di Viareggio: il progetto viene affidato all’architetto Giovanni Lazzarini. L’edificio viene realizzato sulla riva del mare con l’intento di creare una piccola dimora appartata dalla mondanità e a contatto diretto con la natura: attualmente la Villa ospita mostre d’arte temporanee ed è sede di eventi culturali.
Villa Borbone
Villa Borbone è sicuramente fra i luoghi storici più affascinanti della città di Viareggio. Restaurata e adibita a spazio polivalente dal Comune, sorge in uno degli angoli più suggestivi del territorio versiliese: lungo il viale dei Tigli all’interno del Parco Naturale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, un territorio magico, di cui la Villa è ingresso privilegiato. Nella stagione estiva la Villa ospita eventi musicali, rassegne culturali e spettacoli teatrali.
Il distretto nautico
Viareggio è il cuore di uno dei più importanti distretti nautici, punta di diamante di una regione dove la filiera della nautica è orientata al settore superyacht con 5.000 imprese e circa 18.000 addetti diretti. L’intero distretto può contare su un valore della produzione di 2 miliardi di euro complessivi, pari al 50% del dato nazionale e una clientela estera pari al 95% nel comparto superyacht. Il settore economico legato alla nautica comprende una grande varietà di attività, professioni e mestieri che coinvolgono più di 70 diversi tipi di profili dall’industria al turismo. A Viareggio operano nel settore nautica a 360° circa 1.300 imprese, con 8.000 addetti occupati nelle attività di cantieristica, subfornitura, servizi e riparazioni, commercio e noleggio, area portuale. Sono 10 i principali brand della cantieristica mondiale che hanno il proprio quartier generale a Viareggio.